Archivi tag: celebrity politics

L’ultima challenge è il selfie in bianchennero che sfida non si sa chi e non si sa cosa

di Guia Soncini (linkiesta.it, 29 luglio 2020)

Nel 1979 Woody Allen diresse un film, Manhattan, i cui fotogrammi sono ancora oggi tra le illustrazioni più utilizzate da chi voglia scrivere di New York. Non è perché è un gran film (lo è). Non è neppure perché lui è un regista famoso (anzi: c’è un pieno di gente fantasiosa che lo considera un impresentabile schifoso che ha sposato la propria figlia). È perché Manhattan è in bianco e nero.

Ph. Loïc Venance / Afp
Ph. Loïc Venance / Afp

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Cercando un leader nel 2020: Neil Young fa a pezzi Donald Trump

(rockol.it, 30 luglio 2020)

Il cantautore canadese (ancora) contro il presidente degli Stati Uniti. Dal 2016, l’anno in cui Donald Trump s’insediò alla Casa Bianca, avendo la meglio alle presidenziali sulla candidata democratica Hillary Clinton, Neil Young è sempre stato molto critico nei confronti dell’operato del tycoon. Contro Trump si è scagliato anche recentemente, facendo sapere di essere intenzionato a fargli causa dopo che per l’ennesima volta il presidente americano ha utilizzato una sua canzone, Rockin’ in the free world, in uno dei suoi comizi, senza chiedergli il permesso.neil_young_american Continua la lettura di Cercando un leader nel 2020: Neil Young fa a pezzi Donald Trump

La borsa e la vita: quello che le reali stringono tra le mani

di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 31 marzo 2020)

Più che una borsa, un enigma da risolvere. Ma cosa ci sarà mai in quegli oggetti del desiderio sfoggiati da principesse, duchesse e regine? Chiedere non sarebbe buona creanza, ma tutto ciò che appare tra le mani delle donne delle famiglie reali sparse per il pianeta desta sempre e comunque un enorme interesse. Uno scudo, un vezzo, un mezzo per comunicare: le borse regali tutto sono tranne quelle appendici piene zeppe di roba, trascinate ogni giorno in lungo e in largo da donne reali come molte.1_crown_bags Continua la lettura di La borsa e la vita: quello che le reali stringono tra le mani

Linkin Park contro Trump che usa “In the end”

(rockol.it, 19 luglio 2020)

L’uso e l’abuso di canzoni rock da parte di Donald Trump e del suo staff è pratica ormai tristemente nota. E altrettanto note sono le reazioni degli artisti, che si scagliano contro il presidente quasi sempre senza successo: Trump e i suoi continuano imperterriti. Questa volta però, i Linkin Park hanno battuto Trump sul suo terreno: i social media.ChesterBennington-DonaldTrump Continua la lettura di Linkin Park contro Trump che usa “In the end”

Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 30 giugno 2020)

I Rolling Stones contro Donald Trump, e non solo. A Tulsa, nel comizio di apertura della sua campagna elettorale, il presidente ha fatto suonare You can’t always get what you want: una canzone che ha compiuto 52 anni, dal momento che fu registrata il 16 e 17 novembre 1968, per essere inclusa nell’album del 1969 Let it bleed.WoodyGuthrie_This_machine_kills_fascists Continua la lettura di Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

Viola Davis su “The Help”: «Ho tradito me stessa e la mia gente»

di Marta Colombo (giornalettismo.com, 16 luglio 2020)

In un’intervista rivelatoria a Vanity Fair publicata il 14 luglio, Viola Davis racconta la sua lotta per emergere a Hollywood e il suo pentimento nell’aver preso parte al prulipremiato film The Help. «Il film cerca di rappresentare che cosa significhi essere nero in America ma è fondamentalmente creato per un’audience di bianchi», ha spiegato l’attrice afroamericana. Ambientato negli anni Sessanta in Mississippi, The Help, che nel 2011 ha ottenuto quattro candidature agli Oscar, è tratto dall’omonimo romanzo, già accusato di perpetuare la narrativa del “salvatore bianco”.ViolaDavis_TheHelp Continua la lettura di Viola Davis su “The Help”: «Ho tradito me stessa e la mia gente»

La famiglia di Bob Marley riscrive “One love” per l’Unicef

(adnkronos.com, 9 luglio 2020)

One love, l’inno dell’icona del Reggae Bob Marley, rinasce in una nuova versione riscritta dai membri della sua famiglia per sostenere il lavoro dell’Unicef al servizio dei bimbi che hanno visto la loro vita stravolta dal Covid-19. Tuff Gong International e Amplified Music pubblicheranno la nuova One love il 17 luglio, e tutti i proventi della canzone simbolo e le attività correlate supporteranno direttamente la campagna globale Reimagine dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia.OneLove-Hero Continua la lettura di La famiglia di Bob Marley riscrive “One love” per l’Unicef

“Respect”: Jennifer Hudson è Aretha Franklin

di Mario Manca (vanityfair.it, 30 giugno 2020)

Difficile pensare che Respect, la sua canzone più famosa nonché il titolo del biopic che vedremo al cinema a dicembre, non sia in qualche modo collegata alla lotta contro il razzismo che ha infiammato le piazze degli Stati Uniti e di tutto il mondo a seguito dell’omicidio di George Floyd. Aretha Franklin, d’altronde, è una donna che ha conquistato tutto da sola, con il sacrificio e la forza di volontà, la voglia di lasciare il segno e la leggerezza che l’hanno sempre contraddistinta.Respect Continua la lettura di “Respect”: Jennifer Hudson è Aretha Franklin

Fenomenologia di Kanye West

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 6 luglio 2020)

Gli album di Kanye West sono un’incognita. Perfetti intarsi di hip-hop, poesia ed elettronica, diretti nei contenuti e smaglianti nella forma. O dei pasticci involuti, presuntuosi e spinosi. Il nuovo singolo appena pubblicato, Wash us in the blood, fa intravedere un Kanye partecipe del dramma razziale in atto, è ispirato e fa ben sperare per God’s Country, l’album in arrivo. Anche la testa di Kanye West è un’incognita, ancor più grossa. È un territorio lunare, in cui i confini – ad esempio tra realtà e fantasia, tra Sé e il resto, tra arte e show business – sono confusi, o forse non esistono.

Getty Images
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Questa non è un’imitazione: i video di Sarah Cooper su Trump

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 1° luglio 2020)

Lei non è come gli altri. E soprattutto non fa come gli altri. Se Alec Baldwin imita Donald Trump con tanto di parrucca gialla e Anthony Atamanuik (forse il migliore) lo ricrea in una caricatura perfetta («Come piega della bocca, Trump è uno Shih Tzu»), l’attrice e scrittrice Sarah Cooper ha scelto una strada diversa, non la somiglianza ma lo straniamento. La sua idea è semplice: si fa “doppiare” da Trump. I suoi video, diffusi su TikTok e all’apparenza casalinghi, la mostrano mentre finge di parlare e, in sottofondo, si sente la voce del presidente americano.

Mike McQuade
Mike McQuade

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