Archivi tag: biopolitica

Gli abiti di Catherine Walker che legano Kate a Diana

di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 20 marzo 2022)

Non si tratta solo di creare vestiti belli ma anche di disegnare abiti confortevoli, eleganti, attenti all’etichetta e all’occasione. Questo è ciò che viene richiesto a una maison quando viene chiamata da una casa reale. È un patto che diventa un vero e proprio sodalizio, con le sue croci e le sue delizie. Sono molto diversi tra loro gli stilisti che lavorano con regine di oggi e di domani. Edouard Vermeulen, designer della casa di moda Natan, considera la regina Mathilde come una di famiglia. Claes Iversen, uno dei designer preferiti di Maxima dei Paesi Bassi, è discreto per quanto riguarda il suo rapporto con la regina, ma questo non vuol dire che non possa avere una sua popolarità anche attraverso passaggi in reality show.

Ph. Tim Graham / Photo Library via Getty Images

Continua la lettura di Gli abiti di Catherine Walker che legano Kate a Diana

Dopo 41 anni è libero l’uomo che sparò a Reagan

(agi.it, 16 giugno 2022)

John Hinckley, l’uomo che nell’81 tentò di uccidere il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, è un uomo completamente libero. Lo ha deciso il giudice distrettuale Paul Friedman, che ha disposto il rilascio oggi. “Dopo 41 anni 2 mesi e 15 giorni, FINALMENTE LIBERO!!!”, ha scritto Hinckley su Twitter. Il giudice aveva già approvato a settembre un accordo raggiunto tra il dipartimento di Giustizia e lo stesso detenuto sulla base di un rilascio senza condizioni e senza restrizioni. Il 30 marzo 1981 Hinckley tentò di assassinare Reagan di fronte all’ingresso dell’Hilton di Washington. Il presidente venne raggiunto da un proiettile, mentre rimase ferito più gravemente il suo portavoce, James Brady, poi rimasto parzialmente paralizzato. Hinckley venne arrestato subito dopo.

Getty Images

Continua la lettura di Dopo 41 anni è libero l’uomo che sparò a Reagan

Ursula von der Leyen ha fatto capire col suo vestito come la pensa sull’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea

(ilpost.it, 17 giugno 2022)

Venerdì mattina c’è stata una riunione della Commissione Europea in cui è stata presa in esame la richiesta dell’Ucraina di ottenere lo status di Paese candidato a entrare nell’Unione Europea. Come previsto, la Commissione ha dato un parere positivo (lo status di candidato è, infatti, solo il primo passaggio di un processo molto più lungo e complicato). A conferma della posizione della Commissione, la presidente Ursula von der Leyen ha scelto di indossare un abito che, tra giacca e camicia, mostra i colori della bandiera ucraina. Von der Leyen è da tempo una sostenitrice dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, e di recente aveva detto che il Paese appartiene «alla famiglia europea».

Ph. Geert Vanden Wijngaert / Ap

L’infowar di Putin

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 10 giugno 2022)

La guerra guerreggiata all’Ucraina è stata preceduta ed è accompagnata da una guerra cognitiva. Una “infowar” che la Russia ha combattuto contro l’Occidente, e di cui è stata obiettivo anche l’Italia. Divampano ora le polemiche sui simpatizzanti o propagandisti di Putin, e sul fatto se sia o no legittimo fare “liste di proscrizione”, ma – ad esempio – fu la Polizia Postale ad accertare che la notte tra il 27 e il 28 maggio 2018 si erano attivati all’improvviso quattrocento profili Twitter, fino ad allora dormienti, per scatenare, con centinaia di messaggi di insulti, richieste di impeachment del presidente Mattarella. E il tutto era stato ricondotto alla cosiddetta “Fabbrica di Troll”: quella Internet Research Agency, con sede al numero 55 di Via Savushkina a San Pietroburgo, che impiega decine di persone per immettere contenuti sui social 24 ore su 24, e il cui patron è Evgeny Prigozhin, l’oligarca famoso come “cuoco di Putin”.

Israel Palacio / Unsplash

Continua la lettura di L’infowar di Putin

Gianluca Vacchi, mai un raffreddore

di Stefano Ciavatta (esquire.com, 7 giugno 2022)

Ci siamo. È arrivata la fase da venerato maestro anche per Gianluca Vacchi, imprenditore bolognese, creator digitale, influencer da 40 milioni di follower, per molti solo “quello dei balletti” o semplicemente “un morto di fama”, da ultimo anche deejay al Tomorrowland e all’Amnesia di Ibiza, “celebrità su Internet” sintetizza Google. Con il documentario Mucho Mas prodotto da Nicola Giuliano, premio Oscar per La grande bellezza, Vacchi ha chiuso il cerchio del suo storytelling dorato. Ora è in orbita Prime Video come i Ferragnez e Sfera Ebbasta: that’s Italy. Tra gli animali sociali digitali Vacchi è il primo crack nel suo genere, vale a dire il filone del costume nazionale dei dispenser di leggerezza, gli stakanovisti della fabbrica di felicità e acqua calda. “Me ne vado a fare il guru” diceva Riccardo Pazzaglia.

