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Lezioni trumpiane: la musica non può più cambiare il mondo

10 Novembre 2024Readings on Star PoliticsBeyoncé, Billie Eilish, Blowing in the wind, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Donald Trump, Elon Musk, Imagine, J.D. Vance, John, Kamala Harris, Lady Gaga, Nirvana, politica-per-media, political endorsement, Smells like teen spirit, star politics, Taylor Swift, Usa 2024, World gone wrongStar Politics

di Gabriele Isman (huffingtonpost.it, 8 novembre 2024)

La cavalleria non è bastata, o forse non è mai arrivata. Nonostante gli endorsement di Bruce Springsteen, Billie Eilish, Taylor Swift, Beyoncé e Lady Gaga, Kamala Harris ha perso e hanno vinto gli altri, Donald Trump e Elon Musk che sembra vicepresidente più di J.D. Vance. Una volta la musica poteva cambiare il mondo – Imagine di John Lennon è ancora una speranza di pace e Blowing in the wind è stato l’inno di almeno un paio di generazioni, e che stavolta Bob Dylan non si sia fatto sentire forse era già un segnale – ma adesso non bisogna più scegliere.

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“We are the world”, il miracolo di Quincy Jones

10 Novembre 2024Readings on Star PoliticsAl Jarreau, Band Aid, blaxploitation, Bob Dylan, Bob Geldof, Bruce Springsteen, Cyndi Lauper, Diana Ross, Do they know it’s Christmas, Frank Sinatra, Huey Lewis, In the Heat of the Night, La calda notte dell’ispettore Tibbs, Lionel Richie, Live Aid, Madonna, Michael Jackson, Miles Davis, Paul Simon, politica-per-media, Prince, Quincy Jones, Ray Charles, star politics, Stevie Wonder, Thriller, Tina Turner, Usa for Africa, We are the worldStar Politics

di Andrea Silenzi (repubblica.it, 4 novembre 2024)

Era l’epoca della coscienza: i musicisti avevano deciso di prendersi cura del mondo, anzi dei disperati del mondo. Sulla scia di Band Aid – Do they know it’s Christmas, l’invenzione di Bob Geldof con le grandi star inglesi, Lionel Richie e Michael Jackson avevano scritto una canzone con la stessa finalità: raccogliere fondi per combattere la crisi alimentare in Africa.

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L’indisposizione umana a votare come le star

31 Ottobre 2024Readings on Star PoliticsAmazon Prime, Barack Obama, Beyoncé Knowles, Bruce Springsteen, celebrità, Donald Trump, Ellen Cushing, Elvis Presley, George Clooney, Jay Z, Jeff Bezos, Joe Biden, Kamala Harris, Leon Wieseltier, politica-per-media, political endorsement, show business, star politics, The Ed Sullivan Show, The Washington Post, Usa 2024Star Politics

(linkiesta.it, 29 ottobre 2024)

È il 1956. Elvis Presley non ha ancora compiuto ventidue minuscoli anni, sta per uscire il film Love me tender, mentre canta sculetta così tanto che Ed Sullivan non lo vuole nel suo programma per famiglie. Finché quello va ospite della concorrenza, vince la serata, e Sullivan – che era abituato a fare il programma più visto d’America, secondo solo a I love Lucy – si arrende. Cinquantamila dollari per tre puntate.

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Anche gli Abba le suonano a Trump

9 Settembre 2024Readings on Star PoliticsAbba, Adele, Beyoncé Knowles, Björn Ulvaeus, Black Sabbath, Bruce Springsteen, campagna elettorale, Céline Dion, Dancing Queen, Dave Porter, Donald Trump, Foo Fighters, Freedom, George Harrison, Hold on I’m coming, Kamala Harris, Money money money, My heart will go on, My hero, Neil Young, Nothing compares 2U, Ozzy Osbourne, politica-per-media, Robert F. Kennedy Jr., Saint Cloud (Minnesota), Sam & Dave, Sharon Osbourne, Sinéad O’Connor, star politocs, The Rolling Stones, The winner takes it all, Tom Petty, Universal Music, Usa 2024, You can’t always get what you wantStar Politics

(adnkronos.com, 29 agosto 2024)

Anche dagli Abba arriva a Donald Trump la diffida a continuare a usare canzoni e video del leggendario gruppo svedese nei suoi comizi e rally. In particolare diverse storiche canzoni del gruppo pop degli anni Settanta, ma ancora popolarissimo, tra le quali Money, money, money, The winner takes it all e Dancing Queen, sono state usate durante un comizio a Saint Cloud, in Minnesota, che ospita la più grande comunità di svedesi in America, come riporta il giornale Svenska Dagbladet.

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I Foo Fighters contro Trump che li usa per accogliere Kennedy Jr. sul palco

27 Agosto 2024Readings on Star PoliticsAdele, Beyoncé, Bruce Springsteen, Céline Dion, Dave Grohl, Dave Porter, Donald Trump, Foo Fighters, Freedom, George Harrison, Hold on I’m coming, My heart will go on, My hero, Neil Young, Nothing compares 2U, politica-per-media, Robert F. Kennedy Jr., Rolling Stones, Sam & Dave, Sinéad O’Connor, star politics, Tom Petty, Usa 2024Star Politics

(adnkronos.com, 24 agosto 2024)

Donald Trump continua la sua campagna elettorale in vista del voto per la Casa Bianca e, com’è ormai tradizione per il tycoon, incassa nuove reazioni piccate da parte degli artisti che scoprono l’utilizzo dei loro brani nei suoi comizi. Oggi è il turno dei Foo Fighters, che, alla domanda se fosse stato autorizzato l’uso di My hero per accogliere Robert Kennedy Jr. sul palco nell’ultima apparizione dal vivo del candidato repubblicano, rispondono con un secco «no».

