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«A star is born»: Elon Musk, l’altro vincitore

Ph. Jabin Botsford / The Washington Post

di Adele Sarno (huffingtonpost.it, 6 novembre 2024)

«We have a new star. A star is born: Elon». Con queste parole, pronunciate dal palco del quartier generale di Palm Beach durante il discorso della vittoria, Donald Trump consacra Musk come la nuova stella del partito Repubblicano. E lancia un messaggio importante: potrebbe essere proprio lui il vero vincitore del secondo mandato del tycoon. La ragione è chiara: con l’ingresso in politica, il suo impero imprenditoriale potrebbe beneficiare enormemente dal ritorno dell’ex presidente alla Casa Bianca.

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L’Intelligenza Artificiale generativa è una nuova sfida per la democrazia

di Lucio Romano (huffingtonpost.it, 8 febbraio 2023)

Dopo il lancio del modello ChatGPT, Intelligenza Artificiale (IA) generativa di OpenAI, ecco la risposta di Google con Bard, uno dei due chatbot che il colosso di Mountain View sta sviluppando. Per adesso sarà disponibile solo per un limitato gruppo di tester scelti da Google. Una nuova gigantesca gara, prima di tutto commerciale e finanziaria, tra le Big Tech. Come riporta Agenda Digitale, le Big Five del mercato tecnologico mondiale – Apple, Microsoft, Alphabet-Google, Amazon e Meta-Facebook (in ordine decrescente di valore di mercato) – hanno visto il loro fatturato crescere anche nel 2022, portandosi a circa 1.500 miliardi di dollari: i tre quarti circa del Pil italiano dello stesso periodo.

Ph. Jonathan Raa / NurPhoto via Afp

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Il grande Zio: Elon Musk affitta la Casa Bianca

di Michele Mezza (huffingtonpost.it, 19 maggio 2022)

Se nella guerra in Ucraina la Rete è stata un’infrastruttura fondamentale per la resistenza contro i russi, nel dopoguerra rischia di diventare una gabbia micidiale per le democrazie dell’Occidente. La balcanizzazione di Internet, conseguenza del conflitto Est/Ovest, che ha rotto l’universalità delle connessioni, riducendo il sistema digitale a un’Intranet euro-americana, sta spingendo i gruppi della Silicon Valley a ridisegnare i propri modelli di business. Facebook sta diventando il mercato della comunicazione commerciale, spingendo verso il suo metaverso milioni di piccole e medie imprese. Google si propone come re intermediatore del sistema dell’informazione, diventando la rassegna news globale, integrando nella profilazione dei suoi milioni di utenti il flusso delle news della carta stampata.

Ph. Mike Coppola / Getty Images

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Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi

di Annamaria Testa (internazionale.it, 19 ottobre 2021)

Ogni nostra decisione sul futuro, piccola o grande, riguardante i prossimi trenta minuti o i prossimi trent’anni, si basa su quello che noi sappiamo adesso. E quello che noi adesso sappiamo, o crediamo di sapere, rispecchia l’assieme delle informazioni che, nel corso delle nostre vite e fino a questo momento, ci hanno raggiunto e colpito. E che, convincendoci della loro rilevanza, hanno incessantemente contribuito a formare, a modificare (o a deformare) la nostra visione di noi stessi e delle cose. Dunque, poter disporre di informazioni di qualità è fondamentale perché sia i singoli sia i governi decidano bene e, per dirla con Steven Pinker, in modo razionale e responsabile: tale, cioè, da “salvare il mondo”.

