(ansa.it, 29 giugno 2018)
Anche l’attrice premio Oscar Susan Sarandon è stata brevemente arrestata insieme ad oltre cinquecento donne che giovedì hanno partecipato ad una marcia tutta femminile contro la “tolleranza zero” di Donald Trump sull’immigrazione e la separazione dei bambini dai genitori entrati clandestinamente alla frontiera col Messico. Lo ha fatto sapere lei stessa su Twitter.
«Sono stata arrestata. Resto forte. Continuo a lottare», ha cinguettato dopo essere stata accusata (dimostrazione illegale) e rilasciata. «Una azione potente, bella, con centinaia di donne che chiedono la riunificazione delle famiglie separate dalla politica immorale dell’agenzia per l’immigrazione. La democrazia assomiglia a questo», ha aggiunto pubblicando un’immagine della protesta. Erano circa un migliaio le donne che giovedì hanno marciato lungo Pennsylvania Avenue sino a Capitol Hill, esibendo cartelli e gridando slogan contro i centri detentivi per i migranti. «We care» (ci importa) cantavano, riferendosi alla controversa giacca indossata dalla first lady Melania nella sua prima visita ai bambini separati alla frontiera col Messico, replicata ieri senza code polemiche legate al suo look. Le organizzatrici del corteo, Women’s March e Center for Popular Democracy, portavano con sé anche fogli di alluminio, gli stessi forniti ai figli dei migranti come coperte per dormire. L’iniziativa rischiava di passare quasi inosservata, oscurata sui media dalla sparatoria contro un giornale locale del Maryland. Ma l’arresto della Sarandon, vincitrice dell’Oscar per Dead man walking nel 1996 e candidata alla statuetta di miglior attrice per i suoi ruoli in Atlantic City U.S.A., Thelma e Louise, L’olio di Lorenzo e Il cliente, le ha ridato i riflettori della ribalta. A 71 anni la star di Hollywood è diventata così l’icona di una nuova protesta, l’ultima di una lunga serie nella sua vita. L’attrice, in parte con origini italiane e con una esperienza di vita a Roma negli anni Ottanta, è cresciuta come una adolescente ribelle e anticonformista, partecipando alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili. Nel 1968 intervenne alla convention del partito democratico a favore degli studenti, che in quel momento si stavano ribellando contro la società. Il suo impegno civile è continuato negli anni, sempre a fianco dei più deboli. Nel 1999 fu arrestata durante una manifestazione contro l’uccisione di un teenager afroamericano a New York da parte della polizia. Lo scorso anno, insieme a Leonardo DiCaprio, era scesa a fianco dei Sioux che protestavano contro Trump e il suo via libera al completamento dell’oleodotto Dakota Access, in North Dakota. Domani Washington attende un’altra protesta di massa contro le politiche migratorie di Trump. Lo slogan (e l’hashtag) è FamiliesBelongTogether. Sarandon potrebbe tornare in pista.