di Pietro Cabrio (ilpost.it, 13 maggio 2020)
Nel 1990 la Jugoslavia stava vivendo gli ultimi mesi dei quarantacinque anni trascorsi come Paese unito dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il carismatico e autoritario maresciallo Tito, capo della Repubblica Socialista jugoslava, era morto dieci anni prima e nessuno era riuscito a rimpiazzarlo. In un Paese dalla storia lunga e complessa come pochi altri luoghi al mondo, formato da sei repubbliche e due provincie autonome, i partiti nazionalisti sfruttarono il momento, compresi gli effetti di una crisi economica che aveva indebitato lo Stato e aumentato la disoccupazione, per promuovere le loro cause indipendentiste. Continua la lettura di La partita che preannunciò la guerra in Jugoslavia