di Michele Boroni (wired.it, 10 agosto 2018)
Fino ad oggi le decisioni prese dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump all’interno del suo programma denominato “Make America Great Again” sono state accolte qui in Europa tra l’indignazione e l’incredulità. Oggi a questi due sentimenti se ne è aggiunto un altro che sta precisamente nel mezzo degli altri due, con una forte dose di “LOL” nonché rimembranze di film di culto come Starship Troopers.Era già da un po’ di tempo che si parlava di una struttura militare per le attività oltre l’atmosfera: la creazione di uno Space Command alle dipendenze dell’USStratCom è da sempre una delle tante fisse di Trump che aveva un supporto bipartisan da diversi membri del Congresso, ma che incontrava l’opposizione delle strutture militari esistenti, in particolare del dipartimento dell’Air Force. Poi ieri è arrivato l’annuncio del vice Mike Pence, durante un discorso al Pentagono, giovedì 9 agosto, subito ritwittato da Trump, della creazione di una nuova forza armata interamente dedicata alle attività extra-atmosferiche entro il 2020, anno cruciale delle elezioni e del possibile rinnovo del mandato. Ma a cosa servirebbe questa Forza Militare Spaziale? Le parole di Pence – che dirige la politica spaziale nazionale attraverso il National Space Council (Nsc) che Trump ha voluto re-istituire – sono chiare e al contempo agghiaccianti: «Una Space Force si rende necessaria perché competitor e avversari potenziali come Cina e Russia hanno già reso lo spazio un dominio di combattimento e gli Stati Uniti non si tireranno indietro di fronte a questa sfida». Come dire, visto che nel Pianeta Terra più dei dazi e della politica protezionista non riusciamo a fare, proviamo a “fare nuovamente grande l’America” nello spazio! Questo ovviamente richiederà un trasferimento di risorse e unità dell’Air Force alla nuova Space Force che sarà guidata da un segretario a pieno titolo, posto allo stesso livello dei vertici di Marina, Aeronautica, Esercito, Corpo dei Marines e Guardia Costiera. Venendo però la decisione da Trump, non poteva non avere una sua declinazione pop d’antan legata a un’operazione strettamente commerciale e di merchandising: così ieri a seguito dell’annuncio di Pence c’è stato un tweet di Brad Parscale, il consulente digitale che sta già lavorando per la prossima campagna elettorale, con una serie di possibili loghi che le persone potranno votare nei prossimi mesi per decidere l’immagine coordinata da abbinare a questa nuova Forza Militare dello Spazio. Come dicevamo in precedenza, tutto questo non può non ricordarci il film di fantascienza bellica del 1997 Starship Troopers diretto da Paul Verhoeven, liberamente tratto dal romanzo Fanteria dello spazio del 1959 di Robert A. Heinlein: il film, che raccontava le gesta di un plotone di Fanteria Mobile che aveva l’obiettivo di distruggere una specie aliena insettoide, era una forte critica alla società americana e alla politica degli Stati Uniti, che secondo il regista avevano «la tendenza a usare il potere e la violenza contro tutti gli obiettori». Non per niente molti riferimenti estetici si rifacevano ai film degli anni Trenta di Leni Riefenstahl, la regista del regime nazista. Ecco, anche l’estetica dei loghi scelti da Trump & soci, piuttosto banale e antiquata, molto videogame arcade anni Ottanta-Novanta, si rifà a quell’immaginario e non è certo un caso che la Rete si stia rapidamente riempendo di mille meme che associano questi due mondi.