Archivi tag: attivismo

Vivienne Westwood: 80 anni di un’icona punk, ambientalista, ribelle

di Essia Sahli (vanityfair.it, 8 aprile 2021)

Per definire l’impatto di uno stilista nella storia della moda non basta prenderne in considerazione lo stile avanguardista e innovativo, e nemmeno design e qualità sartoriale ineccepibili, per quanto importanti: per diventare un’icona dell’industria bisogna andare ben al di là di essa, radicarsi e segnare un’epoca, un cambio generazionale o una metamorfosi sociale, supportando questi processi – e spesso definendoli – proprio attraverso le creazioni. E colei che, a partire dagli anni Settanta, si è conquistata di diritto un posto nel firmamento dei fashion designer più iconici, è Vivienne Westwood. Che oggi, 8 aprile, spegne ben 80 candeline, e in grande stile: con un videomessaggio al mondo, in diretta da Piccadilly Circus. Per celebrare il suo compleanno, infatti, la designer ha presentato un cortometraggio di 10 minuti in collaborazione con Circa, intitolato Do not buy a bomb.

Ph. Ki Price / Vivienne Westwood Archive
Ph. Ki Price / Vivienne Westwood Archive

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Nel nome del figlio e non solo: tutte le provocazioni di Emily Ratajkowski

di Eva Elisabetta Zuccari (today.it, 27 ottobre 2020)

E pensare che tutto era cominciato come nella migliore tradizione da femme fatale: un video in cui ammiccava birichina alla telecamera (l’ormai mitologico videoclip musicale di Blurred Lines, in cui canticchiava in déshabillé “I know you want it”), la promozione a nuovo sex symbol d’America, l’implosione del profilo Instagram con gli scatti bollenti di rito. Ma Emily Ratajkowski, nell’era del MeToo e della solenne eclissi della donna oggetto, ad un certo punto ha avuto l’ardire di spostare la provocazione sul piano intellettuale e – persino – sociologico.

Emily Ratajkowski via Instagram
Emily Ratajkowski via Instagram

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Salviamo il nostro futuro: intervista a Jane Fonda

di Laura Pezzino (vanityfair.it, 21 ottobre 2020)

«La rivoluzione inizia dai muscoli» è una frase che viene attribuita a Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Che l’abbia detta oppure no, Jane Fonda ne ha fatto il proprio motto, stipandovi dentro tutto un arcobaleno di significati riassumibili così: il vero cambiamento incomincia con un’azione che coinvolge il proprio corpo. Poco prima del lockdown, Jane Fonda si era lasciata crescere i capelli bianchi e, col senno di poi, non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Per lei, cambiare taglio o pettinatura non era mai stato un atto neutrale, anzi.

Ph. Rachel Luna / Getty Images
Ph. Rachel Luna / Getty Images

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Le implacabili: le 10 donne più influenti dello sport americano

di Flavio Vanetti (corriere.it, 12 novembre 2020)

La definizione è chiara e diretta: «Le implacabili». Sono le donne che nello sport lasciano il segno, svoltano, fanno tendenza: Sports Illustrated, il famoso magazine sportivo americano, s’è preso la briga di metterle in fila. Sono 50, la posizione di qualcuna sembra o troppo penalizzata o troppo generosa. Ma tant’è, queste graduatorie sono fatte per discutere e per essere, in fondo, un gioco. Piuttosto, un limite di fondo a questa iniziativa c’è: sono considerate donne – dirigenti, atlete, allenatrici – dell’universo sportivo statunitense. Sarebbe interessante estenderla al mondo intero. Ecco, comunque, le prime 10.TheUnrelenting Continua la lettura di Le implacabili: le 10 donne più influenti dello sport americano

Lewis Hamilton è pronto per diventare un leader politico

di Fabio Tavelli (ilfoglio.it, 15 novembre 2020)

Adesso che sono sette come Michael Schumacher forse Lewis Hamilton ci dirà cosa vuol fare nei prossimi anni. La chance di prendersi l’ottavo tra dodici mesi dovrebbe convincerlo a regalarsi almeno un altro giro di giostra con la Mercedes. Ma chissà cosa sta davvero pensando sotto quelle treccine il Re Nero. Potrebbe fare qualsiasi cosa, anche il leader di un movimento politico o di opinione. Hamilton a Istanbul ha parlato da statista, ha citato la sostenibilità, i diritti umani nei Paesi nei quali i piloti vanno a correre e in generale si è caricato sulle spalle l’intero circus della Formula 1 di domani.

