di Anton Dolin (Meduza / huffingtonpost.it, 21 ottobre 2022)
Il 26 settembre la Russia ha annunciato che non candiderà un suo film agli Oscar che si terranno nel febbraio del 2023. Peraltro, solo tre giorni prima, il comitato russo degli Oscar aveva comunicato che il film da nominare sarebbe stato scelto tra 122 pellicole. Eppure, secondo il presidente dell’Associazione cinematografi della Federazione Russa Nikita Michalkov, lui stesso premio Oscar, questa sarebbe stata una “mossa insensata”.
di Francesca Lazzarin / Memorial Italia (huffingtonpost.it, 11 luglio 2022)
“Forse, per capire dove ci stavamo spingendo, avremmo dovuto guardare più spesso la tv”, mi scrive sgomento un amico e collega, giovane docente universitario russo, due giorni dopo il 24 febbraio. Perché lui preferisce canali privati e progressisti come Dožd’ (conosciuto in Europa come Tv Rain, che ha chiuso forzatamente i battenti pochi giorni dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina) e la televisione di Stato russa non l’ha mai seguita in vita sua, snobbandola e sminuendone erroneamente il potere manipolatorio. “Puoi vedere la televisione russa in Italia? Se puoi, guardala, lì ti spiegano le cose come stanno. Così capirai anche tu che non c’è niente di cui preoccuparsi”, mi dice invece tutta tranquilla e sicura, sempre due giorni dopo il 24 febbraio, un’affabile signora russa a cui impartisco lezioni di Italiano e che inaspettatamente si rivela una sostenitrice della “operazione speciale”, al di là della sua laurea in Storia dell’arte e della sua profonda conoscenza del barocco romano.