Archivi tag: biopolitica

Elisabetta cala dal cielo in paracadute scortata da James Bond

di Fabio Cavalera (Corriere della Sera, 28 luglio 2012)

L’inchino della bandiera alla regina: è questo il punto di svolta possibile della storia olimpica. E forse, simbolicamente, qualcosa di più grande della sola storia olimpica. Che cosa faranno gli americani? Abbasseranno il drappo a Stelle e Strisce davanti a sua maestà Elisabetta attorniata dalla famiglia e da ottanta fra capi di Stato e di governo arrivati in bus? La signora dei Windsor è la star di questi Giochi: chi l’avrebbe mai detto che proprio lei si prestasse a una scena con James Bond, Daniel Craig in smoking. La seria, impassibile sovrana che nella magia della cerimonia inaugurale diventa attrice e nella finzione di un filmato viene scaraventata giù da un elicottero assieme a 007: il suo ingresso (vero) nello stadio è preceduto da un trucco cinematografico a effetto. Elisabetta si è superata.

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Il valore che diamo a pezzi di corpi di persone famose

(ilpost.it, 24 agosto 2022)

In occasione del bicentenario dell’indipendenza del Brasile, che ricorrerà il 7 settembre, il Portogallo ha deciso di prestare per qualche tempo alla sua ex colonia un oggetto unico che da 188 anni è custodito in una chiesa di Porto: il cuore imbalsamato del primo imperatore del Brasile, Pietro I, proclamatore dell’indipendenza del Paese. Il 22 agosto il cuore conservato in un’urna riempita di formaldeide è arrivato a Brasilia su un aereo militare portoghese, accompagnato dal sindaco di Porto, Rui Moreira. Ha ricevuto la stessa accoglienza di solito riservata ai capi di Stato – «il cuore sarà trattato come se Pietro I fosse ancora in vita», aveva spiegato il ministero degli Esteri brasiliano – con tanto di colpo di cannone. Fino alla fine dei festeggiamenti per il bicentenario il cuore imbalsamato sarà esposto nella sede del ministero degli Esteri, dove i cittadini brasiliani potranno vederlo.

Ph. Eraldo Peres / Ap – LaPresse

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La tremenda fine degli eroi di Waterloo usati per sbiancare lo zucchero

di Nicola Graziani (agi.it, 21 agosto 2022)

Dietro la gloria si nasconde l’orrore, dietro l’epica la sete di guadagno degna del più abbrutito dei bifolchi o del più cinico dei mercanti. Per loro non ci fu pietà, nemmeno da morti, perché delle circa 40mila vittime di quel giorno di orribile mattanza che fu la Battaglia di Waterloo non restò praticamente nulla. Nulla, in assoluto. Dissolti nemmeno nella terra della piana dello scontro, ché sarebbe stato già qualcosa. No: dissolti nel tè dei britannici, nel caffè degli austriaci imperiali, nei dolci delle pasticcerie di Berlino e persino di quelle di Parigi. L’Europa divorava sé stessa e i suoi figli, leccandosi i baffi; chissà se qualcosa finì anche sulle tavole imbandite dei ricevimenti di quella bolgia di tradimenti e galanterie che fu il Congresso di Vienna. I tempi di produzione, del resto, sarebbero stati quelli giusti, perché la barbabietola da zucchero, tra il nascere il crescere e l’essere lavorata, qualche mese lo richiedeva.

Ph. Thomas Coex / Agence France-Presse – Getty Images

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Non ne abbiamo mai abbastanza di Diana Spencer

(ilpost.it, 31 agosto 2022)

A mezzanotte passata del 31 agosto 1997, 25 anni fa, Diana Spencer e Dodi al Fayed stavano per lasciare l’hotel Ritz di Parigi, dove avevano cenato. La principessa del Galles e il suo compagno avevano deciso di mangiare nella suite imperiale (da 6mila sterline a notte) perché al ristorante i presenti non facevano altro che fissarli. Diana ordinò uova strapazzate, asparagi e una sogliola. Dopodiché uscirono per tornare all’appartamento di al Fayed, sugli Champs Élysées. Con una Mercedes S280 nera cercarono di seminare i paparazzi che li seguivano da ore. A guidare la grossa e potente berlina era Henri Paul, responsabile della sicurezza del Ritz, che la spinse ben oltre i 200 chilometri all’ora per le strade parigine. Un fotografo raccontò poi di aver visto la Mercedes passare col rosso a Place de la Concorde.

Ph. John Minihan / Evening Standard / Hulton Archive / Getty Images

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La battaglia legale per il documentario su John McAfee

di Marco Romandini (wired.it, 26 agosto 2022)

Quando Wired mi ha chiesto di scrivere un commento sul documentario di Netflix in uscita sulla vita di John McAfee, l’imprenditore che ha creato l’omonimo antivirus e fatto molto altro, Running with the Devil, mi sono messo a googlare un po’ e ho scoperto che era basato soprattutto sulla fuga di John dal Belize. Così ho contattato un amico comune che era lì in quel periodo, chiedendogli se avesse mai conosciuto tale Charlie Russell, il regista del film, e lui mi ha risposto che non l’aveva mai sentito né visto sull’isola. Insomma Russell, secondo quanto raccontava la fonte, non aveva mai filmato John né l’aveva mai incontrato di persona. Con queste poco rassicuranti premesse mi sono messo a vedere il lavoro della Curious Films e ho scoperto che era basato quasi esclusivamente sulle riprese di Robert King e sulle interviste di Rocco Castoro di Vice durante la fuga.

