Archivi tag: Bret Easton Ellis

“Material girl”, Madonna e un equivoco lungo quarant’anni

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 24 gennaio 2025)

Il 23 gennaio del 1985, esattamente quarant’anni fa, usciva Material girl di Madonna. Era il secondo singolo dal suo album Like a virgin, uscito nel novembre dell’anno prima. La canzone ha rappresentato una svolta nella carriera e nell’immagine dell’artista ed è diventata la sua signature song, il suo cavallo di battaglia. Material girl è anche un pezzo indissolubilmente legato agli anni Ottanta, universalmente ricordati come la me decade (un decennio di egoismo ed egocentrismo) e la decade of greed (il decennio dell’avidità).

Continua la lettura di “Material girl”, Madonna e un equivoco lungo quarant’anni

La profezia di “American Psycho”

Lionsgate

di Giulio Zoppello (wired.it, 21 gennaio 2025)

American Psycho di Mary Harron ha avuto un impatto unico, inimitabile, a dispetto di un’accoglienza alquanto polarizzata quando fu presentato per la prima volta al Sundance Film Festival il 21 gennaio 2000. Ad un quarto di secolo di distanza, l’allucinata crociata sanguinolenta di Patrick Bateman è diventata una profezia chirurgica di ciò che siamo diventati, dell’abisso morale dentro cui ci tocca vivere, tra consumismo e culto dell’immagine.

Continua la lettura di La profezia di “American Psycho”

La satira in America e altre quisquilie

Ph. Jeenah Moon / Getty Images

di Giada Biaggi (ilpost.it, 8 novembre 2024)

Un minuto e mezzo. Novanta secondi. La durata massima di un reel di Instagram, ma anche all’incirca quella dell’apparizione cameo di Kamala Harris lo scorso 2 novembre al Saturday Night Live, lo show comico di punta di Nbc, l’emittente “blue-Klein-democrats” (vuol dire “blu partito democratico”, volevo giocare con l’arte riferendomi a Yves Klein, un artista celeberrimo per il suo blu, ma mi sa che sul Post devo spiegarlo bene), al fianco della comedian Maya Rudolph.

Continua la lettura di La satira in America e altre quisquilie

Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è «la più infelice delle religioni»

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 17 gennaio 2021)

«La cancel culture è la distruzione dell’anima creativa, il politically correct è diventato la più infelice religione del mondo». A sostenerlo è Nick Cave che, con composta eleganza, sulle pagine del britannico Spectator sottolinea quanto possa essere «asfissiante per la società» quell’atteggiamento di colpevolizzazione e privazione di sostegno e gradimento, sovente espresso tramite i social media, nei riguardi di personaggi pubblici, aziende o prodotti culturali ritenuti portatori di un messaggio offensivo o politicamente scorretto. Il cantautore australiano è, in ordine di tempo, l’ultima delle celebrità che hanno palesato dissenso per una tendenza che rischia di trasformare la società in «inflessibile, paurosa, vendicativa e priva di senso dell’umorismo», sottolinea lui.

Getty / Harper’s Magazine
Getty / Harper’s Magazine

Continua la lettura di Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è «la più infelice delle religioni»