Prime Video

Continua la lettura di Gianluca Vacchi, mai un raffreddore

Home tour e altre sciocchezze: la società dei politici obbligati a usare trucchetti social per non sparire

di Guia Soncini (linkiesta.it, 10 giugno 2022)

Questa è la storia del presidente degli Stati Uniti d’America. Anzi, no: è la storia del presidente della regione Emilia-Romagna e del sindaco di Bologna. Anzi, no: è la storia d’un influencer qualunque. Ma, diranno i miei venticinque lettori, ci sta dunque dicendo che i tre politici elencati sono degli influencer qualunque? No, cioè sì (certo che lo sono, siamo tutti aspiranti influencer), ma voglio proprio raccontarvi la storia d’un influencer qualunque, di quelli pagati dalle aziende per dire quanto sono buoni i tali beveroni dietetici o i talaltri alberghi a sette stelle. Un giorno l’influencer è di malumore: le sue storie fanno poche visualizzazioni. Ha provato tutti i trucchi che in genere attirano pubblico. Il cane coccoloso. I luoghi di vacanza fotogenici. I monologhi dolenti su qualche dramma familiare, vero o immaginario, trauma infantile, vero o immaginario, problema di salute, vero o immaginario.

Creative Christians / Unsplash

Continua la lettura di Home tour e altre sciocchezze: la società dei politici obbligati a usare trucchetti social per non sparire

Il movimento religioso dietro a un famoso spettacolo di danza cinese

(ilpost.it, 3 giugno 2022)

Per tutto il mese di giugno grandi e importanti teatri italiani, fra cui il Massimo di Palermo, il Regio di Parma e il Verdi di Firenze, ospiteranno le tappe italiane dell’edizione 2022 dello spettacolo di danza e musica cinese Shen Yun, che si presenta col sottotitolo La Cina prima del comunismo. Da sabato 4 e per oltre una settimana Shen Yun andrà in scena a Milano al Teatro degli Arcimboldi con biglietti che risultano “non disponibili” sulle principali piattaforme di vendita e quasi esauriti, per tutte le date, sul sito ufficiale. La compagnia Shen Yun descrive le serate come “spettacoli di danza tradizionale cinese”, che “riportano sul palco 5mila anni di civiltà”. La Shen Yun Performing Arts Organization è stata fondata nel 2006 nello Stato di New York da esuli cinesi legati al movimento religioso-politico Falun Gong.

Shen Yun

Continua la lettura di Il movimento religioso dietro a un famoso spettacolo di danza cinese

I Bts alla Casa Bianca per parlare di inclusione e crimini d’odio contro gli asiatici

di Camilla Sernagiotto (tg24.sky.it, 1° giugno 2022)

Martedì 31 maggio i Bts, gruppo pop coreano tra i più famosi del mondo, sono stati la special guest della White House: sono stati ricevuti dal presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, per discutere di inclusione e rappresentanza degli asiatici nel Paese. L’occasione è stata l’ultimo giorno del Mese del Patrimonio dell’Asia Americana e delle Isole del Pacifico. Il live stream ha mostrato che oltre un quarto di milione di persone si sono sintonizzate per seguire in diretta l’evento, un’ennesima cartina di Tornasole di quale enorme seguito caratterizzi questa band. La fama stratosferica del gruppo musicale coreano è molto importante e i Bts si rivelano quindi un megafono che amplifica la voce delle minoranze asiatiche negli Stati Uniti. La band si è fatta portavoce delle esigenze di quelle minoranze, discutendo con Biden dell’inclusione e della rappresentanza degli asiatici nella nazione.

The White House / Bts via Twitter

Continua la lettura di I Bts alla Casa Bianca per parlare di inclusione e crimini d’odio contro gli asiatici

Cosa si inventano i britannici per il Platinum Jubilee

(ilpost.it, 1° giugno 2022)

Londra si sta preparando al Platinum Jubilee, letteralmente il “giubileo di platino”, i festeggiamenti organizzati per celebrare i settant’anni del regno della regina Elisabetta II del Regno Unito. Agli oggetti di tutti i tipi ispirati alla famiglia reale britannica che si trovano normalmente in vendita in città, si sono aggiunte decine di prodotti realizzati appositamente per celebrare la sovrana più longeva nella storia del Paese e una tra le pochissime persone ad aver regnato così a lungo in tutto il mondo: da un costosissimo carillon alle consuete e immancabili tazze da tè. Elisabetta II ha 96 anni ed è regina dal 6 febbraio 1952, il giorno in cui morì il padre, re Giorgio VI. Incoronata ufficialmente il 2 giugno 1953, è la prima sovrana del Regno Unito a raggiungere i settant’anni di regno: prima di lei la persona che aveva regnato più a lungo era stata la regina Vittoria, sul trono per 63 anni e fino a quando morì, nel 1901.

Continua la lettura di Cosa si inventano i britannici per il Platinum Jubilee

In Lesotho ci si uccide per la musica

(ilpost.it, 18 maggio 2022)

Il Lesotho è un piccolo Paese di due milioni di abitanti, completamente circondato dal Sudafrica e poco conosciuto: finisce raramente sui giornali esteri, quasi sempre per aggiornamenti sulla sua politica instabile, ed è ricordato, se lo è, per essere l’unico Stato al mondo completamente sopra i mille metri di altitudine. In questi giorni la stampa internazionale si è occupata di una storia molto raccontata da quella locale e che va avanti da vent’anni: le decine di uccisioni di musicisti e persone legate al mondo della musica famo, il genere più popolare del Paese, a opera di gang rivali. Le profonde rivalità tra queste gang sono diventate un problema enorme, specialmente nel distretto Sud-occidentale di Mafeteng, dove molte persone sono state costrette a lasciare le proprie case e a rifugiarsi in altre cittadine o in Sudafrica per paura di essere uccise.

Twitter

Continua la lettura di In Lesotho ci si uccide per la musica