di Vincenzo Castellano (agi.it, 6 aprile 2021)
Ludwig van Beethoven, Carl Philipp Emanuel Bach, Gioacchino Rossini, Alfredo Casella, Dmitrij Šostakovič. Per contro, Napoleone Bonaparte, Federico il Grande di Prussia, Metternich, Mussolini e il fascismo, Stalin. Da una parte cinque grandi nomi della musica, dall’altra cinque figure politiche tanto potenti quanto controverse. C’è un legame? Sì, ed è quello che vede il potere “lusingare” la musica perché sa che questa è la forma d’arte che più entra nel sentire collettivo, pervade una comunità e quindi più di altre forme consente al potere stesso di penetrare nel corpo sociale e farlo suo, condizionarlo. E se la lusinga non basta, c’è anche la forza repressiva, il mettere nell’angolo, il discriminare. Ma non sempre riesce al potere, perché qualche volta la musica “gliele ha suonate…”.