
di Matteo Albanese (esquire.com, 6 marzo 2025)
L’incontro di Volodymyr Zelensky e Donald Trump di venerdì 28 febbraio, nello Studio Ovale della Casa Bianca, è stato particolarmente teso. La discussione è degenerata, i toni si sono alzati e ci sono state interruzioni a vicenda, alla presenza dei media. Alla fine, l’accordo sulle “terre rare” è saltato, il presidente ucraino se n’è andato anzitempo e la conferenza stampa congiunta è stata annullata.
Zelensky ha ricordato del cessate il fuoco siglato nel 2019 con Putin, Merkel e Macron, violato nel Donbass, e gli animi si sono accesi. Il vicepresidente americano J.D. Vance lo ha accusato di «portare la gente in un tour di propaganda», Zelensky ha risposto che «tutti hanno problemi, in tempo di guerra, ma voi avete un bell’Oceano in mezzo» e Trump si è irritato, accusando Zelensky di giocare «con le vite di milioni di persone e la possibilità della Terza guerra mondiale».
Prima della rapida escalation, però, il corrispondente dalla Casa Bianca per l’emittente conservatrice Real America’s Voice, Brian Glenn, si è rivolto a Zelensky: «Why don’t you wear a suit?». Da quell’istante, mentre non è passato inosservato il sorriso di J.D. Vance, il presidente ucraino si è indispettito. «Sei nel più alto ufficio della Nazione e ti rifiuti d’indossare un completo. Non ne hai uno? Molti americani hanno problemi con il fatto che tu non rispetti la dignità di questo ufficio» ha proseguito Glenn con Zelensky, che ha prontamente risposto: «I will wear a kostyum after this war will finish. Maybe something like yours, maybe something better. We will see, maybe something cheaper».
In fondo, anche la primissima frase che Donald Trump ha proferito a Zelensky al suo arrivo in auto alla Casa Bianca è stata proprio: «You’re all dressed up, today», in riferimento all’outfit monocromatico – tutto di nero, a eccezione del tridente ucraino in giallo sul petto – che il presidente ucraino indossa stabilmente dal 24 febbraio 2022, ormai, quando cioè è iniziata l’invasione russa. L’aveva indossato pure nel febbraio del 2023, durante la sua prima visita di persona al Parlamento Europeo a Bruxelles; mentre nel dicembre del 2022, in audizione al Congresso americano, Zelensky ha sfoggiato una felpa verde oliva, sempre col tridente ucraino in giallo sul petto, e su X l’economista Peter Schiff già aveva twittato: «Capisco che i tempi sono duri, ma il presidente non ha un completo?».
Non è chiaro quanto la domanda di Glenn l’avesse irritato, ma di certo – mentre Glenn su X spiegava la «mancanza di rispetto» per cui «il presidente Zelensky ha indossato la tuta verde (o qualcosa di simile) ogni volta che ha incontrato altri leader mondiali» e che «il suo abbigliamento iniziava a riflettere il suo atteggiamento nei negoziati», in un tweet che si conclude con: «Si può giudicare un libro dalla copertina» – sui social è diventata virale una foto di Winston Churchill in abiti a dir poco casual durante un incontro con Franklin Delano Roosevelt nel 1945. L’agenzia di stampa Axios ha scritto che «i consiglieri di Trump hanno detto in più occasioni al team di Zelensky che sarebbe stato più rispettoso abbandonare il suo abbigliamento in stile militare quando si sarebbe recato alla Casa Bianca».
Non aiuta che Zelensky avesse parlato d’indossare a fine guerra un kostyum, “abito” in Ucraino ma foneticamente simile a costume, lemma che in Inglese indica (anche) il travestimento degli attori. E Volodymyr Zelensky, quarantasettenne presidente ucraino dal maggio del 2019, ha avuto una carriera da attore e sceneggiatore: in uno dei suoi film, Servitore del popolo, interpreta un insegnante di Storia del liceo che vince inaspettatamente le elezioni presidenziali ucraine grazie a un video virale su YouTube. Addio completi blu navy, camicie e cravatte. Sì a polo, felpe, t-shirt e pantaloni cargo, quindi anfibi o scarponi: sul New York Times, Vanessa Friedman aveva commentato l’evoluzione di stile del presidente come «una chiara dichiarazione di solidarietà con il suo popolo» e con i suoi soldati.
La stilista che ha curato l’outfit di Zelensky alla Casa Bianca – e la polo a maniche lunghe a tre bottoni del marchio ucraino Damirli, che sul suo sito Web vende una “President’s Polo” in quattro colori e sette taglie a partire da 148 euro – si chiama Elvira Gasanova e si occupa del suo vestiario a partire dal tryzub, il tridente che dal febbraio del 1991 è lo stemma nazionale ucraino. Oltre ad aver fondato un proprio brand di moda femminile (che porta il suo cognome, Gasanova) e ad aver vestito Gigi Hadid, Rita Ora, Kim Kardashian e la first lady Olena Zelenska, Gasanova è la direttrice creativa di Damirli, un brand fondato da Ehtiram Damirov che come testimonial vanta Oleksandr Usyk, il pugile ucraino campione mondiale di pesi massimi, e i registi ucraini che nel 2024 hanno vinto l’Oscar per il miglior documentario col loro 20 giorni a Mariupol. E comunque, dopo l’incontro alla Casa Bianca con Trump, per quanto il clima si fosse acceso, «sono aumentate tantissimo le richieste per la polo indossata da Zelensky» ha spiegato Gasanova a Women’s Wear Daily, «e sono arrivati ordini anche dall’America».