Archivi tag: campagna elettorale

Le incriminazioni fanno bene a Trump?

(ilpost.it, 14 agosto 2023)

Nel giro di pochi mesi l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato incriminato a seguito di tre diverse indagini, tutte riguardanti reati piuttosto gravi. Nei prossimi giorni, secondo i giornali americani, potrebbe ricevere una quarta incriminazione in Georgia per reati legati al tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. Nonostante questo, negli ultimi mesi la sua popolarità di fronte agli elettori Repubblicani è aumentata considerevolmente.

Ph. Mariam Zuhaib / Ap

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Parte la caccia alla foto segnaletica di Trump

(agi.it, 1° aprile 2023)

Il tema della foto segnaletica di Donald Trump irrompe nel caso Stormy Daniels. Finirà per essere pubblicata nonostante il divieto? Diventerà un gadget della campagna presidenziale del tycoon? L’ex presidente degli Stati Uniti, incriminato dal gran giurì per il pagamento in nero nel 2016 della pornostar che voleva rivelare la loro breve relazione, in base al protocollo giudiziario stabilito per i sospettati verrà sottoposto martedì, quando dovrà presentarsi al tribunale di New York, al prelievo delle impronte digitali e alla foto segnaletica.

Ph. Lynne Sladky / Ap

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Donald Trump è stato incriminato

(ilpost.it, 31 marzo 2023)

Giovedì sera il gran giurì del tribunale di Manhattan, a New York, ha votato per incriminare Donald Trump: è il primo ex presidente americano a essere sottoposto a un processo penale nella storia degli Stati Uniti. Le accuse precise per cui Trump è stato incriminato non sono ancora state rese pubbliche, ma il caso su cui sta indagando la procura di Manhattan riguarda un presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, che Trump avrebbe fatto nel 2016 tramite la sua azienda e il suo ex avvocato Michael Cohen per comprare il silenzio dell’attrice su un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima.

Getty Images

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La corsa elettorale del treno delle vanità

di Sara Gentile (huffingtonpost.it, 5 settembre 2022)

Il martellare dei telegiornali e dei talk show, innanzitutto, in questi giorni non è informazione, ma piuttosto un guardare dal buco della serratura, una forma di voyeurisme politico che non informa, né agevola la partecipazione dei cittadini alla cosa politica. Il giornalismo, quello televisivo, deve interrogarsi su ciò, e i politici pure. Ritengo che il potere nelle sue prassi e meccanismi abbia necessità di una parte di riservatezza che è propria della sua natura, quella che gli consente di prendere decisioni fuori dal tifo da stadio o dalle imprecazioni degli scontenti. Voglio dire non gli arcana imperii di una volta, la segretezza che permette tutti gli arbitrii, ma il limite di una soglia oltre la quale tutto diventa curiosità gratuita e, inoltre, toglie al potere una delle sue insegne importanti: non essere svenduto alle bancarelle dei media come una storia qualunque.

Ph. Roberto Monaldo / LaPresse

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Il “Grande Fratello dei politici”: perché non trasformare direttamente le elezioni in un reality?

di Giulia Carcasi (tpi.it, 16 agosto 2022)

Un tempo l’avremmo chiamata “campagna elettorale”, ma negli ultimi anni c’è stata una tale rivalutazione della campagna e una tale svalutazione delle elezioni, che accostare i due termini risulta stridente. Di certo nei partiti non si respira più l’aria salubre dei terreni rurali, né s’intravedono le cime dei paesaggi montani. Assomiglia piuttosto a un “mare elettorale” la massa informe nella quale sguazzano politici di specie diverse, boccheggiando ininterrottamente, come se vincesse chi ha più voce: tutti i “fiumi di parole” dei Jalisse sono confluiti in questo mare. Come un’onda, anche la messa in onda è implacabile: “Un posto in Parlamento” è la soap opera dell’estate, trasmessa a reti unificate, ventiquattro ore su ventiquattro. Certi senatori sembrano diventati “senattori”, consumati divi alla conquista dell’elettorato tramite i trucchetti del mondo dello spettacolo: la suspense, il colpo di scena…

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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La brutta copia di Alberto Angela (cosa non si fa in campagna elettorale)

di Manginobrioches (huffingtonpost.it, 24 ottobre 2019)

Le prova proprio tutte, l’ex ministro della Propaganda. Dopo aver per anni incarnato il perfetto assaggiatore di sagre, fiere e feste, aspirante giurato a qualsiasi talent gastronomico (ma la trasmissione di riferimento sembra piuttosto la celeberrima Man vs Food, epica sfida dell’uomo ai piatti più enormi del pianeta e alla civiltà del colesterolo tutta), ora ci prova con uno dei capisaldi della televisione italiana.MatteoSalvini_AlbertoAngela Continua la lettura di La brutta copia di Alberto Angela (cosa non si fa in campagna elettorale)

San Valentino instrumentum regni: quell’ossessione sovranista per i simboli religiosi

di Andrea Fioravanti (linkiesta.it, 24 ottobre 2019)

Salvini bacia il rosario, Meloni invoca «Dio, padre e famiglia», Conte confessa di avere nel portafoglio il santino di Padre Pio. Quando si tratta di fare campagna elettorale ogni mezzo è lecito, e i politici italiani usano la religione per ottenere qualche voto in più. L’ultimo esempio è quello di Luigi Di Maio che mercoledì, al santuario di San Valentino a Terni, ha chiesto al Santo di proteggere «tutte le persone innamorate del bene comune. L’amore per la cosa pubblica e per il Paese salveranno questa nazione».

Adnkronos
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Come la Lega spende i soldi sui social

(ilpost.it, 13 maggio 2019)

Per la campagna elettorale in vista delle elezioni europee, che si terranno il prossimo 26 maggio, la Lega sta spendendo decine di migliaia di euro sui social network per promuovere le attività di Matteo Salvini, il suo leader nonché vicepresidente del Consiglio. Gli annunci sponsorizzati su Facebook dalla Lega coprono numerosi argomenti, dalla propaganda contro gli immigrati ai video dei discorsi di Salvini.adv-lega-social-19 Continua la lettura di Come la Lega spende i soldi sui social