Netflix

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I costi sociali del Jova Beach Party

di Sarah Gainsforth (essenziale.it, 19 agosto 2022)

La seconda edizione del Jova Beach Party, il tour estivo che Jovanotti sta portando in dodici località italiane, di cui nove sono spiagge, è al centro di numerose critiche per il suo impatto ambientale. I concerti distruggono i delicati ecosistemi costieri con lo spianamento delle dune, l’abbattimento di piante, il calpestio di migliaia di persone, fanno notare molte associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, la Lipu e l’Ente Nazionale Protezione Animali, che hanno lanciato una petizione per vietare i grandi eventi su spiagge e siti naturali. A Marina di Ravenna i concerti sono stati organizzati nei pressi di una riserva naturale. A Vasto e a Roccella Jonica le aree scelte per l’evento sono destinate a tutela ambientale e rinaturalizzazione per la presenza di vegetazione dunale. La spiaggia di Casabianca che ha ospitato la tappa di Fermo – e che è stata spianata di nuovo dopo che era già stato fatto tre anni fa per ospitare la prima edizione del tour – è un’area di tutela del fratino, un piccolo uccello a rischio estinzione.

Ph. Michele Lugaresi Maikid

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Quanto inquinano i jet privati delle celebrità?

(ilpost.it, 30 luglio 2022)

Alcune recenti polemiche sui social network e la pubblicazione di un’indagine a riguardo hanno provocato in questi giorni estese critiche nei confronti delle persone famose che usano eccessivamente i propri jet privati, considerati da molti punti di vista un simbolo delle emissioni di gas serra – la causa del cambiamento climatico – che si potrebbero più facilmente evitare. Spesso infatti le celebrità e in generale le persone molto ricche usano i jet per voli brevissimi, di una ventina di minuti, nonostante gli stessi spostamenti in automobile produrrebbero una frazione delle emissioni. Un singolo viaggio ovviamente provoca una quantità limitata di emissioni, ma anche per l’uso abituale di questi aerei le emissioni di cui è personalmente responsabile chi li possiede sono molto più alte di quelle della persona media, anche considerando i soli abitanti dei Paesi più ricchi, quelli che contribuiscono di più al cambiamento climatico.

Kylie Jenner via Instagram

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L’antidiplomatico eccentrico Dennis Rodman ora vuole liberare Brittney Griner

di Francesco Gottardi (ilfoglio.it, 23 agosto 2022)

Da oltre trent’anni, oggi lui ne ha 60, Dennis Rodman è il più conclamato simbolo cestistico dell’eccesso. E ogni eccesso nasce da un preciso e personalissimo impulso morale: fregarsene. Sempre, di ciò che pensano gli altri. Da ragazzino ha iniziato a fregarsene del suo stesso fisico, perché i suoi 2,03 metri, a detta di tutti, erano decisamente troppo pochi per un’ala grande. Sarebbe diventato tra i difensori più forti della sua èra e il miglior rimbalzista di sempre – a detta di tutti: secondo lui invece, emerge in una recente intervista a GQ, «è una bella stronzata». Del suo corpo se n’è anche fregato bevendo a dismisura, sfiorando il suicidio. Per poi curarlo a modo suo: piercing, tatuaggi, capigliature di ogni colore fino a farne una tela vivente che oggi continua a infatuare donne e stilisti di mezzo mondo. Da giocatore Rodman se ne fregava perfino delle Nba Finals, sgusciando a Las Vegas o agli show di wrestling tra una gara e l’altra.

Ph. Tom White / Epa via Ansa

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Il vero problema degli scienziati che si candidano in politica

di Enrico Bucci (ilfoglio.it, 18 agosto 2022)

Durante le prossime elezioni, assisteremo a un fenomeno nuovo, o perlomeno a un fatto che si verifica a una scala prima non osservata: la presenza di candidati scelti fra le fila della comunità scientifica, in opposizione a una congerie più vasta del solito di candidati provenienti dall’area di chi invece alla scienza si oppone, e vorrebbe sostituirvi la propria credenza preferita (o, per meglio dire, il proprio insieme di cospirazioni alternative). Non mi occuperò di questi ultimi, che hanno rotto gli argini della decenza dai tempi in cui il MoVimento 5 Stelle ha imbarcato i sostenitori espliciti di ogni sorta di sciocchezze, purché fossero una manifestazione di opposizione a quanto fatto dai loro predecessori; non me ne occuperò, anche se, senza dubbio, pure in questo caso si osserva nel momento attuale un fenomeno che agisce su scale ben diverse da quelle sin qui viste, con intere liste fondate in aperta contrapposizione alle “verità ufficiali”, al “sistema”, e in supporto di ogni sorta di castroneria utile a scaldare gli animi.

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Lo sport in Ungheria non è solo soft power

di Andrea Trapani (ilfoglio.it, 30 luglio 2022)

L’Ungheria è la nazione non organizzatrice di Giochi Olimpici che ha vinto più medaglie. Un record sconosciuto ai più ma che è la base migliore per raccontare il rapporto tra lo sport e la forte identità ungherese che, in questi anni, è spesso in primo piano nelle cronache internazionali. Un percorso nello sport magiaro attiva tanti ricordi, a partire dal mito della “Aranycsapat”, la squadra d’oro, quella nazionale di calcio invincibile che non vinse mai (quasi) niente, fino al dominio nella pallanuoto e nella scherma. Gli atleti ungheresi hanno vinto un totale di 512 medaglie ai Giochi olimpici estivi e 10 ai Giochi olimpici invernali. Tutto questo nonostante la geografia, almeno in teoria, non aiuti: novantatremila chilometri quadrati e quasi dieci milioni di abitanti, eppure si parla di una potenza dello sport in rapporto alla sua piccola dimensione.

LaPresse

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