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Stampa trollata, Fedez non entra in politica

di Alessandra Magliaro (ansa.it, 15 novembre 2021)

Si capiva? Sì, ma era più importante fare finta che fosse vero e quindi titoloni, paginate e grandi dibattiti a seguire. Fedez, da qualcuno “bollato come lo stupidotto che ha fatto la terza media”, per una settimana ha fatto credere (a chi voleva crederci, s’intende) che stava scendendo in campo. La metafora non è casuale perché pure il logo, con la bandiera tricolore, evocava l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi nel 1994 e così lo slogan “il nuovo miracolo italiano”. Consapevole o meno, la stampa ci è cascata e Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ha deciso di chiarire oggi che no, non sta scendendo in politica con il movimento Disumano, che guarda caso è pure il titolo dell’album che esce il 26 novembre.

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La profezia dei Baustelle e il posizionamento del marchio Fedez

di Guia Soncini (linkiesta.it, 12 novembre 2021)

In una vecchia vignetta di Altan, un tizio si faceva le grandi domande: chi siamo, dove andiamo, che codice fiscale abbiamo. Ho passato ieri a farmi quelle e altre grandi domande: che cosa vuole venderci il marito della Ferragni? È difficile resistere al mercato (amore mio)? La catastrofe è inevitabile? Ed è vero che la Storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come Tomaso Montanari? «Anna pensa di soccombere al mercato, non lo sa perché si è laureata, anni fa credeva nella lotta, adesso sta paralizzata in strada, finge di essere morta, scrive con lo spray sui muri che la catastrofe è inevitabile». Nell’inverno del 2008 esisteva un governo Prodi (sembra un attimo fa, sembra un secolo), esistevano i dischi (sembra un secolo, forse due), Chiara Ferragni non aveva ancora inventato il blog The Blonde Salad, il suo futuro marito era a malapena maggiorenne, e i blog in cui una si fotografava per farci vedere com’era vestita sembravano molte cose ma certo non un antipasto di futuro (è tutto un attimo, diceva quella).

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La mail del principe Harry a Jack Dorsey il giorno prima dell’assalto a Capitol Hill

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 10 novembre 2021)

Non solo Facebook sotto accusa per i fatti di Capitol Hill. Secondo il principe Harry, anche Twitter sarebbe stato avvisato il giorno prima dell’assalto che qualcosa stava bollendo in pentola e che ci sarebbero state serie conseguenze. Secondo il membro della famiglia reale inglese, Jack Dorsey sarebbe stato avvertito il giorno prima delle possibili conseguenze di quel moto di rabbia montato on line dopo i risultati delle elezioni presidenziali americane tramite una sua email. A riportare la notizia è la Bbc, che cita il principe Harry durante il forum tecnico RE:WIRED: «L’avevo avvertito che la sua piattaforma stava permettendo di organizzare un colpo di Stato».

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Fedez scende in campo?

(ilfoglio.it, 10 novembre 2021)

Mancava solo l’ultimo passo. Dopo l’impegno civico e quello – accesissimo, a ritmo di Instagram stories – per i diritti e il ddl Zan, forse Fedez sta gettando le basi per lo sbarco in politica. La società Zdf Srl, di proprietà del rapper, ha infatti registrato un dominio sul web che sembra lasciare poco spazio agli equivoci: fedezelezioni2023.it. Al momento non risulta attivo, ma tanto basta per lanciare il messaggio. E a confermarlo è la stessa Zdf: “Dalla società mi è arrivata via mail una richiesta di attivare questo dominio in data odierna”, ha spiegato all’agenzia Adnkronos il responsabile dell’area informatica. L’obiettivo dichiarato sarebbe appunto l’anno delle prossime elezioni politiche, se si arriverà a fine legislatura.

Getty Images

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John John Kennedy non è riapparso a Dallas

(ilpost.it, 3 novembre 2021)

Martedì alcune centinaia di persone, molte delle quali seguaci della teoria del complotto QAnon, si sono riunite a Dallas, in Texas, per attendere l’arrivo – che ovviamente non c’è stato – di John John Kennedy, morto in un incidente aereo nel 1999. John F. Kennedy Junior era il figlio minore di John Fitzgerald Kennedy, il presidente statunitense ucciso nel 1963 a Dealey Plaza, a Dallas. In conseguenza di una teoria ritenuta estrema persino da buona parte dei seguaci di QAnon, alcuni altri seguaci si erano quindi radunati proprio a Delay Plaza (insieme a curiosi e giornalisti) a quanto pare convinti che John John si sarebbe palesato lì per lanciare la sua candidatura, in veste di vicepresidente di Donald Trump, alle elezioni presidenziali del 2024 (ma tra i presenti c’era anche chi aveva teorie persino più assurde).

