Archivi tag: biopolitica

Omaggio a Elisabetta II, ecco la Barbie in versione Regina

di Simona Marchetti (corriere.it, 21 aprile 2022)

Barbie diventa Regina. Nel giorno del 96° compleanno di Elisabetta II, la Mattel ha presentato una Barbie della sua Tribute Collection fatta a immagine e somiglianza di Sua Maestà per celebrare lo storico Giubileo di Platino della monarca più longeva della storia britannica. La Mattel, la storica casa madre della bambola più famosa al mondo, ha deciso di omaggiare la sovrana del Regno Unito che si appresta a celebrare settanta anni di regno. E lo ha fatto oggi, nel giorno del 96esimo compleanno di Elisabetta II. Sul sito di Amazon, l’unico store italiano in cui era in vendita, è andata esaurita in pochi minuti. La bambola (in vendita anche da Harrods, Hamley’s, Selfridges e John Lewis — costo 75 dollari, ovvero 69 euro) è basata su un ritratto della regina commissionato nel 2012 per i suoi sessanta anni di regno, mentre il look riprende quello sfoggiato dalla sovrana in occasione della visita a Londra di Donald e Ivana Trump nel 2019.

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The Queen: sette look per sette decadi di regno

di Ilaria Perrotta (vanityfair.it, 20 aprile 2022)

Prima di scrivere l’articolo, la domanda che ci/vi poniamo subito è: in settanta anni di regno quanti abiti avrà indossato la regina Elisabetta? Centinaia di migliaia, milioni forse? Davvero difficile, dunque, sceglierne sette, uno per decade di monarchia, rappresentativi della sua personale storia della moda e, in generale, di quella del costume che anche lei ha contribuito a scrivere in svariati decenni. Dato che, poi, questo 21 aprile Sua Maestà aggiunge un’altra candelina alla fila, lunghissima, di fiammelle sulla sua torta. Happy birthday to you Lilibet, 96 anni and simply the best in the world. Spesso unica donna in stanze piene di uomini, attraverso il suo regno ha visto arrivare e andarsene svariate tendenze. Tra i suoi più grandi successi c’è, sicuramente, l’aver costruito nel tempo uno stile iconico e libero da convenzioni modaiole.

theroyalfamily via Instagram

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Fedez ha lanciato una sua Fondazione

di Nicola Bambini (vanityfair.it, 11 aprile 2022)

L’impegno sociale di Fedez continua a crescere, in maniera sempre più strutturata. Dopo l’operazione al pancreas a causa di un tumore neuroendocrino, il rapper ha infatti lanciato la sua Fondazione, «una realtà filantropica, senza scopo di lucro, che opera su tre pilastri fondativi: il sociale, la solidarietà e la pubblica utilità». Un’importante iniziativa che segue una serie di recenti progetti portati avanti dall’artista e dalla moglie, Chiara Ferragni; su tutte la raccolta fondi per la costruzione di un nuovo reparto all’Ospedale San Raffaele di Milano per rispondere all’esplosione del Covid-19. La Fondazione Fedez E.T.S. (l’acronimo sta per Ente del Terzo Settore) «è, per esplicita e dichiarata intenzione del suo fondatore, la naturale evoluzione della responsabilità sociale dimostrata da Fedez nelle molte azioni concrete da lui messe in atto in prima persona nelle emergenze che il nostro Paese ha dovuto affrontare in questi ultimi difficilissimi mesi. Con la Fondazione tutto questo assumerà un orizzonte più ampio», si legge ancora sul comunicato on line, «in quanto la gestione della contingenza verrà coniugata con l’attività programmatica propria di un ente di questo tipo».

Fedez via Instagram

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Il giorno di Jackie Robinson

(ilpost.it, 15 aprile 2022)

Nello sport nordamericano il 15 aprile di ogni anno è il giorno di Jackie Robinson. In questa data, nel 1947, iniziò la fine della segregazione degli afroamericani nel baseball, lo sport nazionale americano, il cui campionato principale, la Major League, era fin lì riservato ai giocatori bianchi. Quel giorno Robinson, seconda base di 28 anni, nipote di schiavi e figlio di agricoltori della Georgia, scese in campo con il numero 42 al vecchio Ebbets Field di Brooklyn nella partita inaugurale della stagione tra i Brooklyn Dodgers e i Boston Braves. Fu il primo afroamericano a farlo nell’epoca moderna del baseball e della Major League. Da lì in avanti i giocatori prima relegati nei campionati degli afroamericani – le cosiddette Negro Leagues – iniziarono a trovare sempre più spazio in Major League, che divenne un vero campionato nazionale e mise progressivamente fine alle leghe segregazioniste.

jackierobinson.com

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Trump in Pennsylvania appoggia il Dr. Oz

di Massimo Basile (agi.it, 10 aprile 2022)

Sfidando il suo cerchio magico e i big del partito repubblicano, Donald Trump ha dato il suo endorsement per la carica di senatore della Pennsylvania al controverso cardiochirurgo Mehmet Oz, celebre e chiacchierato personaggio televisivo, conosciuto dagli americani come Dr. Oz, conduttore del The Dr. Oz Show. Nato a Cleveland, in Ohio, da genitori turchi, 61 anni, laureato ad Harvard e poi diventato un accademico alla Columbia come “professore emerito di Chirurgia”, Oz ha assunto i contorni della star quando è diventato presenza fissa del popolare talk show condotto da Oprah Winfrey. Dopo cinque anni come ospite, Oprah gli propose di condurre un programma in prima persona. Dalla tribuna televisiva il Dr. Oz, come luminare della scienza, ha lanciato una serie di messaggi controversi.

