Archivi tag: biopolitica

Oscar 2024: perché le star indossavano una spilla rossa

di Alfredo Toriello (vanityfair.it, 11 marzo 2024)

Anche quest’anno il red carpet degli Oscar 2024 ha brillato a dovere. Forse il gotha di Hollywood non osa come in passato, con abiti un pizzico meno spettacolari, ma non si può non rimanere lo stesso a bocca aperta davanti ai look che hanno calcato il tappeto rosso. I più attenti avranno notato una particolarità su alcune mise: una spilla rossa.

Ph. Marleen Moise / Getty Images

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Cos’è questa storia della foto ritoccata di Kate Middleton

(ilpost.it, 11 marzo 2024)

Domenica su molti giornali internazionali è stata pubblicata una foto che ritrae Kate Middleton, la moglie del principe William d’Inghilterra, insieme ai figli. La foto è stata ripresa da tutte le principali testate internazionali perché Middleton non si faceva vedere in pubblico né fotografare da Natale: a metà gennaio l’ufficio stampa della residenza reale di Kensington Palace (quello che si occupa di William e Kate) aveva detto che era stata ricoverata per un intervento all’addome e che sarebbe tornata a svolgere le sue funzioni verso la fine di marzo, ma nelle ultime due settimane la sua assenza aveva attirato molta curiosità, con discussioni insistenti sui social network e teorie del complotto.

@princeandprincessofwales via Instagram

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Prepariamoci a vedere sempre più abiti d’archivio

(ilpost.it, 7 febbraio 2024)

Sempre più spesso le celebrità indossano sui red carpet e agli eventi importanti vestiti d’archivio, che non sono stati disegnati apposta e che non appartengono alla collezione in corso: insomma, non nuovi. È successo anche alla prima serata del Festival di Sanremo 2024, quando Clara, la prima cantante in gara, ha indossato un abito di Armani Privé della collezione di haute couture del 2011, presentato quindi a una sfilata 13 anni fa.

Pool / Getty Images

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Luvumbu esulta come Lukaku, costretto a rifugiarsi in Congo

di Edoardo Giribaldi (huffingtonpost.it, 19 febbraio 2024)

Héritier Luvumbu, ala sinistra da qualche giorno non più in forze al Rayon Sports, squadra che naviga nelle zone alte della classifica della Premier League del Ruanda, massimo campionato di calcio a livello nazionale, segna, direttamente da calcio di punizione, il gol dell’1-0 nel match contro il Police F.C. Qualche giorno più tardi viene sospeso dalla Federazione calcistica del Ruanda per sei mesi, il suo contratto col Rayon Sports viene stracciato per “cattiva condotta” ed è costretto a lasciare il Paese, rifugiandosi nella Repubblica Democratica del Congo, accolto dal ministro dello Sport locale.

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Donald Trump e le sneakers tutte d’oro post-sentenza

di Aurora Mandelli (vanityfair.it, 19 febbraio 2024)

Se i brand fanno politica, la politica può usare la moda? Sicuramente Donald Trump non poteva che essere il primo leader a lanciarsi in questa impresa. L’ex presidente degli Stati Uniti, attualmente in corsa per le prossime elezioni, ha ufficialmente firmato una linea di sneakers limited edition chiamata Never Surrender High-Tops. Con tanto di promozione a mo’ di influencer effetto shoc.

Ph. Chip Somodevilla / Getty Images

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Nessuno prende più sul serio Kanye West

(ilpost.it, 14 febbraio 2024)

Tre anni dopo Donda, il rapper americano Kanye West (che si fa chiamare oggi “Ye”) ha pubblicato un nuovo disco: è intitolato Vultures 1, è stato realizzato in collaborazione con il cantante Ty Dolla Sign, e la maggior parte dei critici ne ha parlato male, malissimo, o si è rifiutato addirittura di recensirlo. Dopo essere stato uno dei più celebrati rapper al mondo, West è infatti diventato un personaggio screditato e detestato da molti, che per via di insistenti dichiarazioni antisemite, sessiste, razziste, complottiste e più generalmente stupide e ignoranti ha reso pressoché impossibile far parlare di sé per la sua musica.

Ph. Richard Shotwell / Invision – Ap

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La musica è il messaggio: la fede e il ritmo di Bob Marley

di Valeria Verbaro (hollywoodreporter.it, 16 febbraio 2024)

“Exodus, movement of Jah people”, inizia così, con un viaggio, un movimento, un flusso, il brano che dà il titolo all’album più celebre di Bob Marley & The Wailers, Exodus appunto. Quello che espande i confini della musica reggae, trasformandola forse per sempre. Portando, forse, in secondo piano nella diffusione di massa, la potenza politica, culturale e religiosa da cui nasce.

Paramount Films

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Il fantasma di Lenin spaventa anche Putin

di Marta Allevato (agi.it, 20 gennaio 2024)

A cento anni dalla sua morte, annunciata il 21 gennaio 1924, il fantasma di Lenin continua ad aleggiare sulla Russia e spaventa persino Vladimir Putin. Ne è convinto Gian Piero Piretto, già docente di Cultura russa alla Statale di Milano, che alla morte e alle esequie del padre della Rivoluzione d’Ottobre ha dedicato uno dei primi capitoli del suo recente saggio L’ultimo spettacolo (Raffaello Cortina Editore), dedicato ai funerali sovietici che hanno fatto la Storia.

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Il gesto di Lukaku per il genocidio in Congo

(ansa.it, 15 febbraio 2024)

«Free Congo DR. Stop the genocide». Romelu Lukaku, belga di madre congolese, lancia tramite i propri social il suo messaggio al termine del match della Roma contro il Feyenoord. L’attaccante ha postato la foto della sua esultanza dopo il gol agli olandesi, in cui per celebrare la sua rete ha ripetuto il gesto che usavano fare nella recente Coppa d’Africa, durante l’esecuzione dell’inno, i giocatori della Repubblica Democratica del Congo.

Romelu Lukaku via Instagram

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La spropositata passione dei rapper per le tute

di Giuseppe Luca Scaffidi (ilpost.it, 8 febbraio 2024)

Tra le trenta canzoni presentate durante la 74esima edizione del Festival di Sanremo c’è anche Tuta gold di Mahmood, che cita fin dal titolo uno dei capi d’abbigliamento più presenti nell’immaginario hip-hop, attorno al quale si è creato nel tempo una specie di culto. Decine di canzoni rap italiane uscite negli ultimi anni contengono riferimenti o sono interamente dedicate alle tute.

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