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Chiara e le altre

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 ottobre 2021)

La prima volta che il nuovo mondo mi fece impressione, fu sull’Instagram di Chiara Ferragni (la cui centralità in questo secolo è paragonabile a quella che aveva Avignone nel Trecento). Era la primavera del 2020, eravamo tutti chiusi in casa ad annoiarci, Chiara più di noi, e soprattutto più provata nel suo ruolo di Giorgio Mastrota del glamour: se non si esce non si vendono vestiti da sera, se si sta tutti in tinello perché mai uno stilista dovrebbe piazzare una borsetta al braccio della Ferragni. A quel punto Chiara ci aveva già traumatizzate dirottando la propria economia del sé su casalinghi e carboidrati (la volta in cui si fece riprendere mentre fingeva di pulire la doccia fu per me più sconvolgente di quella in cui fingeva di cucinare), ma non fu quello a cambiare il mondo.

Chiara Ferragni via Instagram

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Amnesty contro Beckham

(quotidiano.net, 25 ottobre 2021)

Bufera su David Beckham, testimonial dei prossimi Mondiali di Calcio in Qatar. «Si è venduto l’anima per pura avidità»: le associazioni per i diritti umani non vanno per il sottile nei confronti dell’ex campione, celebrità globale come la moglie Victoria, ex Spice girl. Beckham è considerato “colpevole” di aver firmato con il Qatar un accordo di 177 milioni di euro per diventare “ambasciatore” della Coppa del Mondo 2022, oltre a promuovere il turismo e la cultura nel Paese del Golfo. Paese che, come spesso riportato negli ultimi anni, è stato e continua ad essere al centro di scandali per le violazioni dei diritti umani, specialmente verso lavoratori migranti, donne e omosessuali.

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“Baldwin uccide”: il figlio di Trump vende magliette contro l’attore

di Andrea Parrella (fanpage.it, 25 ottobre 2021)

Alec Baldwin è distrutto per quanto accaduto sul set del film Rust, dove, in circostanze assolutamente involontarie, ha sparato e ucciso l’assistente alla fotografia Halyna Hutchins. Eppure la tragedia non ha evitato all’attore di finire al centro di una campagna mediatica terrificante, messa in moto dal figlio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che, nelle scorse ore, ha speculato sulla vicenda facendo leva sulla satira di Baldwin verso Trump negli scorsi anni. «Immaginatevi se al Saturday Night Live Trump imitasse Baldwin mentre spara a qualcuno», recita una delle storie Instagram di Donald Trump Jr.

Donald Trump Jr. via Instagram

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Quanto è “serio” l’attivista Richard Gere

(huffingtonpost.it, 23 ottobre 2021)

La star di Hollywood Richard Gere testimonierà al processo della Open Arms contro il leader della Lega Matteo Salvini. La Procura all’inizio si era opposta, ma il legale di Open Arms, che aveva citato l’attore, aveva ribadito: “Gere è stato a bordo della nave il 9 agosto 2019 e ci può riferire quali fossero le situazioni complessive a bordo”. La chiamata dell’attore americano tra i testi non è stata apprezzata da Salvini, che ha irriso Gere. “Ditemi voi quanto è un serio un processo dove verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere. Spero che duri il meno possibile perché ci sono cose più importanti di cui occuparsi” ha commentato il leader della Lega.

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Dal Psi ai No Vax, la politica secondo Montesano

di Paolo Molinari (agi.it, 23 ottobre 2021)

Vecchie fotografie in bianco e nero, un po’ ingiallite, mostrano un ragazzo dal fisico asciutto, con i capelli ricci e nerissimi, stringere la mano a Pietro Nenni e Sandro Pertini. Iniziavano allora, insieme, carriera artistica e passione politica di Enrico Montesano, fra alti e bassi, infatuazioni e ripensamenti, accelerazioni brucianti e frenate repentine. Così in teatro e al cinema come in piazza e fra gli scranni del Campidoglio e del Parlamento Europeo. La foto con Pietro Nenni è, naturalmente, più antica e risale agli inizi della carriera, quando Montesano riempiva i teatri della Capitale assieme a Gabriella Ferri e cominciava ad affacciarsi sul grande schermo con un titolo che, a leggerlo oggi, suona beffardo: Io non protesto, io amo.

LaPresse

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