Sanremo è una forma di welfare comunicativo. Ogni anno garantisce due mesi di carro di visibilità su cui salire per avere il proprio titolo di giornale. Tre anni fa ne approfittarono le femministe dell’Instagram, quando Amadeus disse che la fidanzata di Valentino Rossi stava un passo indietro: poteva non approfittarne Matteo Salvini?
Questa è la storia del presidente degli Stati Uniti d’America. Anzi, no: è la storia del presidente della regione Emilia-Romagna e del sindaco di Bologna. Anzi, no: è la storia d’un influencer qualunque. Ma, diranno i miei venticinque lettori, ci sta dunque dicendo che i tre politici elencati sono degli influencer qualunque? No, cioè sì (certo che lo sono, siamo tutti aspiranti influencer), ma voglio proprio raccontarvi la storia d’un influencer qualunque, di quelli pagati dalle aziende per dire quanto sono buoni i tali beveroni dietetici o i talaltri alberghi a sette stelle. Un giorno l’influencer è di malumore: le sue storie fanno poche visualizzazioni. Ha provato tutti i trucchi che in genere attirano pubblico. Il cane coccoloso. I luoghi di vacanza fotogenici. I monologhi dolenti su qualche dramma familiare, vero o immaginario, trauma infantile, vero o immaginario, problema di salute, vero o immaginario.
Bono è a Roma per partecipare a un incontro con il Papa organizzato da Scholas Occurrentes, una fondazione pontificia che si occupa di educazione dei più svantaggiati, nel corso di una cerimonia nell’Aula Magna dell’Università Urbaniana. «L’educazione delle ragazze è un superpotere per combattere l’estrema povertà, e vorrei chiedere a Sua Santità sei lei pensa che le donne e le ragazze abbiano lo stesso ruolo potente per cambiare il mondo e il cambiamento climatico», ha detto il leader degli U2. «Parliamo della madre-terra, non del padre-terra», ha risposto il Pontefice con un sorriso, ricevendo un lungo applauso. I giovani hanno accolto il Papa con uno spettacolo di canti e recite ispirati alla tutela dell’ambiente. «Serve poesia e coraggio» per la cura della casa comune, bisogna «difendere l’armonia della creazione, e le donne sanno di armonia più di quanto sappiamo noi uomini», ha detto Francesco, che ha lanciato il Movimento Educativo Internazionale Scholas Occurrentes durante un incontro con i ragazzi.
Sunday Bloody Sunday, è un’altra sanguinosa domenica in Ucraina. Le note della celebre canzone degli U2, ispirata ai fatti di Derry di cinquant’anni fa, risuonano nei tunnel della metropolitana di Kiev, mentre in superficie si moltiplicano gli allarmi anti-aereo. Bono e The Edge hanno deciso di omaggiare il coraggio dei “combattenti per la libertà” con un concerto a sorpresa nella stazione bunker di Khreshchatyk, la stessa che un paio di settimane fa ospitò la conferenza stampa fiume del presidente Volodymyr Zelensky. «La gente in Ucraina sta combattendo anche per tutti noi che amiamo la libertà», ha detto la leggenda del rock, ricordando il passato conflitto nell’Irlanda del Nord contro un “vicino potente”. «Preghiamo che possiate godere presto di un po’ di quella pace», ha aggiunto Bono tra un brano e l’altro, per un pubblico ristretto e selezionato, tra cui alcuni militari e il ministro della Cultura e dell’Informazione ucraino, Oleksandr Tkachenko.
di Ilaria Betti (huffingtonpost.it, 23 settembre 2021)
Non comprano solo auto lussuose e ville stravaganti. Con i guadagni milionari, alcuni vip decidono di fare la propria parte per salvare il mondo, investendo in startup green ed eco. Una vera e propria mania che sta contagiando sempre più celebrities. Tra queste, anche alcuni veterani dei finanziamenti verdi, come Leonardo Di Caprio che di recente ha investito sulla carne in vitro, diversa dalla carne vegetale perché realizzata coltivando cellule prelevate dagli animali. L’obiettivo della startup è ridurre gli allevamenti intensivi, fonte di inquinamento; quello di Di Caprio è fare qualcosa per risollevare le sorti del pianeta.
Si è tenuta al Lingotto a Torino l’inaugurazione di Casa 500 e della Pista 500. In occasione dell’evento è stata presentata anche la Fiat Nuova 500 Red, la prima auto risultato della collaborazione con il progetto benefico di Bono Vox e Bobby Shriver (nato nel 2006 e che prende il nome dal colore dell’emergenza) per dare il proprio contributo alla lotta contro le pandemie (Aids allora e oggi anche il Covid-19). Casa 500 non è solo un percorso museale, ma un viaggio verso il futuro ispirato dalle radici dell’icona Fiat.
La nostra band, gli U2, ha dato avvio al tour europeo due mesi fa con un’idea che pensavamo potesse risultare un po’ provocatoria, un po’ trasgressiva. Appigliandoci alla presunzione bonaria delle rockstar impegnate in una causa, abbiamo annunciato che avremmo sventolato una grande, sgargiante bandiera blu dell’Ue. Non sapevamo che tipo di reazioni questo gesto avrebbe suscitato.Continua la lettura di U2, Bono: «Diamo un’anima alla bandiera dell’Europa»→
di Salvatore Cernuzio (lastampa.it, 19 settembre 2018)
«Un uomo straordinario per tempi straordinari». Bono Vox, storico frontman della band U2, sintetizza in poche parole la sua impressione di Francesco, il papa argentino con cui sembra condividere la preoccupazione sull’aumentare della povertà, della mancanza di educazione e della «bestia selvaggia» del capitalismo nel mondo.Continua la lettura di Bono: «Il Papa straordinario. Abbiamo parlato di abusi, ho visto il suo dolore»→
Alla fine è passata la linea del buon senso, ma per i media americani determinante è stato il ruolo delle donne di casa Trump, Melania e Ivanka. Dalla Silicon Valley a star come Bruce Springsteen e Bono Vox, dai repubblicani agli evangelici sino a Theresa May, il presidente americano Donald Trump era stato travolto da una pressione planetaria di indignazione per la separazione di oltre 2.000 bambini dai genitori che varcano illegalmente la frontiera Usa-Messico, culminata con la condanna del Papa contro una politica “immorale”.
Gesto clamoroso del cantante fondatore dei concerti di Live Aid contro la leader birmana per la persecuzione del popolo musulmano dei Rohingya. Riconsegna a Dublino il suo premio “Libertà” concesso nel ’96 anche alla Nobel della Pace
di Raimondo Bultrini (repubblica.it, 13 novembre 2017)
Dopo il cantante Bono e gli U2, un altro celebre artista irlandese, Bob Geldof, ha espresso pubblicamente e con un gesto clamoroso la sua delusione e indignazione per il comportamento della leader birmana Aung San Suu Kyi verso i musulmani Rohingya, costretti alla fuga verso il Bangladesh per le violente persecuzioni dei militari.Continua la lettura di Rohingya, Bob Geldof restituisce premio per protesta contro Aung San Suu Kyi→