Archivi tag: Black Lives Matter

Sport e diritti, Lewis Hamilton contro le nuove regole della Fia

di Furio Zara (vanityfair.it, 18 febbraio 2023)

La Fia, Federazione Internazionale dell’Automobile, gli mette il bavaglio, e Lewis Hamilton se lo toglie. A conferma che siamo di fronte a un uomo speciale e a un fuoriclasse raro, il sette volte campione del mondo, intervenendo durante il lancio della Mercedes in vista dell’imminente stagione di Formula 1, ha ribadito le sue convinzioni e ripetuto: «nulla m’impedirà di parlare». In un mondo come quello dello sport, dove prevale la convenienza e l’opportunismo, Hamilton canta fuori dal coro e ancora una volta si schiera.

Mercedes

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La rinascita del mito dell’Uomo Alfa in un’ondata (social) di Musk-olinità tossica

di Eugenia Nicolosi (alfemminile.com, 8 dicembre 2022)

La ricerca I ragazzi e il cyber bullismo, fatta da Ipsos per Save the Children, fotografa i social network come “la modalità d’attacco preferita dai cyber bulli”. Sì, perché la possibilità di dire o scrivere apertamente ciò che si pensa al riparo di uno schermo solletica la natura violenta (e misogina e razzista) di persone codarde e che hanno la tendenza a comportarsi da bulle.

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La protesta arriva al Mondiale: gli iraniani non cantano l’inno, gli inglesi s’inginocchiano

(agi.it, 21 novembre 2022)

Primo gesto di protesta della nazionale iraniana ai mondiali in Qatar: nessuno degli 11 giocatori in campo ha cantato l’inno prima della partita di esordio contro l’Inghilterra. Si tratta di una chiara espressione di solidarietà della squadra con le proteste in corso nel Paese da oltre due mesi per chiedere maggiori libertà e la fine della Repubblica islamica.

Getty Images

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La scomoda situazione di Adidas con Kanye West

di Jaclyn Peiser e Jacob Bogage (The Washington Post / ilpost.it, 14 ottobre 2022)

Per anni i dirigenti di Adidas sono rimasti in silenzio mentre il loro celebre partner Ye, il musicista e stilista già noto come Kanye West, faceva notizia con le sue polemiche: sono rimasti in silenzio perfino quando l’artista aveva pubblicamente denigrato il ceo del loro brand sportivo. Ma l’azienda tedesca ha interrotto il silenzio la scorsa settimana.

Ph. Brad Barket / Getty Images

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Rap, rivendicazioni e nostalgie: il grande paradosso del Super Bowl

di Sebastiano Pucciarelli / Tv Talk (huffingtonpost.it, 15 febbraio 2022)

Il Super Bowl è il grande paradosso dello spettacolo occidentale: la finale del campionato di football americano è l’evento televisivo più visto in assoluto, ma da decenni viene seguito più per le esibizioni musicali (e le pubblicità prodotte ad hoc) che per la partita. La voglia e la pazzia di snobbare il piatto principale per abbuffarsi di stuzzichini. Parliamo di un grande buffet per telespettatori, sempre intorno ai 100 milioni (da noi 336.000 nottambuli per un 6.9% di share su Rai 1, imprecisati su Dazn), e una pacchia per gli sponsor, che quest’anno pagavano 30 secondi di pubblicità anche 7 milioni di dollari. Il concerto nell’intervallo ne è costati tra i 15 e i 17. Biglietti a 3mila dollari e stadio finalmente pieno dopo la capienza più che dimezzata nel 2021, causa pandemia.

Ph. Kevin C. Cox / Getty Images

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Muhammad Ali è ancora un passo avanti

di Giulio Zoppello (esquire.com, 17 gennaio 2022)

Lewis Hamilton e Lebron James che si schierano per il Black Lives Matter, Serena Williams che si mobilita per i diritti delle donne delle minoranze, Eric Cantona che senza mezzi termini condanna i mondiali di calcio in Qatar. Ci sarebbero anche altri esempi da portare, ma tutti hanno una cosa in comune: la loro voce si leva oggi perché, per primo, a farlo in quanto star dello sport conscia della propria responsabilità, lo fece un ragazzo nato a Louisville, Kentucky, il 17 dicembre di ottant’anni fa. Venne registrato all’anagrafe dal padre pittore come Cassius Marcellus Clay, ma sarebbe diventato tra i personaggi più iconici della storia del XX secolo con il nome che lui stesso si scelse: Muhammad Ali.