Artur Debat / Getty Images

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Stampa trollata, Fedez non entra in politica

di Alessandra Magliaro (ansa.it, 15 novembre 2021)

Si capiva? Sì, ma era più importante fare finta che fosse vero e quindi titoloni, paginate e grandi dibattiti a seguire. Fedez, da qualcuno “bollato come lo stupidotto che ha fatto la terza media”, per una settimana ha fatto credere (a chi voleva crederci, s’intende) che stava scendendo in campo. La metafora non è casuale perché pure il logo, con la bandiera tricolore, evocava l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi nel 1994 e così lo slogan “il nuovo miracolo italiano”. Consapevole o meno, la stampa ci è cascata e Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ha deciso di chiarire oggi che no, non sta scendendo in politica con il movimento Disumano, che guarda caso è pure il titolo dell’album che esce il 26 novembre.

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Golden Globes: tutti sul carro degli indignati

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 10 maggio 2021)

Ormai l’indignazione è di moda. E ogni occasione è buona. Così anche i divi più lontani dalle polemiche hanno alzato la voce puntando il dito contro i Golden Globes. “L’associazione dei giornalisti stranieri è sessista e discriminatoria e va riformata, fino quando non accadrà la boicotteremo”. Perfino Tom Cruise ha restituito le sue statuette e si è unito al coro di indignazione contro la Hollywood Foreign Press Association, che assegna il premio ai migliori film e programmi televisivi della stagione. I critici gridano all’ipocrisia delle star che – in alcuni casi storicamente lontane dall’attivismo – sembrano accorgersi soltanto adesso di un sistema che poco inclusivo lo è da sempre.

Getty Images
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Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

di Giovanni Pedde (huffingtonpost.it, 21 ottobre 2020)

A pochi giorni dalle elezioni americane, vari analisti politici, ma soprattutto finanziari, s’interrogano su cosa potrebbe accadere a Hollywood all’indomani del voto. Quella dell’entertainment e dei media è un’industria di enorme rilevanza per l’economia degli Stati Uniti e che non si ferma certo al ristretto circuito degli Studios – Disney, Warner, Universal, Mgm e Paramount – e dei network televisivi. Si tratta di un ambito economico che abbraccia anche e soprattutto quelli che, in quanto destinatari preferenziali del loro gettito di contenuti, sono ormai di Hollywood i più importanti clienti, nonché, in prospettiva, potenziali proprietari: da una parte le grandi piattaforme di streaming, come Netflix; dall’altra, le cosiddette società “tecnologiche”, tra cui Apple e Amazon, a loro volta proprietarie dei servizi di streaming Apple Tv+ e Amazon Prime Video.HollywoodStudios-America2020 Continua la lettura di Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

Mediaset: una sentenza apre le porte ai colossi del web

di Giuseppe Colombo (huffingtonpost.it, 3 settembre 2020)

Il passaggio che squarcia gli equilibri dentro Mediaset, in casa Berlusconi, è contenuto in una riga e mezza. Quella della sentenza della Corte di Giustizia Europea: «La disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell’Unione». Tradotto: la mossa del Biscione, che aveva chiesto e ottenuto un intervento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per bloccare la scalata ostile dei francesi, si è trasformata in un boomerang.

Anadolu Agency / Getty Images
Anadolu Agency / Getty Images

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Twitch sospende il canale di Donald Trump

(huffingtonpost.it, 30 giugno 2020)

Twitch, piattaforma live streaming di proprietà di Amazon, ha annunciato di aver sospeso temporaneamente il canale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per “condotta carica d’odio”. Il sito ha citato due violazioni delle regole. In un video rilanciato ora della campagna elettorale del 2015 il tycoon accusa il Messico di mandare tramite il confine droga, criminali e stupratori.Twitch_suspends_Trump Continua la lettura di Twitch sospende il canale di Donald Trump

Le relazioni pericolose tra la politica Usa e i big della tecnologia

di Paolo Fiore (agi.it, 2 dicembre 2019)

“Il 99% di House of Cards è vero. L’1% è falso perché è impossibile far approvare così in fretta una legge sull’istruzione”. Pare che, qualche anno fa, l’ex presidente Bill Clinton abbia confidato a Kevin Spacey il gradimento per la serie che racconta gli intrighi della politica statunitense.

Netflix
Netflix

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