di Paolo Armelli (wired.it, 16 febbraio 2018)
Si chiama The Wall, come in «Build The Wall», lo slogan per la costruzione del muro con il Messico che ha caratterizzato le scorse elezioni presidenziali americane. È il nuovo personaggio introdotto nella serie di fumetti Suicide Squad, pubblicati in questi giorni negli Usa.E il suo linguaggio ricorda molto da vicino quello di Donald Trump: «Ci sono tante, tante persone cattive là fuori», «Renderemo l’America di nuovo sicura» (da «Make America Great Again») e «Enormi fondi dal Congresso» (“huge” [“enorme”, N.d.C.] è una delle parole preferite del Presidente). Mentre Marvel e Dc tendenzialmente sono restie a dichiarare quale presidente, fittizio o reale, sia in carica nei loro universi narrativi, la nuova saga di Suicide Squad, fin dalla sua ripartenza con il Dc Rebirth, è da sempre la più politicamente connotata e non stupisce dunque che il nuovo supereroe, con tanto di armatura che richiama la bandiera a stelle e strisce, peschi a mani basse dall’attuale clima politico americano. Quella che potrebbe sembrare una celebrazione del trumpismo è in realtà una sottile satira: a creare questo personaggio è infatti Rob Williams, lo stesso che con lo storico personaggio di Judge Dredd aveva preso di mira l’oppressivo stato di polizia statunitense. L’introduzione del nuovo eroe è ironica anche sotto un altro punto di vista: condivide il nickname (in italiano “il Muro”), infatti, con l’antieroina Amanda Waller, storico personaggio di Suicide Squad (nel film tratto nel 2016 era interpretata da Viola Davis), che proprio nelle storie più recenti sta affrontando un pericoloso tracollo. Riuscirà The Wall a interrompere una serie già numerosa di missioni infruttuose, oppure non è altro che l’ennesimo disastro annunciato? Qui la politica si intreccia alla fantasia.