Archivi tag: antipolitica

L’ascesa della tech right, la nuova contro-élite di Trump

Ph. Gilles Lambert / Unsplash

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 21 novembre 2024)

La «destra tech» ha preso il potere negli Stati Uniti, ha scritto Le Monde, riprendendo così un’etichetta di tech right su cui da tempo si stavano accumulando segnalazioni. Citando alla rinfusa: il New Statesman ha definito la Silicon Valley «intossicata» da una nuova mania per il quoziente di intelligenza dai risvolti razzisti. Secondo il blogger Noah Smith è logico che chi fa business si orienti a favore di un partito come quello Repubblicano che si presenta come più pro-business.

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Commander-in-Tweet: il populismo digitale di Trump

Ph. Sinna Nasseri / The New Yorker

di David Allegranti* (linkiesta.it, 6 novembre 2024)

L’arrivo di Donald Trump su Twitter è datato marzo 2009, quando Barack Obama è appena diventato presidente degli Stati Uniti. Rapidamente, diventa lo strumento preferito del miliardario americano. «La campagna presidenziale del 2016 potrebbe essere ricordata come quella in cui il populismo ha incontrato i social media digitali», scrivono Francisco Seoane Pérez et al. (2019, p. 13).

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Trump, lo show prima del voto: «Io non sono un politico, sono una star»

Ph. Jonathan Ernst / Reuters

di Aldo Cazzullo (corriere.it, 3 novembre 2024)

Salem (Virginia) – Non è un comizio. È uno show. Infatti dura più di cinque ore; le ultime due con lui sul palco. A segnare una mutazione ormai irreversibile della destra americana e globale. Come in ogni show, si ride e si piange. Si ride – con una punta di angoscia al pensiero che l’attor comico è il favorito per la Casa Bianca – quando Donald Trump fa le imitazioni.

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Lo scontro tra Grillo e Conte è la degna conclusione della più clamorosa presa in giro della politica italiana

Unsplash

di Mario Lavia (linkiesta.it, 25 ottobre 2024)

Morire per Beppe Grillo? O morire per Giuseppe Conte? Per chi tifare: per il buffone che soffiò sul fuoco populista (la Casta, la Casta!) o per l’azzeccagarbugli passato dai decreti Salvini alla critica da sinistra a Kamala Harris? Meglio il Movimento dell’uno vale uno o il Partito a-valoriale e trasformista? Sono alternative false. Il Comico e l’Avvocato sono due facce della stessa medaglia, come dice Robert De Niro ad Al Pacino ne La sfida – solo che questi sono due miti, quelli due ominicchi.

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Se Acabó la Fiesta: l’ascesa di Alvise Pérez, da Telegram all’Europarlamento

(huffingtonpost.it, 10 giugno 2024)

“Se Acabó la Fiesta”, tradotto in Italiano “La festa è finita” [in Inglese l’ancora più espressivo “The Party is Over” – N.d.C.], farà il suo ingresso nel Parlamento Europeo. Il partito, fondato dal comunicatore politico, e noto personaggio dei social media in Spagna, Luis Pérez Fernández, meglio noto come Alvise Pérez, ha conquistato 3 seggi con un totale di 800mila voti, equivalenti al 4,59% dei consensi con il 99,8% dei voti scrutinati.

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Fidias, lo youtuber di Cipro eletto al Parlamento Ue: 2 milioni di follower e nessun programma

Reuters

(quotidiano.net, 10 giugno 2024)

Con 2,62 milioni di iscritti su YouTube, 237mila follower su Instagram e 166mila su TikTok, Fidias Panayiotou è il primo youtuber eletto al Parlamento Europeo e diventerà uno dei più giovani europarlamentari eletti in queste europee. Il ventitreenne cipriota si è candidato come indipendente alle elezioni e ha raggiunto il 19,26% dei voti, ottenendo il terzo posto nei risultati nazionali – dietro ai conservatori del Disy (24,8%) e ai progressisti dell’Akel (21,8%) – e superando il partito dell’ultradestra Elam (11,14%).

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A Cipro uno youtuber rischia di vincere un seggio alle europee

(ilpost.it, 3 giugno 2024)

A Cipro uno youtuber di 24 anni senza nessuna esperienza politica e molto seguito on line sembra vicino a vincere un seggio alle elezioni europee. Si chiama Fidias Panayiotou, si è candidato due mesi fa e nessuno sa davvero cosa intenderebbe fare se venisse eletto. I sondaggi più recenti gli attribuiscono abbastanza voti da garantirgli un posto nel Parlamento Europeo, dove i seggi destinati a Cipro sono sei.

Fidias Panayiotou via YouTube

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Per gli estremisti americani la condanna di Trump è una dichiarazione di guerra

di Tess Owen (wired.it, 31 maggio 2024)

Le parole “Rip America” sono andate in tendenza su X quasi subito. Qualche minuto prima, una giuria popolare di New York aveva dichiarato Donald Trump colpevole di tutti i 34 capi d’accusa nel processo sulla falsificazione dei registri contabili legati a un pagamento effettuato alla pornostar Stormy Daniels per conto dell’ex presidente degli Stati Uniti. Le immagini di una bandiera americana capovolta – un simbolo che era già stato utilizzato nel 2020 da “Stop the Steal”, il movimento di estrema destra secondo cui la vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 2020 sarebbe frutto di brogli – hanno inondato i social media, dove i sostenitori di Trump, frange estremiste, opinionisti e politici di destra hanno dato sfogo alla loro rabbia.

Ph. Alon Skuy / Getty Images

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Federico D’Annunzio, bisnipote del Vate, candidato a Firenze

(ansa.it, 8 maggio 2024)

Ci sarà anche il pronipote del poeta Gabriele D’Annunzio, Federico D’Annunzio, nella lista civica a sostegno del candidato del centrodestra Eike Schmidt a sindaco di Firenze. Lo ha confermato lo stesso Schmidt, a margine di una passeggiata elettorale in città. «Credo che ci siano enormi differenze» ha detto Schmidt riferendosi a Federico D’Annunzio, «antifascista da sempre», e il poeta suo bisnonno.

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La sterzata ego-populista di Giorgia Meloni alla prova delle Europee

di Mario Lavia (linkiesta.it, 29 aprile 2024)

«Vota Antonio vota Antonio vota Antonio…». Totò, in quel vecchio film, si era inventato una candidatura friendly, Antonio La Trippa diventava per il popolo semplicemente “Antonio”, e certo non poteva immaginare, quel genio, che la sua personale campagna elettorale sarebbe diventata un modello: eppure così è stato, tanti decenni dopo, quando nientedimeno che il capo (la capa) del governo si è rivolta agli “i-ta-liani!”, «Scrivete Giorgia sulla scheda» che rievoca almeno ai boomer Ho scritto t’amo sulla sabbia (Franco IV e Franco I, 1968).

Ph. Rishabh Dharmani / Unsplash

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