Archivi tag: America 2020

Donald Trump ha dichiarato guerra a Fox News

(agi.it, 13 novembre 2020)

Oramai è guerra aperta tra Donald Trump e Fox News. Il presidente in carica degli Stati Uniti ha inviato una raffica di tweet contro l’emittente televisiva, colpevole, a suo avviso, di aver dimenticato “quello che l’ha resa di successo”. “Hanno dimenticato la gallina dalle uova d’oro”, ha tuonato Trump dopo aver ritwittato i post di diversi suoi sostenitori che dicevano di fidarsi ormai di più dell’emittente di Destra NewsMax. Fox News è stato a lungo il network preferito da Trump e quello che gli ha dato supporto fin dalla prima campagna elettorale.

Ph. Brendan Smialowski / Afp – Getty Images
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Perché sono i media americani ad annunciare chi ha vinto le elezioni

(ilpost.it, 12 novembre 2020)

Il lento scrutinio delle elezioni presidenziali statunitensi e il ritardo nella proclamazione di Joe Biden come vincitore hanno creato un po’ di confusione – in Italia, ma anche negli stessi Stati Uniti – circa il ruolo che hanno i media del Paese nell’assegnare gli Stati e le elezioni al candidato che secondo le loro previsioni ha vinto, e circa il grado di ufficialità che ha questo tipo di proclamazione. Di per sé queste assegnazioni non hanno alcun valore formale e vincolante: e Rudy Giuliani, avvocato personale di Donald Trump, ha provato ad attaccarsi a questo aspetto mettendo in discussione la sconfitta.

Ph. Byron Rollins / Ap
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Cambio di look per Donald Trump: dal blorange al silver soft

(quotidiano.net, 14 novembre 2020)

Qualche mese fa, in estate, si era lamentato per la poca acqua che, a suo dire, usciva dalle docce americane (“Così non riesco a lavarmi bene i capelli”), adesso la capigliatura di Donald Trump, alle prese con la bruciante sconfitta elettorale, torna in primo piano. Sì perché l’acconciatura del presidente dal giallo canarino degli ultimi quattro anni è virata verso un signorile grigio argento, quasi platino. Lo hanno notato i giornalisti riuniti l’altro giorno per la conferenza stampa di The Donald sull’andamento della pandemia di Coronavirus.DonaldTrump_silver_soft Continua la lettura di Cambio di look per Donald Trump: dal blorange al silver soft

Kamala Harris e quel taglio di potere

di Alessandra Paudice (vanityfair.it, 14 novembre 2020)

Kamala Harris, futura vicepresidentessa degli Stati Uniti, che, da quando Jo Biden è diventato presidente eletto ha conquistato tutti con il suo discorso post vittoria, è la prima donna black-asian in questo ruolo, di origini indiane da parte di madre e giamaicane da parte di padre. Cinquantasei anni compiuti il 20 ottobre, sorriso solare, attitudine forte e accogliente, è il modello di donna grintosa che il mondo aspettava. Un ruolo che l’ha posta immediatamente al centro dell’attenzione dei media e che ha scatenato lo scrutinio serrato di ogni sua scelta di stile.

Ph. Alexander Tamargo / Getty Images
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Pubblicità e social network nelle elezioni americane

di Pietro Sansone (ilpost.it, 10 novembre 2020)

Le elezioni presidenziali americane del 2020, come e più delle precedenti, hanno rappresentato un grande campo di battaglia per comunicatori di ogni genere. Dai mezzi tradizionali ai social media, i due schieramenti hanno dato fondo a tutte le risorse per risultare vincenti, in un contesto in cui la pandemia galoppante ha reso difficili se non impossibili comizi e comunicazione face-to-face. Possiamo dire che la comunicazione democratica sia stata vincente? Un’analisi post-voto di Advertising Age ha fotografato numeri e caratteristiche della macchina propagandistica democratica. Uno sforzo enorme in termini di varietà di iniziative, creatività e budget, che non ha portato alla grande affermazione in cui molti speravano.

