Archivi tag: Bill Clinton

Il Trump di Rozzano

LaPresse

di Guia Soncini (linkiesta.it, 5 dicembre 2024)

«Comportarsi da bulli aiuta nella vita, anche se ha un prezzo. Davanti ai bulli si tace, si sopporta o ci si inchina. Quasi mai, però[,] li si ama. Arrivano alla pancia. Non al cuore». È la chiusa del corsivo dell’altro ieri di Massimo Gramellini, forse articolo vincitore del premio “Capire meno il mondo” 2024, un anno nel quale c’è stata tesa competizione per il trofeo. Ma lunedì, davanti alla prima pagina del Corriere, ho avuto quel friccico che si ha di fronte alla vera incomunicabilità, ai capelli che fanno male, ai croccantini di Pavlov fuoriusciti dalla ciotola.

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Usa 2024: Blitz Primary, la “terapia hollywoodiana” per gestire le primarie lampo

Ph. Kevin Mazur / WireImage

di Massimo Basile (repubblica.it, 9 luglio 2024)

Mentre i Repubblicani esultano per il declino mentale di Joe Biden, una docente di Legge ha lanciato tra i donatori democratici un piano per arruolare tre donne e sparigliare le carte: Michelle Obama, Taylor Swift e Oprah Winfrey. Le tre star verrebbero chiamate a guidare forum pubblici per valutare in tempi brevi la migliore alternativa a Biden, se il presidente degli Stati Uniti decidesse di ritirarsi dopo la disastrosa prova nel duello televisivo con Donald Trump.

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“Things Can Only Get Better” dei D:Ream, dall’arrivo di Blair all’addio a Sunak

Ph. Leon Neal / Getty Images

(ilpost.it, 1° luglio 2024)

Tra i tantissimi concerti al Festival di Glastonbury c’è stato anche quello del gruppo pop nordirlandese dei D:Ream, famoso soprattutto a metà degli anni Novanta. Era la prima volta che i D:Ream suonavano all’evento musicale più noto d’Europa e la loro esibizione era attesa soprattutto per Things Can Only Get Better, il tormentone che fu ripreso dai Laburisti di Tony Blair per poi diventare la colonna sonora della vittoria del partito alle elezioni politiche del 1997, dopo diciotto anni di governi conservatori.

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Le sneaker anti-caduta di Biden

di Massimo Basile (repubblica.it, 20 marzo 2024)

L’America ha sempre un paio di sneaker ai piedi con cui fare la storia. Dalle Air Jordan alle Air Joe. Prima erano le sneaker ispirate alla leggenda del basket Michael Jordan. Ora sono quelle ad alta stabilità pensate per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, 81 anni, il più anziano della storia americana a occupare la Casa Bianca. Si chiamano Hoka Transport, sono nere, a pianta larga per evitare cadute, costano tra i 150 e i 200 dollari (138-184 euro) e hanno ricevuto anche l’approvazione dell’American Podiatric Association, la più grande associazione americana di podologia medica.

Getty Images / 9News

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La “vendetta” di Donald Trump in un libro

di Massimo Basile (agi.it, 23 aprile 2023)

Dalla lettera di Oprah Winfrey a quella di Kim Jong-un, l’annunciato libro di Donald Trump esce martedì 25 aprile, con i documenti della sua privata corrispondenza con leader politici, membri reali, star dello spettacolo e big dell’economia, in un periodo che parte da prima del suo ingresso alla Casa Bianca. Il titolo non lascia spazi a fantasie, Letters to Trump, “Lettere a Trump”, ma poteva chiamarsi “La vendetta”.

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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Dionne Warwick tra musica e coraggio

(ansa.it, 18 settembre 2021)

Non si può separare «l’anima dall’arte e la musica di Dionne spinge le persone a guardarsi dentro e cercare la parte migliore di sé stessi». Parola di Stevie Wonder, che, insieme fra gli altri a Bill Clinton, Quincy Jones, Elton John, Gladys Knight, Snoop Dogg, Carlos Santana, Alicia Keys, Smokey Robinson, prende parte a Dionne Warwick: Don’t make me over (2021), il documentario di Dave Wooley e David Heilbroner dedicato alla grande cantante che ha debuttato in prima mondiale al Toronto International Film Festival. L’icona della musica pop-soul vincitrice di 6 Grammy, capace di vendere in 60 anni oltre 100 milioni di dischi, ha anche ricevuto, nella giornata di chiusura, uno dei Tribute Award 2021 attribuiti dal Festival, tra i premiati, a Jessica Chastain, Benedict Cumberbatch e Denis Villeneuve.

Wooley Entertainment

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L’eclissi di Donald Trump è più lontana di quanto ci si immagini

di David A. Graham (The Atlantic / internazionale.it, 28 luglio 2021)

Da presidente l’aveva ribadito più volte mentre terminava il suo mandato: “Noi non andiamo da nessuna parte”. La sua era stata una conclusione della presidenza piuttosto turbolenta – impeachment, provvedimenti di grazia discutibili e una lunga disputa sull’esito delle elezioni –, ma sapeva di poter contare su seguaci devoti. E aveva tutta l’intenzione di conservare la sua forza politica. Il ragionamento non valeva solo per lui. Anche la sua famiglia era ansiosa di approfittare del suo successo elettorale. Di solito, un ex presidente mantiene un basso profilo per qualche tempo dopo la fine del mandato. Lui non l’avrebbe fatto. Avrebbe continuato a dominare il suo partito e a rappresentare una potenza politica.

Ph. Octavio Jones / Reuters – Contrasto

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Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici

di Stefano Mentana (tpi.it, 12 gennaio 2021)

A partire dalla scorsa estate un particolare sakè prodotto dalla distilleria giapponese Mii No Kotobuki ha iniziato ad avere un’impennata di richieste dagli Stati Uniti, vendendo in un mese il triplo delle bottiglie rispetto a tutto l’anno precedente. Dopo l’iniziale sorpresa, gli addetti alle vendite si sono accorti che la ragione di tale successo era dato dal nome del sakè, chiamato Hojo Biden, proprio come quel Joe Biden che avrebbe di lì a poco sfidato Donald Trump alle presidenziali americane. La bevanda non si chiama così per ragioni di marketing: il nome Hojo Biden gli era stato dato nel 1996, quando Biden era “solo” un senatore del Delaware, e significa in giapponese qualcosa di simile a “crescita prolifica della bellezza pastorale”.marchi-politici Continua la lettura di Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici