di Livia Capponi («Corriere della Sera – La Lettura», 17 gennaio 2016)
Il gesto a noi noto come “saluto romano”, con il braccio destro teso, alzato a circa 135 gradi dal corpo, e con le dita della mano unite, adottato dal regime fascista e poi dal nazismo, si presentava esplicitamente come un revival dell’eredità di Roma. Ma esisteva davvero quel gesto specifico di saluto nel mondo antico?
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