euronews.com
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Quando Trump voleva la marcia su Washington

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 6 novembre 2020)

Poca fantasia, stessi proclami. Anche otto anni dopo. Le proteste, già a poche ore dall’inizio dello spoglio negli Stati Uniti, seguono un copione già visto. Si parla di frode elettorale e si lanciano accuse senza fornire alcuna prova. Il tutto in attesa del verdetto definitivo che, probabilmente, vedrà il candidato democratico Joe Biden alla guida della Casa Bianca per i prossimi quattro anni. Ma Donald Trump non ci sta e continua a twittare senza soluzione di continuità, con messaggi dello stesso tenore di quanto pubblicato nel 2012 dopo la seconda elezione di Barack Obama.DonaldTrump_2012_2020 Continua la lettura di Quando Trump voleva la marcia su Washington

Trump «vuole ricandidarsi alle elezioni, nel 2024»

di Giuseppe Sarcina (corriere.it, 9 novembre 2020)

Donald Trump starebbe già pensando a ricandidarsi nelle primarie repubblicane del 2024, nel tentativo di tornare alla Casa Bianca con le prossime elezioni. Il sito Axios torna sulle voci che circolano da qualche giorno a Washington, scrivendo che il presidente in carica avrebbe discusso di questa possibilità con i suoi consiglieri più stretti. Il 22° Emendamento della Costituzione americana fissa il limite di due mandati per ogni presidente.

Ph. Steve Helber / Ap
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Una vecchia hit di Miley Cyrus torna in classifica per l’elezione di Biden

(quotidiano.net, 9 novembre 2020)

Il 7 novembre Joe Biden viene riconosciuto presidente eletto degli Stati Uniti. Nello stesso giorno una vecchia hit di Miley Cyrus ricompare improvvisamente in classifica, e ovviamente non è una coincidenza. Tolta dalla naftalina in cui giaceva dal 2009, Party in the U.S.A. è stata scelta dalla gente scesa in strada come inno per celebrare la vittoria del candidato democratico su Donald Trump. Come rilevato dal servizio di monitoraggio Chart Data, nel giro di qualche ora la canzone è tornata nella Top 200 e poi è volata addirittura su nella Top 40 dell’iTunes americano.MileyCyrus_Party_Biden Continua la lettura di Una vecchia hit di Miley Cyrus torna in classifica per l’elezione di Biden

Trump distrugge l’immagine della democrazia americana

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 6 novembre 2020)

Gli avversari degli Stati Uniti esultano, ma non sono i soli. Buona parte del mondo assiste, sbalordita, al complicato spoglio dopo le elezioni presidenziali. Grazie alla Cnn, ognuno di noi è diventato un esperto della mappa dei distretti della Pennsylvania o dell’Arizona. La suspense elettorale non è una novità negli Stati Uniti. L’ultimo esempio è stata la sfida tra George W. Bush e Al Gore, nel 2000. Ma un presidente che rivendica prematuramente la vittoria e alimenta il sospetto su un processo democratico in corso è qualcosa di mai visto e assolutamente deleterio per il principio stesso della democrazia.

Reuters
Reuters

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“La seconda guerra civile americana”, il film di Joe Dante che ha anticipato tutto

di Giulio Zoppello (wired.it, 6 novembre 2020)

Un Paese diviso, un politico populista che vuole tenere fuori i migranti e i rifugiati amato dalla Destra militarizzata, suprematista e intollerante, mentre i mezzi d’informazione invece d’informare inseguono lo share e propagano false notizie, con il fronte liberal confuso e indeciso. In mezzo, una conflittualità sociale immensa, minoranze infuriate ed emarginate, politici inetti, cittadini armati, rivolte e la vecchia contrapposizione dei tempi della Guerra Civile che torna a palesarsi. Vi suona familiare? Ebbene, non stiamo parlando di questi quattro anni di presidenza Trump, né di quel clima infuocato che ha scosso (e continua a scuotere) gli Stati Uniti quest’anno, nei giorni delle elezioni più dibattute della storia.

Hbo
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