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Bruce Springsteen, “Born in the U.S.A.”

4 Giugno 2024Readings on Star PoliticsBorn in the U.S.A., Bruce SpringsteenStar Politics

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Trump non deve usare le canzoni di Sinéad O’Connor

7 Marzo 2024Readings on Star PoliticsAbba, Adele, Born in the U.S.A., Bruce Springsteen, Chrysalis Records, Dancing Queen, Donald Trump, Don’t Stop the Music, Elvis Presley, Hilary Clinton, Johnny Cash, Luciano Pavarotti, Nessun dorma, Nothing Compares 2 U, politica-per-media, Rihanna, Ring of Fire, Sinéad O’Connor, star politics, Suspicious Minds, The Rolling Stones, Usa 2024, You can’t always get what you wantStar Politics

di Luca Mariani (agi.it, 5 marzo 2024)

Gli eredi di Sinéad O’Connor hanno chiesto a Donald Trump di smettere di usarne la musica durante le sue manifestazioni politiche. Il mese scorso Trump ha suonato la canzone più famosa di O’Connor, Nothing Compares 2 U, durante un evento elettorale nel Maryland. Gli eredi della cantante hanno dichiarato a Bbc News che non sarebbe esagerato dire che «Sinéad sarebbe stata disgustata, ferita e insultata».

Ph. Rich Fury – Ethan Miller – Judith Burrows – Frazer Harrison – Alon Skuy / Getty Images

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Eminem e gli altri: i cantanti salgono sulle barricate contro i politici

6 Settembre 2023Readings on Star PoliticsAdele, Aerosmith, Black Lives Matter, Bobby McFerrin, Boris Johnson, Born in the Usa, Brand new day, Brian May, Bruce Springsteen, campagna elettorale, Devil’s sidewalk, Donald Trump, Don’t worry be happy, Elton John, Eminem, Fatboy Slim, Fedez, Friendly Fires, George H.W. Bush, George W. Bush, Gianluigi Paragone, Jackson Browne, John McCain, Liz Truss, Lose yourself, Luciano Pavarotti, M People, Macho Man, Matteo Salvini, Moving on up, Neil Young, Nessun dorma, Pharrell Williams, politica-per-media, Prince, propaganda, Queen, R.E.M., Right Here Right Now, Rihanna, Rocket man, Rockin’ in the free world, Rolling Stones, Ronald Reagan, Running on empty, star politics, Sting, Tiny dancer, Vasco Rossi, Victor Willis, Village People, Vivek Ramaswamy, We are the champions, Y.M.C.A., You can’t always get what you wantStar Politics

di Daniela Lanni (lastampa.it, 30 agosto 2023)

Cantanti contro politici. Uno scontro che si ripete da anni, ogni volta che arriva la stagione elettorale e il candidato di turno utilizza il brano del proprio artista o band preferita come colonna sonora della propria campagna. L’ultimo match vede protagonisti il multimilionario biotecnologico e potenziale candidato repubblicano americano Vivek Ramaswamy ed Eminem.

Ph. Chris Pizzello / Ap – File

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Amici immaginari. I fan, i follower, gli influencer e l’invadenza nelle vite dei famosi

1 Agosto 2023Readings on Star PoliticsAndrea Purgatori, Bruce Springsteen, capitalismo, Chiara Ferragni, Cristina Fogazzi, fama, fan, follower, Graham Norton, influencer, iperdivismo, Loredana Lipperini, Michela Murgia, politica-per-media, postdivismo, social, star politics, Stardust Memories, Woody AllenStar Politics

di Guia Soncini (linkiesta.it, 28 luglio 2023)

Chissà se, prima della rivoluzione, qualche popolano francese si era illuso che Maria Antonietta fosse la sua migliore amica. Magari quella aveva sorriso dal finestrino della carrozza, ovvero aveva fatto il proprio lavoro passando in mezzo ai sudditi, e lui aveva equivocato. Secondo me no. Secondo me duecentocinquant’anni fa erano più svegli di ora, che ci percepiamo furbissimi mentre brilliamo per stolidità.

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Il tic dei concerti dopo le disgrazie

30 Maggio 2023Readings on Star Politicsalluvione in Emilia-Romagna, Amiche per l’Abruzzo, Bob Geldof, Bruce Springsteen, Concerto per l’Emilia, Do they know it’s Christmas?, Live Aid, politica-per-media, star politicsStar Politics

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 maggio 2023)

Prima di Do they know it’s Christmas?, i bambini africani erano un concetto astratto: il ricatto con cui ai bambini italiani venivano fatte mangiare le verdure. Finisci quello che hai nel piatto, non ci pensi ai bambini che muoiono di fame in Africa? Adesso, che ogni volta che apriamo un video di YouTube parte una pubblicità di Save the Children in cui bambini con la pancia gonfia e ricoperti di mosche ci ricordano quanto siamo fortunati ad avere non solo le verdure ma gli antibiotici, quasi non ci ricordiamo che c’è stato un tempo prima di Bob Geldof.

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