Archivi tag: America 2020

Kamala Harris riscrive le regole in bianco suffragetta

di Maria Teresa Veneziani (corriere.it, 8 novembre 2020)

Kamala Harris e le sue Converse All Stars riscrivono le regole dello stile politico tradizionale. «Come praticamente nessun’altra donna della politica prima di lei, ha trascorso gran parte della campagna indossando scarpe da ginnastica», osserva Vogue Uk. E non sono sneaker qualsiasi, bensì quelle del cuore, della gioventù, le adorate Converse All Stars, quelle tornate in auge tra le adolescenti che possono permettersi di viaggiare rasoterra. È noto, i vestiti hanno il potere di aumentare la nostra fiducia, specialmente quelli che sanno far sentire a proprio agio.0 Continua la lettura di Kamala Harris riscrive le regole in bianco suffragetta

È giusto oscurare Trump?

di Stefano Baldolini (huffingtonpost.it, 6 novembre 2020)

Questa notte (italiana) Donald Trump ha detto più volte di aver vinto le elezioni, di aver vinto in Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Georgia, e ha calcato la mano sostenendo “se si contano i voti legali, vinco facilmente. Se si contano i voti illegali, possono provare a rubarci l’elezione”. Nessuna delle cose sostenute, sono, alla prova dei fatti, risultate vere. Il discorso dalla Casa Bianca del presidente uscente e furente è stato interrotto da tre network tv come Abc, Cbs e Nbc, diffuso senza filtri dalla Fox e invece commentato live “come il più disonesto della sua presidenza” dalla Cnn.Trump-Msnbc Continua la lettura di È giusto oscurare Trump?

Kanye West, sconfitto ma non domo, si ricandida per il 2024

di Marco Ciotola (mowmag.com, 5 novembre 2020)

Solo per un attimo sembrava persino aver ammesso la sua plateale e inevitabile sconfitta alle elezioni statunitensi, Kanye West. Un tweet pubblicato nella mattinata di mercoledì mostrava infatti la sua foto in piedi davanti a una mappa elettorale, accompagnata dalla didascalia: “Welp Kanye 2024”, ovvero “pazienza”, “tutto finito”, ora pensiamo alle urne del 2024. Il riferimento era ai circa 58mila voti presi in totale, vale a dire meno del 2% in tutti gli Stati Uniti, con il maggior numero di consensi ravvisabile negli appena 10.195 voti ottenuti del Tennessee.

Kanye West via Twitter
Kanye West via Twitter

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Il canestro di Obama: perché gli americani votano Trump

di Guia Soncini (linkiesta.it, 2 novembre 2020)

Il migliore editoriale sulle elezioni americane sta in quindici secondi di video twittati da Olivia Raisner, che cura i social network per la campagna di Joe Biden. Erano in Michigan: Barack Obama, il presidente passato alla storia per la fotogenia, il Kennedy dei neri, era lì a fare campagna per il suo ex vice, ora candidato presidente. Forse avete visto una foto in cui i due reggevano un cartello con un fantasma di Halloween, e la scritta «Don’t boo, vote» (incitamento già formulato da Obama in vari comizi: invece di fischiare l’avversario, caro il mio elettorato esagitato, vai a votare).Obama-Biden Continua la lettura di Il canestro di Obama: perché gli americani votano Trump

Le cose che abbiamo perso nel fuoco: resoconto di una nuova elezione americana

di Claudia Durastanti (internazionale.it, 29 ottobre 2020)

Non sappiamo chi vincerà le elezioni americane del 3 novembre, ma sappiamo già chi vincerà gli Oscar ad aprile. Il trailer di Hillbilly Elegy di Ron Howard fa capire che aria tira; interpretato da Glenn Close e Amy Adams nei panni di madre e figlia, il film riprende i temi del libro Hillbilly Elegy: A memoir of a family and culture in crisis di J.D. Vance che fu un caso nel 2016, l’anno in cui venne eletto Donald Trump. L’assunto del libro è questo: come fa un ragazzino a emanciparsi da generazioni di uomini e di donne degli Appalachi cresciuti tra sussidi sociali, bassa scolarizzazione, relazioni violente e tossicodipendenze?