Ph. Russell McPhedran / Hulton Archive – Getty Images

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Barbados diventa una repubblica e come primo atto nomina Rihanna “eroina nazionale”

(ilgiorno.it, 30 novembre 2021)

Allo scoccare della mezzanotte locale (le 5 del mattino in Italia) Barbados è diventata una Repubblica parlamentare governata da due donne, la prima ministra Mia Mottley e la presidente Sandra Mason, mentre una terza, la regina Elisabetta II, ha perso il titolo di capo di Stato, segnando il tramonto della Corona britannica sull’isola dopo quattro secoli di dominio. Nel settembre del 2020 il micro Stato caraibico aveva proclamato unilateralmente il divorzio da Londra – sulla scia del movimento Black Lives Matter – e stabilito come scadenza per il cambiamento costituzionale la data del 30 novembre 2021, in concomitanza con il 55esimo anniversario dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, risalente al 1966.

Ph. Jeff J. Mitchell / Pool – Getty Images

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La battaglia ad Alamo per il museo con le donazioni di Phil Collins

di Veronique Viriglio (agi.it, 20 ottobre 2021)

Ad Alamo, nello Stato del Texas, 430 cimeli donati dall’artista britannico Phil Collins sono al centro di una battaglia ideologica e legale sull’allestimento di un museo commemorativo di un’altra battaglia, quella combattuta nel 1836 tra l’esercito messicano e i texani. A scontrarsi e bloccare la creazione dello spazio espositivo sono due linee politiche opposte in merito al messaggio da veicolare, ma soprattutto su chi celebrare. Ammiratore del selvaggio West con una devozione particolare per il personaggio di Davy Crockett, il 70enne batterista e cantante dei Genesis ha pensato bene di fare un’importante donazione, nel 2014, della sua collezione: centinaia di oggetti di metallo e di carta, provenienti direttamente dal teatro della battaglia per l’indipendenza del territorio – oggi nello Stato del Texas – dal Messico.

The Alamo via Twitter

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Chiara e le altre

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 ottobre 2021)

La prima volta che il nuovo mondo mi fece impressione, fu sull’Instagram di Chiara Ferragni (la cui centralità in questo secolo è paragonabile a quella che aveva Avignone nel Trecento). Era la primavera del 2020, eravamo tutti chiusi in casa ad annoiarci, Chiara più di noi, e soprattutto più provata nel suo ruolo di Giorgio Mastrota del glamour: se non si esce non si vendono vestiti da sera, se si sta tutti in tinello perché mai uno stilista dovrebbe piazzare una borsetta al braccio della Ferragni. A quel punto Chiara ci aveva già traumatizzate dirottando la propria economia del sé su casalinghi e carboidrati (la volta in cui si fece riprendere mentre fingeva di pulire la doccia fu per me più sconvolgente di quella in cui fingeva di cucinare), ma non fu quello a cambiare il mondo.

Chiara Ferragni via Instagram

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Tyrone Mings ha accusato la ministra dell’Interno inglese di aver legittimato gli insulti alla sua squadra

(ilpost.it, 13 luglio 2021)

Un difensore della Nazionale inglese di Calcio, Tyrone Mings, ha criticato la ministra dell’Interno britannica Priti Patel, accusandola di aver contribuito a legittimare il clima politico che ha portato agli insulti razzisti verso i calciatori che hanno sbagliato un rigore nella finale degli Europei contro l’Italia. Mings ha di fatto accusato di ipocrisia la Patel, che in un tweet aveva condannato gli insulti razzisti a Marcus Rashford, Jadon Sancho e Bukayo Saka (tutti e tre appartengono a una minoranza etnica).

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