Reuters

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Nazismo involontario

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 12 aprile 2022)

Se qualcuno fa il saluto nazista, già è grave di per sé. Se adolescente, forse ancor più; e sicuramente se fa un lavoro – ad esempio lo sportivo – che lo espone a diretto contatto col pubblico. Se poi è russo, la faccenda tracima nel tragico e sfiora addirittura il ridicolo, alla luce del corrente progetto di denazificare l’Ucraina. Per questo ha fatto scalpore il saluto nazista con cui un quindicenne russo pilota di kart, Artyom Severyukhin, ha salutato la propria vittoria ai campionati europei. La Fia lo ha condannato, la scuderia lo ha licenziato in tronco, lui si è scusato in modo inoppugnabile: “Nelle mie azioni non c’era alcuna intenzionalità”.

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Come il sosia di Zelensky è scappato dall’Ucraina aiutato dai sosia di Putin e Kim Jong-un

(ilfattoquotidiano.it, 8 aprile 2022)

La storia la racconta il Washington Post ed è quella del sosia di Volodymyr Zelensky. Avete letto bene: per Umid Isabaev, il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è stato subito chiaro che essere uguale al presidente del Paese non fosse in alcun modo un vantaggio. Ora, il racconto diventa quasi distopico perché a offrire aiuto al 41enne incredibilmente somigliante a Zelensky sono stati i sosia di Vladimir Putin e di Kim Jong-un. E proprio quest’ultimo, che per il Washington Post è “Howard X” (ha accettato di parlare solo mantenendo il proprio anonimato), ha deciso di dare una mano al falso Zelensky pur trovandosi migliaia di chilometri lontano dall’Ucraina. Lo conosceva personalmente? No. Ma aveva saputo della sua esistenza quando il canale Russia 24 aveva mandato in onda un servizio sui sosia dei politici noti.

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L’annuncio di Disney: “Entro la fine dell’anno metà dei nostri personaggi sarà Lgbtq+”

di Giovanni Berruti (lastampa.it, 2 aprile 2022)

«Entro la fine del 2022 circa la metà dei personaggi dei nostri film sarà Lgbtq+». Dopo il reinserimento del bacio omosessuale nel prossimo Lightyear, lo spin-off di Toy Story, la Disney annuncia ufficialmente l’arrivo di diversi personaggi, oltre a quelli appartenenti a minoranze etniche, che rappresenteranno la comunità duramente colpita dalla controversa legge da poco approvata in Florida, “Don’t Say Gay”, che vieta il dibattito sull’orientamento sessuale o l’identità di genere all’interno delle scuole pubbliche. Lo fa attraverso le parole di Karey Burke, a capo della Disney’s General Entertainment Content, che con un collegamento Zoom per la campagna “Reimagine Tomorrow”, postato successivamente su Twitter, ha svelato anche i motivi personali dietro alla scelta.

Ph. Ringo Chiu / Reuters

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L’abusata simbologia di Harry Potter per commentare l’attualità politica

di Pietro Minto (ilpost.it, 29 marzo 2022)

Lo scorso 28 febbraio l’artista di strada polacco Kawu ha pubblicato sul suo profilo Instagram un murale da lui realizzato a Poznań, una città della Polonia occidentale. Raffigura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei panni di Harry Potter e il presidente russo Vladimir Putin come il suo antagonista Voldemort. L’immagine ha avuto successo sui social network, suscitando reazioni diverse: accanto a chi ha trovato calzante il parallelo tra i due capi di Stato e i personaggi di J.K. Rowling, autrice della saga di romanzi per ragazzi Harry Potter, c’è chi l’ha criticata per la superficialità con cui tratta un conflitto complesso e tragico, riducendolo a una banale lotta tra il bene e il male. Negli ultimi anni, infatti, la serie di Harry Potter è stata spesso utilizzata per commentare la cronaca politica, tanto da aver ispirato un meme che è tornato a circolare, soprattutto su Twitter, in questi giorni: “Read another book”, ovvero “Leggete un altro libro”.

kawuart via Instagram

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Jen Psaki lascia la Casa Bianca e va in tv

di Massimo Basile (agi.it, 1° aprile 2022)

Quando la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, fece il suo ingresso nella briefing room, il suo arrivo venne visto dai media come il ritorno a un rapporto normale con l’informazione. Per quattro anni i portavoce di Donald Trump avevano utilizzato l’incontro quotidiano con i giornalisti come un appuntamento rovente per regolare i conti, lanciare minacce, dare risposte beffarde. Con l’ultima della serie, Kayleigh McEnany, c’era stato lo svilimento del ruolo di portavoce, ridotto a una funzionaria capace solo di leggere le risposte già preparate dallo staff, senza mai andare a braccio. McEnany, era l’opinione comune dei media americani, era lì solo come figurina, non conosceva alcun tema. Con Jennifer Rene Psaki, per tutti Jen, 43 anni, da Stamford, Connecticut, sposata, due figli, giornalista di origine greche e polacche, la Casa Bianca era tornata alla grande tradizione dei portavoce.

Ph. Alex Wong / Getty Images

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