Archivi tag: afrobeat

Il sorprendente boom di Nollywood

Ph. Glenna Gordon / The New York Times / Contrasto

di Francesca Sibani (internazionale.it, 8 giugno 2024)

Il 29 maggio di un anno fa si è insediato in Nigeria il presidente Bola Tinubu, che ha sorpreso tutti annunciando una misura drastica, ma considerata necessaria per risollevare la disastrata prima economia del continente: eliminare i sussidi pubblici sul carburante, per cui lo Stato spendeva il 2,2 per cento del suo pil. A questa sono seguite altre riforme economiche radicali, come quella di lasciar fluttuare liberamente la valuta locale, la naira, che da quel momento in poi ha perso notevolmente valore nei confronti del dollaro.

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“Fela, il mio dio vivente”: vita, morte, sogni e miracoli di Fela Kuti

di Davide Maria Zazzini (cinematografo.it, 19 marzo 2024)

I colori, i mercati traboccanti della Nigeria, le percussioni travolgenti, l’animismo rituale, le strade polverose, le ballerine dimenanti, le case diroccate, gli abiti sgargianti, il sax e il jazz, la musica e l’utopia pacifista, l’afrobeat e il socialismo, l’antiamericanismo e la comune. La repressione e la rivolta. La musica e la politica. Musica che fu politica per Fela Anikulapo (“colui che porta la morte in tasca”) Kuti.

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Trovare nuovi significati in una musica senza tempo

di Angélique Kidjo (linkiesta.it, 12 giugno 2023)

La musica unisce moltissime forme di vita su questo pianeta – dalle canzoni degli uccelli al frinire dei grilli fino al canto delle balene, passando per il borbottio dei ruscelli e il frusciare delle foglie. La musica risiede negli angoli della memoria di moltissimi di noi, me inclusa. Infanzia, età adulta. Tempi felici e momenti tristi. Quando ero una ragazza nel Benin degli anni Sessanta, la musica era tutto intorno a noi.

Ph. Avel Chuklanov / Unsplash

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Bobi Wine, da popstar a leader d’opposizione in Uganda

di Ilaria Solari (esquire.com, 23 ottobre 2022)

Lo hanno soprannominato lo Zelensky africano, forse perché Bobi Wine, nome d’arte di Robert Kyagulanyi Ssentamu, popolare musicista e leader del principale partito d’opposizione nell’Uganda totalitaria del presidente Yoweri Kaguta Museveni, al potere dal 1986, è un artista come il presidente ucraino. Un musicista, per la precisione. Curiosamente, anche il suo curriculum registra la partecipazione a un talk-show, per quanto lontana nel tempo.

Courtesy of “Bobi Wine: The People’s President”

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L’anno d’oro in cui l’Occidente scoprì il beat dell’Afro Pop

di Carlo Massarini (linkiesta.it, 22 gennaio 2022)

Se c’è un primo momento in cui l’Afro Pop si affaccia all’Occidente – e viceversa – è probabilmente nel 1982 e, per quanto possa sembrare paradossale, grazie a quello che è sostanzialmente un equivoco. Un anno prima, con la scomparsa di Bob Marley, l’umanità si ritrova orfana non solo di un gigantesco artista, ma anche di una figura che rappresenti il Terzo Mondo sulla scena internazionale. La Island di Chris Blackwell, che ha fatto crescere Marley fino a farlo diventare in quel momento la principale rock star mondiale, pensa a chi ne possa raccogliere l’eredità, ma mica è facile. Primo, perché la figura di Marley – che è insieme un carismatico capopopolo, uno straordinario autore, un incendiario interprete e, cosa fondamentale, canta in Inglese – è e rimarrà unica, irripetibile.

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Fatoumata Diawara racconta un’Africa che vuole cambiare

di Andrea de Georgio (internazionale.it, 23 luglio 2021)

7 luglio 2021. Mentre il Sole comincia lentamente a calare, una fiumana di gente affolla la Corniche Président John Fitzgerald Kennedy di Marsiglia, trafficato lungomare che collega il centro città alle spiagge di Catalans, Malmousque, Maldormé e, più avanti, Prado. Il Théâtre Silvain, suggestivo anfiteatro immerso nel verde che scalda le estati musicali marsigliesi, stasera ospita il concerto di Fatoumata Diawara, una delle voci più eccentriche e interessanti del panorama artistico africano. I biglietti per la serata clou del Festival de Marseille, che chiude la 17ª edizione di Africa Fête, sono esauriti da giorni.

Ph. Pierre Gondard

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La rivolta afrobeat non è ancora finita

Vent’anni fa moriva Fela Kuti, musicista e intellettuale che ha lottato per i diritti degli africani. A celebrarlo documentari, dischi e uno spettacolo di danza

di Giandomenico Curi («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 18 agosto 2017)

Sono già 20 anni che Fela è morto. Il padre dell’afrobeat si è spento all’alba del 2 agosto 1997. Ma molti non l’hanno dimenticato: tutti quelli innamorati della sua musica, affascinati dalla sua vita di uomo libero, di combattente per i diritti e la salvezza dell’Africa.FELA-KUTI Continua la lettura di La rivolta afrobeat non è ancora finita