Continua la lettura di Bob Dylan, “The death of Emmett Till”
Archivi tag: Bob Dylan
Elogio di Taylor Swift
di Benedetta Grasso (linkiesta.it, 17 novembre 2021)
Una delle cose che ho sempre invidiato ad alcune generazioni precedenti è l’idea di crescere in sintonia con un gruppo o un cantante, più o meno della stessa età. In apparenza l’abbiamo fatto tutti, in ogni decennio, ma crescere in un altro senso: segnare delle fasi formative, delle evoluzioni intellettuali, sperimentali, culturali, in parallelo con gli album in uscita. Prendendolo in mano, vedendo la storia e la politica e lo spirito di una generazione rivoluzionarsi nelle settimane successive, ascoltandolo mille volte. Oggi con Red ri-scritto, re-released anche con un corto al Lincoln Center, è scoppiata una festa in ogni città – come con la beatlemania – di nostalgia allegra: persone vestite di rosso per strada, che ballano su canzoni scritte a 21 anni e riprese a 31.
Bob Dylan a ruota libera
di Carlo Massarini (linkiesta.it, 23 ottobre 2021)
The Freewheelin’ è il secondo album di Bob Dylan, ed è allo stesso tempo una perfetta fotografia dell’anno in cui è concepito e qualcosa che trascende il suo tempo, perché contiene temi – i maestri della guerra, il razzismo e le risposte che soffiano nel vento, lampi di apocalisse sotto una dura pioggia, le separazioni e l’andare avanti, il surrealismo metaforico dei sogni – che fanno parte della natura umana. Dylan qui è ancora un ragazzino, 22 anni, i capelli ispidi che diventeranno il suo trademark, la sua prima fidanzata Suze Rotolo abbracciata a lui mentre camminano nella neve di Jones Street nel Village a New York a due passi da dove abitano, appena un album di cover acerbe alle spalle ma in tasca una manciata di canzoni da grande, che cambieranno la storia della musica, della società, della sua vita e di quella di milioni di terrestri.
The Staple Singers, la famiglia del gospel che cantò la lotta per i diritti civili degli afroamericani
di Carlo Massarini (linkiesta.it, 26 giugno 2021)
È il 1965. In Alabama, Stato del Sud segregazionista, viene ucciso dalla polizia l’attivista di un Comitato che lavora per ottenere il diritto di voto ai neri. In teoria, il Civil Rights Act del 1964 ha posto fine alla segregazione razziale, ma ai neri viene ancora impedito con vessazioni varie di registrarsi per poter votare. Viene organizzata la prima di tre marce per la libertà, le Freedom March. La prima viene impedita con la forza da vari gruppi razzisti e dalla polizia di Stato, ma le immagini vanno in onda ai tg nazionali e destano scalpore. Dopo la seconda, viene ucciso un altro partecipante. Persino il presidente Johnson interviene per garantire che la marcia sia protetta e, visto che il Governatore Wallace si rifiuta, manda l’esercito.

Bob Dylan, 80 anni di un artista “never ending”
di Enzo Bonaiuto (adnkronos.com, 22 maggio 2021)
Cantautore, musicista, poeta, persino pittore e scultore: qualunque categoria si scelga, appare riduttiva per descrivere l’artista Bob Dylan, che lunedì compirà ottant’anni, essendo nato il 24 maggio del 1941 (da genitori ebrei ucraini, con nonni paterni di origini turche e materni di origini lituane) a Duluth, cittadina americana del Minnesota, porto sui Grandi Laghi, con il nome di Robert Allen Zimmerman, poi cambiato legalmente in Robert “Bob” Dylan – che, dunque, non può considerarsi un nome d’arte – quando aveva vent’anni. Artista a 360 gradi, che comunque ha un posto riservato nell’Olimpo della Musica.

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Francesco De Gregori, i 70 anni del principe dei cantautori
di Antonella Nesi (adnkronos.com, 2 aprile 2021)
Francesco de Gregori, il “principe” dei cantautori italiani, compie domenica 70 anni e quasi 50 di carriera, visto che il suo primo album, Theorius Campus, scritto con l’amico degli esordi Antonello Venditti, è datato 1972. Nato a Roma il 4 aprile 1951, De Gregori aveva iniziato già nel 1969 a esibirsi al Folkstudio di Trastevere, cimentandosi in cover di Leonard Cohen e soprattutto di Bob Dylan, con cui instaurerà un rapporto di stima reciproca e a cui l’artista romano ha dedicato più di un lavoro discografico. Il titolo del primo album solista di De Gregori è Alice non lo sa. L’album esce nel 1973, ben trainato dalla partecipazione di De Gregori a Un disco per l’estate con la canzone Alice. Sebbene il pezzo si classifichi all’ultimo posto, il disco divide la critica tra chi lo trova troppo ermetico e chi ne apprezza la poesia e la scrittura (tra i brani del disco un capolavoro come La casa di Hilde).

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“Murder most foul”, il diorama americano di Bob Dylan
di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 28 marzo 2020)
Bisogna inoltrarsi in una selva oscura, vestiti come esploratori. Per poi imbattersi nella canzone che ha la forma di una torre misteriosa. Sulla porta c’è l’autore, il venerabile maestro Bob Dylan, 79 anni a maggio, tirato a lucido come per una serata, giacca di lustrini, costoso cappello crema, pantaloni oscenamente a sigaretta. Continua la lettura di “Murder most foul”, il diorama americano di Bob Dylan
La legge anti-linciaggio approvata negli Usa ricordando un brano di Bob Dylan
di Roberto Brunelli (agi.it, 28 febbraio 2020)
Alla fine, Emmett Till non è morto invano. Sessantacinque anni dopo la sua barbara uccisione nella cittadina di Money, in Mississippi, il Congresso americano ha approvato una legge federale che definisce il linciaggio un «crimine d’odio». Una norma che porta il nome di Emmett, così come lo porta una delle più dolenti canzoni di Bob Dylan, The Death of Emmett Till.

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I tempi stanno cambiando. Di nuovo
di Massimo Mantellini (ilpost.it, 27 settembre 2019)
Qualche anno fa, mentre preparavo un seminario, mi accorsi — o per lo meno così mi sembrò — che i primi anni della Internet commerciale, verso la metà degli anni Novanta del secolo scorso, alcune sensazioni che si respiravano allora, avessero qualcosa in comune con una rivoluzione precedente, quella di trent’anni prima, nata nelle università californiane e finita qualche anno dopo con il maggio francese del 1968.
Joan Baez: “Il mio tour negli Usa in onore di Lampedusa”
di Silvia Bizio (repubblica.it, 13 ottobre 2017)
Leggende della musica come Joan Baez, la voce della protesta degli anni ’70, Robert Plant, Emmylou Harris, Brandi Carlile e Steve Earle – insieme ad altri musicisti – stanno donando il loro tempo e talento per Lampedusa, riconoscendo l’immane sforzo che la piccola isola siciliana sta compiendo da vent’anni per i profughi. Continua la lettura di Joan Baez: “Il mio tour negli Usa in onore di Lampedusa”