Lunedì è stato annunciato che prossimamente tutti i membri della famosissima band di pop sudcoreano (K-pop) dei Bts faranno il servizio militare, che in Corea del Sud è obbligatorio per tutti gli uomini adulti, con qualche eccezione. Martedì tuttavia il ministero della Difesa della Corea del Sud ha fatto sapere che i sette membri della band, che ha milioni di fan in tutto il mondo, potranno continuare a partecipare a eventi «nazionali» e d’«interesse pubblico» anche durante il servizio militare.
Il controverso rapper americano Kanye West è pronto ad acquistare Parler, il social network conservatore che ha avuto anche un ruolo nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e che per questo era stato bandito da Google Play e App Store. Quella dell’artista, che è passato da Kanye a Ye, è una mossa che arriva dopo l’estromissione da Twitter per un post antisemita nei confronti dell’American Jewish Committee che già aveva segnalato i contenuti dei suoi post su Instagram.
di Jaclyn Peiser e Jacob Bogage (The Washington Post / ilpost.it, 14 ottobre 2022)
Per anni i dirigenti di Adidas sono rimasti in silenzio mentre il loro celebre partner Ye, il musicista e stilista già noto come Kanye West, faceva notizia con le sue polemiche: sono rimasti in silenzio perfino quando l’artista aveva pubblicamente denigrato il ceo del loro brand sportivo. Ma l’azienda tedesca ha interrotto il silenzio la scorsa settimana.
«Non è un problema di doppie punte, vorrei segnalare: è una tragedia collettiva e una rivoluzione possibile»: l’ha scritto cinque giorni fa Concita De Gregorio, giacché quelle parecchio brave sono capaci di intercettare in anticipo il materiale umano su cui ti verrà voglia di soffermarti più tardi. L’ha scritto prima che Isabelle Adjani e a scendere tutte le più belle attrici del cinema francese facessero dei video che somigliano alla parte più tenera di noi, quella che si raccomanda col parrucchiere di non tagliare troppo.
Ogni mattina tutti ci svegliamo e sappiamo che sarà la stessa giornata ma anche diversa, perché l’Internet troverà nuovi e sempre più sorprendenti modi di coprirsi di ridicolo. Il penultimo modo pervenuto è complicato da raccontare perché, oltre a riguardare come spesso accade problemi immaginari, coinvolge gente non nota per il proprio equilibrio psichico. Il contesto sono le sfilate di Parigi, e come sapete non c’entrano quindi granché i vestiti.
di Fabiana Giacomotti (ilfoglio.it, 9 settembre 2022)
Nessuno più di Elisabetta II, forse solo quella non parente Tudor che per prima portò il nome sul trono di Saint James, conosceva il valore profondo, simbolico, feticista nel senso originario, cioè para-religioso, del sostantivo “insegna”. In signo, in hoc signo vinces. Tutti rappresentano e definiscono la stessa cosa: le in-segne, cioè il segno visibile del potere. Qualunque esso sia: il camice del medico, la divisa militare, la corona.
È morta a 75 anni Sacheen Littlefeather, l’attivista apache che nel 1973 andò alla premiazione degli Oscar al posto di Marlon Brando e rifiutò per conto suo il premio che aveva vinto come miglior attore protagonista per Il padrino. A causa dei fischi e delle prese in giro che ricevette dal pubblico durante la cerimonia, Sacheen Littlefeather fu al centro di quello che probabilmente è uno dei momenti più noti nella storia degli Oscar.
a cura di Michele Mazzeo (fanpage.it, 29 settembre 2022)
La forte protesta delle donne contro il regime esplosa in Iran in seguito alla morte di Mahsa Amini (la giovane arrestata dalla polizia religiosa per aver indossato l’hijab “in modo inappropriato”) e divampata ancor di più dopo l’omicidio della “ragazza con la coda” Hadis Najafi, ha trovato anche l’appoggio da parte dei calciatori della Nazionale maschile di calcio, che, prima dell’amichevole giocata contro il Senegal in Austria, si sono resi protagonisti di un eclatante gesto di solidarietà nei confronti delle donne del loro Paese.
a cura di Marco Beltrami (fanpage.it, 1° ottobre 2022)
Antonio Inoki è morto a 79 anni. A confermarlo i media giapponesi, che hanno citato fonti vicine alla famiglia di un’icona non solo per il mondo dello sport. Se ne va una leggenda del wrestling e un personaggio che ha dato un contributo importante anche fuori dal ring, impegnandosi nel sociale e nell’attività politica. Quando si parla di Inoki infatti è estremamente riduttivo definirlo solo un wrestler, nonostante il suo ruolo fondamentale nell’evoluzione di questo sport.
di Stefano Paolo Giussani (huffingtonpost.it, 15 settembre 2022)
Nel 1999, all’Altes Museum di Berlino campeggiava il neon di Maurizio Nannucci con la scritta “Tutta l’arte è stata contemporanea” e in molti apprezzarono. Dieci anni più tardi fu la volta degli Uffizi e si sollevò un putiferio. La verità è che la frase smuove e ogni persona in procinto di parlare d’arte dovrebbe farla propria. A me fa anche riflettere su come perfino noi stessi finiamo, prima o poi, con l’adeguarci al detto, cercando di vivere la nostra contemporaneità finché non passiamo ad altra vita. Ci sono maestri nell’adattamento, e tra questi c’è sicuramente Elisabetta II. Con più di 200 ritratti ufficiali dal suo insediamento a oggi e innumerevoli rappresentazioni unofficial – le più provocatorie, perché non filtrate dai protocolli di corte – è finita con l’essere non solo la monarca più longeva della storia ma anche probabilmente la più ritratta, per la veneranda età e anche per essere stata al centro dell’attenzione nei rapporti con 15 primi ministri Uk, 13 presidenti Usa e 5 papi.