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Bruce Springsteen oltre l’alluvione

di Giovanni Ansaldo (internazionale.it, 19 maggio 2023)

A un certo punto, verso metà del concerto al Parco Giorgio Bassani di Ferrara, Bruce Springsteen canta più volte “And hard times come and hard times go”, i tempi difficili vanno e vengono, mentre esegue il brano Wrecking ball. Lo ripete con enfasi crescente, mentre gli strumenti dietro di lui crescono. In questo momento i tempi difficili non sono molto lontani, sono a meno di un’ora di auto da qui. Ci sono persone sommerse dall’acqua e dal fango, che hanno perso la casa o addirittura la vita (le vittime accertate dell’alluvione in Emilia-Romagna al momento sono 14).

Ph. Roberto Serra / Iguana Press – Getty Images

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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Barack Obama e Bruce Springsteen hanno fatto un podcast insieme

di Laura Puglisi (iodonna.it, 23 febbraio 2021)

L’immaginario della bandiera a stelle e strisce potrebbe sembrare l’unica cosa ad accomunare il Boss e l’ex presidente degli Stati Uniti. Bruce Springsteen e Barack Obama hanno coronato la loro amicizia, nata durante la campagna elettorale del 2008, con un podcast intitolato Renegades: Born in the Usa. Il podcast, prodotto dalla Higher Ground, la casa di produzione degli Obama, è composto da otto episodi. I primi due sono stati lanciati ieri, lunedì 22 febbraio, su Spotify. Con due nomi del genere, non stupisce se sarà presto un successo come il podcast dell’ex First Lady Michelle Obama. Composto da otto episodi, Renegades: Born in the Usa sembra nascere e svilupparsi come una chiacchierata tra vecchi amici che si raccontano a vicenda il contesto in cui sono cresciuti, dall’infanzia al rapporto coi rispettivi padri, dalla musica al matrimonio, fino ai bei tempi sui palchi dei rally.

Spotify
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Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 30 giugno 2020)

I Rolling Stones contro Donald Trump, e non solo. A Tulsa, nel comizio di apertura della sua campagna elettorale, il presidente ha fatto suonare You can’t always get what you want: una canzone che ha compiuto 52 anni, dal momento che fu registrata il 16 e 17 novembre 1968, per essere inclusa nell’album del 1969 Let it bleed.WoodyGuthrie_This_machine_kills_fascists Continua la lettura di Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

La lista dei cantanti anti-Trump? Sempre più lunga e agguerrita

di Giusi Fasano («7», suppl. al Corriere della Sera», 8 novembre 2018)

La diffida è arrivata pochi giorni fa all’ufficio legale della Casa Bianca. Mittente: l’avvocato del cantante americano Pharrell Williams. Che se la prende direttamente con Donald Trump. «Il giorno dell’omicidio di 11 persone per mano di un “nazionalista” folle», scrive, «il Presidente ha usato la canzone Happy (Felice) in un evento politico in Indiana. Non c’era nulla di “felice” nella tragedia inflitta al nostro Paese e nessuna autorizzazione era stata concessa per l’uso di questa canzone per questo scopo».pharrell-vs-trump Continua la lettura di La lista dei cantanti anti-Trump? Sempre più lunga e agguerrita

Donald Trump cede al pressing di Melania (e di mezzo mondo): firma ordine per riunire famiglie dei migranti

(huffingtonpost.it, 21 giugno 2018)

Alla fine è passata la linea del buon senso, ma per i media americani determinante è stato il ruolo delle donne di casa Trump, Melania e Ivanka. Dalla Silicon Valley a star come Bruce Springsteen e Bono Vox, dai repubblicani agli evangelici sino a Theresa May, il presidente americano Donald Trump era stato travolto da una pressione planetaria di indignazione per la separazione di oltre 2.000 bambini dai genitori che varcano illegalmente la frontiera Usa-Messico, culminata con la condanna del Papa contro una politica “immorale”.

The Washington Post / Getty Images
The Washington Post / Getty Images

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Grushecky, Springsteen raise their voices on Trump protest song

by Scott Mervis (post-gazette.com, April 19, 2017)

Joe Grushecky and Bruce Springsteen have joined forces once again, this time on a passionate protest anthem called That’s What Makes Us Great. It’s the first track that the singer-songwriters from Pittsburgh and New Jersey have worked on since Grushecky’s 2009 album East Carson Street.Grushecky-Springsteen Continua la lettura di Grushecky, Springsteen raise their voices on Trump protest song

Una canzone pacifista alla festa dei reduci: fischi e tweet al veleno contro Springsteen

di Arturo Zampaglione («la Repubblica», 15 novembre 2014)

Era il primo concerto del genere. In occasione della giornata dei veterani, Howard Schultz, fondatore e presidente della Starbucks, ha organizzato assieme alla rete televisiva Hbo una serata musicale nel Mall di Washington, la grande spianata verde nel cuore della capitale, costellata di monumenti alla democrazia, memoriali per i caduti ed edifici pubblici. Lì, di fronte a centinaia di migliaia di reduci vecchi e giovani delle guerre americane, oltre che dei loro familiari e di giovani della città, si sono esibiti gratuitamente per tre ore alcune delle star più famose della musica americana: Eminem, Rihanna, Carrie Underwood, Black Keys, Metallica. Ma il “Concerto del Valore”, come è stato chiamato, ha riservato anche una sorpresa — seguita da fischi e polemiche — quando sul palco è arrivato “The Boss”, cioè Bruce Springsteen, assieme a Zac Brown e Dave Grohl. Continua la lettura di Una canzone pacifista alla festa dei reduci: fischi e tweet al veleno contro Springsteen