di Pietro Sansone (ilpost.it, 10 novembre 2020)
Le elezioni presidenziali americane del 2020, come e più delle precedenti, hanno rappresentato un grande campo di battaglia per comunicatori di ogni genere. Dai mezzi tradizionali ai social media, i due schieramenti hanno dato fondo a tutte le risorse per risultare vincenti, in un contesto in cui la pandemia galoppante ha reso difficili se non impossibili comizi e comunicazione face-to-face. Possiamo dire che la comunicazione democratica sia stata vincente? Un’analisi post-voto di Advertising Age ha fotografato numeri e caratteristiche della macchina propagandistica democratica. Uno sforzo enorme in termini di varietà di iniziative, creatività e budget, che non ha portato alla grande affermazione in cui molti speravano.
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