Archivi tag: celebrity politics

In morte di un mito popolare

di Giovanni Francesio (ilfoglio.it, 23 ottobre 2020)

È difficile capire quando finisce un secolo. Molto più facile dire quando non finisce, ossia con le cifre tonde, con il calendario. Non è mai così, perché c’è sempre una variante, un allungarsi o un contrarsi del tempo, un evento storico spiazzante, che improvvisamente svela come siano cambiati i paradigmi, i modi di pensare e di vivere, e con loro la società e la politica e la cultura. Solo a quel punto, voltandosi indietro, o riuscendo a guardare in avanti, ci si rende conto di essere entrati in una stagione nuova. Lo sport, ormai non lo nega più nessuno, è stato uno degli aspetti caratterizzanti, uno dei tratti distintivi del XX secolo, sia per la sua carica simbolica, sia per la sua concreta ricaduta sociale, politica e culturale.Socrates-Corinthians Continua la lettura di In morte di un mito popolare

Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

di Giovanni Pedde (huffingtonpost.it, 21 ottobre 2020)

A pochi giorni dalle elezioni americane, vari analisti politici, ma soprattutto finanziari, s’interrogano su cosa potrebbe accadere a Hollywood all’indomani del voto. Quella dell’entertainment e dei media è un’industria di enorme rilevanza per l’economia degli Stati Uniti e che non si ferma certo al ristretto circuito degli Studios – Disney, Warner, Universal, Mgm e Paramount – e dei network televisivi. Si tratta di un ambito economico che abbraccia anche e soprattutto quelli che, in quanto destinatari preferenziali del loro gettito di contenuti, sono ormai di Hollywood i più importanti clienti, nonché, in prospettiva, potenziali proprietari: da una parte le grandi piattaforme di streaming, come Netflix; dall’altra, le cosiddette società “tecnologiche”, tra cui Apple e Amazon, a loro volta proprietarie dei servizi di streaming Apple Tv+ e Amazon Prime Video.HollywoodStudios-America2020 Continua la lettura di Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

Harry, Meghan e la (complessa) questione della neutralità politica della royal family

di Roberta Mercuri (vanityfair.it, 18 ottobre 2020)

Lo scorso 22 settembre il principe Harry e Meghan Markle hanno pronunciato in tv il loro primo discorso politico, invitando gli americani ad andare a votare il prossimo novembre e per di più schierandosi, seppur in modo non esplicito (contro Trump e pro Biden). La regina Elisabetta e il resto della famiglia reale, però, non votano, né parlano (apertamente) di politica. Sono neutrali da generazioni e va bene così. Harry e Meghan, col loro discorso, hanno violato l’ultima regola dei reali. Scatenando non solo l’ira della sovrana e dei sudditi britannici. Una buona parte degli americani non ha gradito l’invito a votare espresso da un principe britannico, che non è nemmeno cittadino americano.Biden-Megxit Continua la lettura di Harry, Meghan e la (complessa) questione della neutralità politica della royal family

È online Archewell, il nuovo sito di Harry e Meghan

di Antonella Rossi (vanityfair.it, 22 ottobre 2020)

Dopo mesi di rumors, inizia a prendere forma concreta Archewell, la fondazione benefica di Harry d’Inghilterra e Meghan Markle, che da poche ore ha un sito ufficiale: www.archewell.com. In homepage, l’unica pagina finora, il significato del nome, un omaggio al primogenito della coppia, Archie Harrison. Arch deriva dal Greco e significa “fonte di azione”. A disposizione anche la possibilità d’iscriversi al portale per ricevere informazioni e aggiornamenti sulle attività benefiche dei duchi; ma inserendo i propri dati (almeno per il momento) non arriva alcuna news, nemmeno un messaggio automatico di benvenuto.Archewell-Foundation-website Continua la lettura di È online Archewell, il nuovo sito di Harry e Meghan

Mohammad Reza Shajarian, il più grande cantante iraniano

(ilpost.it, 11 ottobre 2020)

Lo scorso 8 ottobre è morto Mohammad Reza Shajarian, famosissimo cantante e musicista iraniano. La sera della sua morte migliaia di suoi fan – persone di ogni età – si sono raccolti all’esterno dell’ospedale in cui era ricoverato e hanno cominciato a cantare alcune delle sue canzoni più famose, composte a partire da testi di poesia persiana e ricche di allusioni alla situazione politica del Paese, e slogan contro il governo. Sono state poi disperse dalle forze dell’ordine. Shajarian era apprezzatissimo in Iran, da persone di generazioni e idee politiche diverse. Aveva 80 anni e una storia notevole.

