di Matteo Cruccu (corriere.it, 9 dicembre 2021)
Si potrebbe definire banalmente un gruppo da one-hit-band, di quelli che fanno un pezzo ammazzaclassifiche e poi spariscono. Ma i Bronski Beat sono stati molto più di questo, oggi che ne torniamo a parlare per la scomparsa di Steve Bronski, co-fondatore della band britannica, morto all’età di 61 anni, secondo quanto ha dichiarato il suo celebre ex compagno di band, il cantante Jimmy Somerville. Già il pezzo ammazzaclassifiche, Smalltown boy, storia di un ragazzo omosessuale che deve abbandonare il suo paesino natale e i genitori, perché discriminato e perseguitato da gang omofobe, scalò immediatamente le classifiche di tutto il mondo.
Smalltown boy divenne un classico da dancefloor con quell’andamento a salire a suon di sintetizzatori, oltreché trasformarsi in un inno dei movimenti gay. Un successo che entrò a far parte di The age of consent, il primo album della band fondata nel 1983 da Bronski, Jimmy Sommerville e Larry Steinbachek: anch’esso costellato di tematiche antiomofobiche, fu di fatto però l’unico disco di grido della band. Anche perché Jimmy Sommerville se ne andò subito dopo per formare i Communards e raccogliere altri trionfi volanti. Per Steve Bronski e la sua creatura sarebbe stato un colpo mortale da cui non si sarebbe più ripreso, nonostante una manciata di altri dischi. Ma non importa, con Smalltown boy avevano già forgiato per sempre il sound degli anni Ottanta.