Archivi tag: Barack Obama

Barack Obama e Bruce Springsteen hanno fatto un podcast insieme

di Laura Puglisi (iodonna.it, 23 febbraio 2021)

L’immaginario della bandiera a stelle e strisce potrebbe sembrare l’unica cosa ad accomunare il Boss e l’ex presidente degli Stati Uniti. Bruce Springsteen e Barack Obama hanno coronato la loro amicizia, nata durante la campagna elettorale del 2008, con un podcast intitolato Renegades: Born in the Usa. Il podcast, prodotto dalla Higher Ground, la casa di produzione degli Obama, è composto da otto episodi. I primi due sono stati lanciati ieri, lunedì 22 febbraio, su Spotify. Con due nomi del genere, non stupisce se sarà presto un successo come il podcast dell’ex First Lady Michelle Obama. Composto da otto episodi, Renegades: Born in the Usa sembra nascere e svilupparsi come una chiacchierata tra vecchi amici che si raccontano a vicenda il contesto in cui sono cresciuti, dall’infanzia al rapporto coi rispettivi padri, dalla musica al matrimonio, fino ai bei tempi sui palchi dei rally.

Spotify
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“Waffles + Mochi”: la prima serie con Michelle Obama sbarca su Netflix

di Mario Manca (vanityfair.it, 9 febbraio 2021)

«Non potrei essere più entusiasta di far parte di questo divertente, commovente e semplicemente magico show, e non lo dico solo per via del carrello della spesa volante». Lo dice Michelle Obama che, dal 16 marzo, sbarca su Netflix in una serie tutta da scoprire prodotta da Higher Ground, la casa di produzione di proprietà di Michelle e Barack. Si chiama Waffles + Mochi, è composta da dieci episodi e cerca di insegnare, in maniera colorata e divertente, ai bambini i segreti per un’alimentazione corretta ed equilibrata, battaglia nella quale l’ex First Lady si è sempre impegnata a lungo attraverso campagne di sensibilizzazione e meeting globali.

Netflix
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Malia Obama va a Hollywood

(ansa.it, 18 febbraio 2021)

Malia Obama va a Hollywood: secondo fonti dell’Hollywood Reporter, la primogenita dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e della moglie Michelle sarebbe entrata nella “writers’ room” di Hive (Alveare), una serie per Amazon Prime ispirata a un personaggio simile alla cantante Beyoncé. La figlia degli Obama ha 22 anni e sta per laurearsi ad Harvard: da quando era al liceo, la Sidwell Friends School di Washington, coltiva interessi nel mondo del cinema facendo stage di alto profilo in varie produzioni tv tra cui Girls di Hbo, Extant della Cbs e alla Weinstein Company, prima che l’ex produttore Harvey Weinstein venisse travolto dalle accuse di stupri e molestie sessuali.

Ph. Zbigniew Bzdak / Chicago Tribune / Tns / Getty
Ph. Zbigniew Bzdak / Chicago Tribune / Tns / Getty

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In vendita le sneakers di Barack Obama

di Essia Sahli (vanityfair.it, 10 febbraio 2021)

Nonostante Barack Obama, appassionato di basket sin dalla giovinezza – tanto da sognare di diventare un giocatore professionista – non sia più in carica alla Casa Bianca, il suo legame con questo sport non è mai stato dimenticato nell’immaginario comune: dopotutto, è raro trovare un equilibrato esempio di personalità politica in grado di comunicare sé stesso sia in contesti ufficiali sia in quelli più informali e… sportivi. Non stupisce quindi che all’ex Presidente degli Stati Uniti sia stato dedicato persino un paio di sneaker da basket: svelate nel 2009 da Nike, sono state realizzate in soli due esemplari, uno dei quali donato – ovviamente – a Barack Obama.BarackObama_Nike_Hyperdunks Continua la lettura di In vendita le sneakers di Barack Obama

Il record di Larry: dieci anni a Downing Street

(quotidiano.net, 15 febbraio 2021)

Il gatto Larry, primo felino d’Inghilterra a essere insignito del titolo di “Chief Mouser”, ossia “l’acchiappatopi in capo”, festeggia oggi dieci anni di permanenza a Downing Street. Era il 15 febbraio 2011 quando il soriano, che allora aveva quattro anni, mise zampa per la prima volta nella sede del primo ministro britannico. Da allora si sono succeduti tre premier e il Regno Unito ha attraversato il difficile percorso della Brexit. Nel frattempo l’ineffabile felino, proveniente da un rifugio londinese per animali abbandonati, ha però sempre mantenuto salde le redini del potere, nonostante le sue abilità nella caccia ai topi, dopo un promettente inizio, abbiano lasciato parecchio a desiderare. O, quantomeno, Larry aveva preferito dedicarsi alla «pianificazione tattica» dopo i tre roditori catturati nei primi mesi a Downing Street, spiegò David Cameron, l’ex premier che lo accolse al numero 10.