Ph. Julio Cortez / Associated Press
Ph. Julio Cortez / Associated Press

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Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

di Giovanni Pedde (huffingtonpost.it, 21 ottobre 2020)

A pochi giorni dalle elezioni americane, vari analisti politici, ma soprattutto finanziari, s’interrogano su cosa potrebbe accadere a Hollywood all’indomani del voto. Quella dell’entertainment e dei media è un’industria di enorme rilevanza per l’economia degli Stati Uniti e che non si ferma certo al ristretto circuito degli Studios – Disney, Warner, Universal, Mgm e Paramount – e dei network televisivi. Si tratta di un ambito economico che abbraccia anche e soprattutto quelli che, in quanto destinatari preferenziali del loro gettito di contenuti, sono ormai di Hollywood i più importanti clienti, nonché, in prospettiva, potenziali proprietari: da una parte le grandi piattaforme di streaming, come Netflix; dall’altra, le cosiddette società “tecnologiche”, tra cui Apple e Amazon, a loro volta proprietarie dei servizi di streaming Apple Tv+ e Amazon Prime Video.HollywoodStudios-America2020 Continua la lettura di Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

Harry, Meghan e la (complessa) questione della neutralità politica della royal family

di Roberta Mercuri (vanityfair.it, 18 ottobre 2020)

Lo scorso 22 settembre il principe Harry e Meghan Markle hanno pronunciato in tv il loro primo discorso politico, invitando gli americani ad andare a votare il prossimo novembre e per di più schierandosi, seppur in modo non esplicito (contro Trump e pro Biden). La regina Elisabetta e il resto della famiglia reale, però, non votano, né parlano (apertamente) di politica. Sono neutrali da generazioni e va bene così. Harry e Meghan, col loro discorso, hanno violato l’ultima regola dei reali. Scatenando non solo l’ira della sovrana e dei sudditi britannici. Una buona parte degli americani non ha gradito l’invito a votare espresso da un principe britannico, che non è nemmeno cittadino americano.Biden-Megxit Continua la lettura di Harry, Meghan e la (complessa) questione della neutralità politica della royal family

Breve storia dei cartelli elettorali da giardino

(ilpost.it, 18 ottobre 2020)

Nei primi giorni di novembre, quando le elezioni presidenziali statunitensi avranno avuto un risultato chiaro, l’artista Nina Katchadourian aggiornerà una sua installazione – che vedete qui sotto – con un nuovo cartello elettorale, aggiungendo quello di chi, tra Joe Biden e Donald Trump, risulterà il candidato perdente. L’installazione si chiama infatti Monumento ai non eletti e, al momento, è composta da 58 cartelli: uno per ogni elezione presidenziale statunitense, dal 1788 al 2016. I cartelli di Katchadourian sono fatti da lei, ma sono comunque rappresentativi di un’abitudine piuttosto radicata negli Stati Uniti: la presenza nei giardini di cartelli con loghi e slogan di questo o quel candidato, con cui i residenti dichiarano chi preferiscono e fanno propaganda.

Nina Katchadourian, “Monument to the Unelected” (courtesy of the artist Catharine Clark Gallery and Pace Gallery)
Nina Katchadourian, “Monument to the Unelected”
(courtesy of the artist,
Catharine Clark Gallery and Pace Gallery)

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Le prossime elezioni Usa chiariranno se i social sono armi di propaganda o strumenti d’informazione

di Simone Cosimi (wired.it, 28 settembre 2020)

Le contromisure sono molte. Nel 2016, d’altronde, le polemiche per aver in qualche maniera sostenuto l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca furono infuocate. Chissà, forse anche perché i media non riuscirono – tranne eccezioni – a capire cosa covasse nella pancia degli americani, almeno quelli degli Stati fondamentali per l’elezione, visto che il voto popolare assoluto, inutile al fine del meccanismo elettorale statunitense, premiò Hillary Clinton. Ci ricordiamo i post con le bufale sulla Clinton, le teorie cospirazioniste sull’appartenenza a una setta satanica, le infinite aggressioni su Twitter, Reddit a totale disposizione dei suprematisti dell’alt-right.

Ph. Sarah Silbiger / Getty Images
Ph. Sarah Silbiger / Getty Images

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La democrazia statunitense è arrivata a un bivio

di Joseph Stiglitz (internazionale.it, 17 ottobre 2020)

L’imperatore Nerone suonava la lira mentre Roma bruciava. Il presidente statunitense Donald Trump invece calcava i suoi campi da golf mentre la California bruciava e mentre più di 200mila statunitensi morivano di Covid-19, una malattia che poi ha contratto anche lui. Al pari di Nerone, Trump passerà alla Storia come un politico di eccezionale crudeltà. Alla fine di settembre milioni di persone nel mondo si sono sorbite uno spettacolo di 90 minuti, spacciato per “dibattito presidenziale”, in cui Trump ha dimostrato di non essere degno della presidenza e ha fatto capire perché tanti dubitano perfino della sua salute mentale.us_democracy Continua la lettura di La democrazia statunitense è arrivata a un bivio