Lewis Hamilton via Instagram
Lewis Hamilton via Instagram

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Solo il K-pop può sconfiggere QAnon

di Andrea Signorelli (esquire.com, 5 novembre 2020)

Pochi giorni dopo essersi laureata, tornò nella sua casa in Maryland. Qui, in attesa di trovare un lavoro, iniziò a passare un sacco di tempo su YouTube. Dopo essere accidentalmente incappata in un video molto particolare, l’algoritmo della piattaforma di streaming iniziò a suggerirgliene continuamente di simili. Ore e ore di contenuti raccomandati direttamente da YouTube, che la fecero precipitare sempre più a fondo in quel “buco nero” in cui i video si succedono senza sosta, trasformando una curiosità in un’ossessione e convertendo ai fenomeni più oscuri della Rete anche chi partiva da posizioni distantissime. È quello che è avvenuto – secondo quanto racconta Bloomberg – a Daezy Agbakoba, oggi una delle voci più in vista del suo movimento.The_ARMY Continua la lettura di Solo il K-pop può sconfiggere QAnon

“Hip Hop Evolution”: dal Bronx a Manhattan, dall’underground al mainstream

di Mary Adorno (cosmopolitan.com, 13 giugno 2020)

«Oggi l’hip hop è molto più dei concerti dei dj e dei rapper nei parchi del Bronx. È un fenomeno dello spettacolo che domina Internet, la televisione e la radio». Si apre così il documentario di Netflix Hip Hop Evolution, dedicato alla storia di quello che è un movimento culturale e di arte visiva, oltre che musicale. Ricostruire le sue origini non è semplice e, come accade per tutte quelle storie che sono avvolte nella nebbia del tempo, si intrecciano molte versioni appassionanti, come fosse un racconto tramandato per via orale.Hip_Hop_Evolution Continua la lettura di “Hip Hop Evolution”: dal Bronx a Manhattan, dall’underground al mainstream

Etiopia nel caos per l’omicidio del cantante Hachalu Hundessa

(corriere.it, 3 luglio 2020)

Hachalu Hundessa ha vissuto cinque dei suoi trentaquattro anni dietro le sbarre: non era maggiorenne quando fu condannato per aver manifestato contro il governo nel 2003. Il padre andava a trovarlo e gli diceva che «la prigione rende più forti». Su di lui aveva avuto un effetto collaterale, rendendo quel ragazzino che amava cantare mentre badava alle vacche un artista: «Come trovare i versi e la melodia l’ho imparato da detenuto», amava raccontare uno dei cantanti più amati dell’Etiopia, ucciso lunedì sera a colpi di arma da fuoco mentre era alla guida di un’auto ad Addis Abeba. I nove brani del primo album, Sanyii Mooti (La corsa del re) li aveva scritti da prigioniero.HachaluHundessa Continua la lettura di Etiopia nel caos per l’omicidio del cantante Hachalu Hundessa

Addio a Shirley Douglas, attrice e attivista canadese

(lastampa.it, 6 aprile 2020)

Figlia di un politico canadese, attrice e attivista per i diritti dei neri e del sistema sanitario pubblico, Shirley Douglas è morta a 86 anni. Ad annunciarlo è stato uno dei figli, l’attore Kiefer Sutherland: «Mia madre era una donna straordinaria che conduceva una vita straordinaria. È morta per le complicanze di una polmonite, non legate alla pandemia del Coronavirus».

Fotogramma / Ipa
Fotogramma / Ipa

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Joaquin Phoenix in “Guardians of Life” per la crisi climatica

di Nicoletta Spolini (vogue.it, 7 febbraio 2020)

«Libera…». In sala operatoria c’è da rianimare una vita. E da quando la scena inizia a quando finisce resti col fiato sospeso. Guardians of Life, il corto di Extinction Rebellion e Amazon Watch, punta sull’emotività. E lancia un grido di allarme. Forte, urgente.Guardians_of_Life Continua la lettura di Joaquin Phoenix in “Guardians of Life” per la crisi climatica