Ph. Tolga Akmen / Afp
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Il colore viola

di Ida Dominijanni (internazionale.it, 21 gennaio 2021)

“La democrazia è preziosa e fragile, ma qui, in questo luogo sacro che hanno cercato di colpire al cuore, la democrazia ha prevalso”, anche se “c’è tanto da riparare e da guarire”. Preziosa e fragile, dice Joe Biden. Mai data una volta per tutte, aveva detto Kamala Harris la sera della vittoria: dipende da noi, sempre e ogni giorno; è una cosa che si fa nel farsi. Finalmente insediato nell’assenza belligerante del suo predecessore, Biden poteva scegliere toni più trionfali per rinverdire il mito della democrazia americana a pochi giorni dall’assalto trumpista a Capitol Hill.

Afp
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Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

di Lucio Fero (blitzquotidiano.it, 11 gennaio 2021)

Matteo Salvini si è iscritto a Parler. Forse un gesto di protesta contro Facebook giudicata sinistrorsa e contro Twitter giudicata mondialista, comunque contro le piattaforme forse ora giudicate nemiche del popolo. O forse quello di Salvini è un gesto di omaggio e solidarietà a Donald Trump che sulla stessa piattaforma, Parler appunto, si vede ospitato dopo che Facebook, Twitter e Amazon e tutti gli altri di quello che deve essere oppressivo pensiero unico hanno tolto dalle mani di Trump l’arma social. Tolta per evidenti motivi di ordine pubblico e salute pubblica. Il caso vuole che il giorno dopo l’iscrizione di Salvini, Parler sia stato messo off line.Salvini_Parler Continua la lettura di Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

di Fabrizia Sacchetti (focus.it, 11 novembre 2020)

Chissà se Joe Biden, il 46° presidente degli Stati Uniti, conosce la storica frase di Harry Truman (il 33°, dal 1945 al 1953), che recitava così: «Se vuoi un amico a Washington fatti un cane». Di cani Truman ne aveva addirittura tre ed è stato emulato da quasi tutti i presidenti americani, tranne tre: l’11° James K. Polk (1845-1849), il 17° Andrew Johnson (1865-1869) e il 45° Donald Trump, il primo che dopo 150 anni ha sfidato la tradizione non portando nemmeno un pesce rosso alla Casa Bianca. Ma adesso tutto tornerà come ai vecchi tempi.Champ-Major Continua la lettura di Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

Avevamo già conosciuto il trumpismo: al cinema, in tv o da qualche altra parte

di Guia Soncini (linkiesta.it, 20 novembre 2020)

È verità universalmente riconosciuta che l’unico modo per dire qualcosa di rilevante sul presente sia fare un film in costume. È anche per questo che da settimane tutti scrivono di Mank, il film di David Fincher che il pubblico non vedrà fino al 4 dicembre, allorché arriverà su Netflix. Certo, ci sono molte ragioni per parlarne. È Fincher, che quando fa un film è sempre un evento. È Fincher che ricostruisce la storia di Quarto potere, il film che quelli che ne capiscono ritengono il più bello della storia del cinema. È Fincher che lo fa non focalizzandosi su Orson Welles – il Wunderkind (è la parola che usa Mank) cui a ventiquattro anni quelli che ci mettevano i soldi diedero qualcosa che altri registi a volte non ottengono in una vita: l’autorità assoluta sul progetto, il potere decisionale, l’esenzione dalle discussioni coi finanziatori – ma su Herman Mankiewicz, lo sceneggiatore quarantatreenne che scrive il film del bambino prodigio.

Ph. Jose Luis Magana / Ap
Ph. Jose Luis Magana / Ap

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Quando Trump voleva la marcia su Washington

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 6 novembre 2020)

Poca fantasia, stessi proclami. Anche otto anni dopo. Le proteste, già a poche ore dall’inizio dello spoglio negli Stati Uniti, seguono un copione già visto. Si parla di frode elettorale e si lanciano accuse senza fornire alcuna prova. Il tutto in attesa del verdetto definitivo che, probabilmente, vedrà il candidato democratico Joe Biden alla guida della Casa Bianca per i prossimi quattro anni. Ma Donald Trump non ci sta e continua a twittare senza soluzione di continuità, con messaggi dello stesso tenore di quanto pubblicato nel 2012 dopo la seconda elezione di Barack Obama.DonaldTrump_2012_2020 Continua la lettura di Quando Trump voleva la marcia su Washington