Archivi tag: celebrity culture

Trump decadence

(linkiesta.it, 31 maggio 2024)

Donald Trump è stato giudicato colpevole di tutti i trentaquattro capi d’accusa di falsificazione di documenti aziendali nel quadro di un piano criminale di occultamento di denaro per evitare che le rivelazioni a sfondo sessuale dell’attrice porno Stormy Daniels gli pregiudicassero le elezioni del 2016. Il verdetto è arrivato dopo la seduta fiume di dodici ore della giuria, che ha emesso la sentenza del primo processo penale contro un presidente degli Stati Uniti.

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Blockout 2024: la ghigliottina digitale per punire il silenzio delle star su Gaza

di Silvia Renda (huffingtonpost.it, 14 maggio 2024)

La miccia che ha acceso la fiamma, come spesso accade, è un episodio banale o persino frainteso. Durante l’ultimo Met Gala, l’influencer Haley Baylee aveva interpretato il tema “Garden of Time”, proposto dall’organizzatrice Anna Wintour, con un’acconciatura e un abito floreali, in richiamo allo stile settecentesco di Maria Antonietta. Calata nella parte, Haley ha pronunciato di fronte alla telecamera la più celebre frase attribuita alla regina di Francia: «Che mangino brioches».

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Gennarone, sicuri che la politica sia affar tuo?

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 3 maggio 2024)

Non conoscevo Gennarone, il rapper che ha dato della [censura] a Giorgia Meloni dal palco del Primo Maggio a Foggia, così come non conoscevo la stragrande maggioranza dei Gennaroni e dei Gennarini che per la Festa del Lavoro si sono esibiti sui palchi di tutta Italia, dal Circo Massimo a quelli minimi. Di sfuggita tuttavia ho visto agitarsi e sbraitare uno di loro – che mi assicurano essere famoso, ma per me potrebbe essere chiunque – nel rilasciare un’intervista pre o post concertone, esponendo in stato semiconfusionale una supercazzola su lavoro e democrazia, sullo sfondo degli sguardi attoniti dei componenti della sua stessa band.

LaPresse

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Catch and kill: scovare una notizia e poi “ucciderla”

(ilpost.it, 24 aprile 2024)

Nell’agosto del 2015 Donald Trump, che allora era principalmente un imprenditore newyorkese che si era fatto una certa fama anche grazie al programma tv The Apprentice, andò a un appuntamento alla Trump Tower, la più famosa tra le sue proprietà immobiliari, col suo avvocato personale Michael Cohen e David Pecker. Pecker era da tempo amico di Trump, e dal 1999 era l’editore di American Media, un conglomerato che pubblica decine di riviste dedicate al mondo dello sport e del bodybuilding, ma anche vari settimanali e giornali scandalistici tra cui un tabloid chiamato National Enquirer.

Ph. Mary Altaffer / File – Ap

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La vita da incubo delle star del K-pop

(agi.it, 24 marzo 2024)

Il messaggio con cui la star del K-pop Karina chiedeva scusa su Instagram, all’inizio di marzo, suonava sinceramente contrito e lasciava immaginare al pubblico occidentale una qualche offesa difficile da giustificare. «Mi scuso sinceramente per aver sorpreso i miei fan che mi hanno supportato», scriveva la frontwoman della band Espa. Qual era la sua colpa? Aver riconosciuto pubblicamente di avere una relazione con l’attore Lee Jae-wook.

Afp

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Prepariamoci a vedere sempre più abiti d’archivio

(ilpost.it, 7 febbraio 2024)

Sempre più spesso le celebrità indossano sui red carpet e agli eventi importanti vestiti d’archivio, che non sono stati disegnati apposta e che non appartengono alla collezione in corso: insomma, non nuovi. È successo anche alla prima serata del Festival di Sanremo 2024, quando Clara, la prima cantante in gara, ha indossato un abito di Armani Privé della collezione di haute couture del 2011, presentato quindi a una sfilata 13 anni fa.

Pool / Getty Images

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La filosofia post-digitale di Lady Gaga

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 6 dicembre 2023)

Nell’estate del 2013, quando uscì Applause, il nuovo singolo di Lady Gaga, il mondo soffriva di affaticamento da Gaga. Ne soffriva l’artista stessa, che alla fine del suo Born this way ball tour si fermò molti mesi per operarsi all’anca. Applause è comunque un grande pezzo: fin dall’arpeggio di synth che fa da intro è un ritorno alla Gaga elettronica e massimalista di Poker face dopo la Gaga rock e un po’ predicatoria del precedente album Born this way.

Intrerscope

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Per una discussione più ampia sul ruolo degli influencer nella società

di Francesca Caon (huffingtonpost.it, 22 dicembre 2023)

In un contesto contemporaneo, dove il rapporto tra celebrity e pubblico non è mediato e in cui sostenitori e hater si scambiano di ruolo in maniera fluida e spesso mimetica, emerge un interrogativo: la strategia di riparazione adottata nel caso Ferragni-Balocco è stata veramente efficace? Nel recente episodio che ha coinvolto Chiara Ferragni e il marchio Balocco, emerge non solo una gestione apparentemente amatoriale della crisi, ma anche un riflesso delle dinamiche complesse e a volte insidiose dell’influencer marketing nella società attuale.

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L’esibizione della bontà nel secolo della militanza social

di Guia Soncini (linkiesta.it, 21 dicembre 2023)

A raccontarlo oggi non sembra neanche vero, ma una volta in questo derelitto Paese a scrivere di tv erano i più bravi. Erano gli anni in cui il varietà del sabato sera era una cosa che guardavamo in decine di milioni, era quando la cultura popolare era un segmento condiviso: guardavamo tutti le stesse cose, non i pezzettini di realtà che selezionava l’algoritmo, e quindi ci capivamo quando facevamo conversazione.

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Forse, prima di tutto, il finanziamento degli ospedali non andrebbe delegato agli influencer e ai pandori?

di Davide Piacenza (esquire.com, 18 dicembre 2023)

Maledetto il Paese che ha bisogno di influencer. C’è un’email pubblicata dal Corriere della Sera nel contesto del famigerato scandalo sui pandori “Pink Christmas” a marchio Chiara Ferragni venduti l’anno scorso da Balocco, che andrebbe discussa. È quella in cui un anonimo funzionario dell’azienda dolciaria torinese risponde caustico alle richieste del team dell’influencer, spiegando: «Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante».

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