di Claudia Gagliardi (optimagazine.com, 3 febbraio 2020)
Non è passato inosservato il fatto che Beyoncé e Jay-Z non si siano alzati durante l’esecuzione dell’inno nazionale al Super Bowl di domenica 2 febbraio: tra i 60mila spettatori presenti a Miami per la finale del campionato di football americano, la coppia ha deciso di restare seduta mentre Demi Lovato eseguiva The star-spangled banner.
Un video di Tmz mostra i Carter, con la primogenita Blue Ivy, seduti durante l’inno nazionale che tradizionalmente precede il fischio d’inizio della partita, e la loro scelta è stata oggetto di giudizi diversi.
La protesta di Colin Kaepernick
Presumibilmente la coppia non si è alzata in segno di solidarietà agli atleti che negli ultimi tre anni hanno protestato contro le discriminazioni degli afroamericani inchinandosi durante l’esecuzione dell’inno all’inizio di ogni partita, ricevendo in cambio sanzioni e provvedimenti disciplinari da parte della National Football League (Nfl). Una dimostrazione simbolica partita dall’iniziativa di Colin Kaepernick, l’ex quarterback dei San Francisco 49ers rimasto senza una squadra dopo aver intrapreso a bordo campo una protesta contro le violenze subite dagli afroamericani da parte delle autorità di pubblica sicurezza negli Stati Uniti. Perfino il presidente Trump lo ha accusato di essere antiamericano e ha chiesto alla Nfl di punire severamente tutti gli atleti che, sull’esempio di Kaepernick e in diverse occasioni, hanno iniziato a inchinarsi durante l’inno prima di scendere in campo.
I rapporti tra Jay-Z e la Nfl
Se quella di domenica al Super Bowl 2020 è una presa di posizione politica da parte dei Carter, per molti arriva in contraddizione col fatto che Jay-Z sta collaborando tramite la sua etichetta Roc Nation proprio con la Nfl per la realizzazione di eventi di intrattenimento tra cui l’halftime show dello stesso Super Bowl in questione. Intervistato sull’argomento, Jay-Z ha confermato il suo sostegno alla causa intrapresa da Kaepernick; ma ne ha poi preso le distanze per quanto riguarda il metodo, sostenendo che ormai la sola protesta non sia più attuale né sufficiente allo scopo.
Accusato di ipocrisia per la sua collaborazione con la Nfl nell’organizzazione di spettacoli musicali intrapresa nel 2019, Jay-Z si è giustificato sostenendo che è tempo di fare un passo avanti, di passare dalla protesta alla proposta, perché boicottare la Nfl non serve ad evitare che i numeri dei decessi degli afroamericani per mano della polizia restino sempre a livelli allarmanti. Parlando della vicenda di Kaepernick, che non si è visto rinnovare il contratto, Jay-Z ha dichiarato: «Nessuno sta dicendo che la Nfl non abbia sbagliato. Ha sbagliato. Capirei se fosse successo tre mesi fa. Ma è successo tre anni fa e qualcuno deve dire: “Cosa facciamo adesso, perché le persone stanno ancora morendo?”. Siamo due uomini adulti che non sono d’accordo sulle modalità ma stanno marciando per la stessa causa».
L’impegno di Roc Nation per la sensibilizzazione sul razzismo
Così il magnate di Roc Nation ha replicato a chi riteneva ipocrita la sua collaborazione con la Nfl come consulente per la produzione dell’halftime show, lo spettacolo dell’intervallo che tradizionalmente vede grandi star salire sul palco tra il primo e il secondo tempo della partita (quest’anno la performance è stata affidata per la prima volta a due artiste latinoamericane, Shakira e Jennifer Lopez). Nel contratto stipulato con Nfl, Roc Nation ha messo nero su bianco la richiesta di finanziare una campagna sociale del costo di 100 milioni di dollari per la promozione della giustizia sociale e la lotta alle discriminazioni razziali. Un modo per lavarsi la coscienza secondo molti, un impegno di facciata per coprire ragioni di mero business.
La reazione di Kaepernick al gesto di Beyoncé e Jay-Z
Lo stesso Colin Kaepernick ha bollato come ipocrita la scelta di Beyoncé e Jay-Z di restare seduti visto che ormai collaborano organicamente con la Nfl, colpevole di aver gestito in modo discriminatorio le proteste dei giocatori senza tutelarli. L’ex quarterback si è apertamente rifiutato di guardare la partita, ma ha condiviso su Instagram lo screenshot di un post pubblicato da un altro utente che si interrogava sulla coerenza tra il gesto di Jay-Z e la sua scelta di lavorare per la Lega tramite Roc Nation.
La decisione di non alzarsi potrebbe essere stata anche un generico omaggio al Black History Month, il mese della storia dei neri, la ricorrenza che negli Stati Uniti d’America e in Canada dedica il mese di febbraio alla celebrazione delle persone e degli eventi nella storia della diaspora africana. In quanto attivisti per i diritti delle minoranze e icone della comunità afroamericana, ogni gesto di Beyoncé e Jay-Z fa notizia e finisce per animare il dibattito pubblico, attirando da un lato le critiche dei conservatori duri e puri che li bollano come antiamericani, dall’altro quelle dei progressisti che chiedono coerenza tra ideali e gesti concreti, anche sacrificando il business quando necessario.