Ph. Rouzbeh Fouladi / Zuma Wire
Ph. Rouzbeh Fouladi / Zuma Wire

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Osimhen e Simy protestano con le magliette per le violenze della polizia in Nigeria

di Alberto Pucci (fanpage.it, 18 ottobre 2020)

Il calcio, e più in generale tutto lo sport, è da sempre un “mezzo” per inviare messaggi di solidarietà o di protesta. Grazie alla grande attenzione mediatica, i calciatori riescono infatti ad ottenere visibilità e ad accendere la curiosità dei tifosi su un determinato argomento. È quello che è successo anche nelle scorse ore allo stadio San Paolo di Napoli e all’Ezio Scida di Crotone, quando Victor Osimhen e Simy Nwankwo hanno manifestato il disprezzo per ciò che sta accadendo nella loro terra d’origine: la Nigeria.Simy_Osimhen_combo Continua la lettura di Osimhen e Simy protestano con le magliette per le violenze della polizia in Nigeria

Donald Trump spende 70mila dollari l’anno per il parrucchiere (sua figlia Ivanka 95mila)

di Clarissa Valia (tpi.it, 29 settembre 2020)

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha speso 70mila dollari l’anno per il parrucchiere. E 95mila per l’hair styilist e il truccatore della figlia Ivanka. È quanto emerge dai dettagli delle dichiarazioni dei redditi del tycoon, pubblicate ieri dal New York Times. Spese dedotte in maniera sistematica dalle tasse da Trump. Una somma cospicua, soprattutto se si pensa che, secondo i documenti pubblicati dal Nyt, Trump nel 2016 e nel 2017 ha pagato solo 750 dollari di tasse federali, e zero nei dieci anni precedenti.a-donald-trump-hair-history Continua la lettura di Donald Trump spende 70mila dollari l’anno per il parrucchiere (sua figlia Ivanka 95mila)

Florida Men: lo strano caso di Brad Parscale in trattamento sanitario obbligatorio

di Maria Laura Rodotà (linkiesta.it, 29 settembre 2020)

Tax day

I pundit, i commentatori della politica americana, non ne azzeccano una dai tempi di Bush/Gore e forse da prima, ma a volte viene voglia di credergli. Succede ora con David Frum: sull’Atlantic sostiene che Trump sta perdendo – come si suol dire – il controllo della narrazione. Che le rivelazioni del New York Times sulle tasse (750 dollari nel 2017) e i debiti (più di 300 milioni di dollari da restituire nei prossimi anni) e le perdite e i pasticci gli non verranno liquidati, al solito, come simpatiche caratteristiche del personaggio.parscale Continua la lettura di Florida Men: lo strano caso di Brad Parscale in trattamento sanitario obbligatorio

Dopo 40 anni il killer di John Lennon si è scusato

(agi.it, 22 settembre 2020)

Quarant’anni dopo aver ucciso John Lennon, l’assassino ha fatto le sue scuse alla vedova Yoko Ono. Era il 1980 quando il 25enne Mark Chapman colpì a morte il celebre componente dei Beatles fuori dal suo appartamento a New York. Un «atto spregevole», come ha riconosciuto lo stesso omicida, parlando all’udienza per la libertà condizionale, che gli è stata negata il mese scorso per l’undicesima volta. «Voglio solo ribadire che mi dispiace per il mio crimine, non ho scuse, è stato fatto per auto-celebrazione» ha affermato, spiegando di aver ucciso Lennon perché «era estremamente famoso», non per il suo «carattere o il tipo di uomo che era», lui «era un’icona».

Afp
Afp

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2024: Meghan contro Ivanka per la Casa Bianca? Lo scenario da fantapolitica (di cui si discute veramente)

di Luigi Ippolito e Viviana Mazza (corriere.it, 23 settembre 2020)

Casa Bianca 2024: Meghan Markle contro Ivanka Trump? Uno scenario che suona da fantapolitica, ma che potrebbe essere più vicino alla realtà di quanto non sembri. Perché sia la duchessa di Sussex sia la figlia di The Donald non fanno mistero delle loro ambizioni. Innanzitutto, la moglie del principe Harry, ormai stabilmente insediata a Santa Barbara, in California: il suo ingresso in politica viene considerato sempre più probabile, perché tutte le sue mosse puntano in quella direzione.

Getty Images
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