di Filippo Ceccarelli («Il Venerdì di Repubblica», 19 aprile 2019)
Accelerati, vistosi e turbolenti appaiono gli sviluppi visivi, carnali e sentimentali della Terza Repubblica. Al culmine della quale, grazie al provvido lancio di Chi, si staglia la foto, scattata anni orsono, che ritrae in velata mise e piumatissima maschera la terza e nuova fidanzata del vicepremier Di Maio, pure raffigurata “in lingerie nera sexy” e “pose ad alto tasso erotico”.Appena la settimana precedente lo stesso rotocalco, in piena sincronia con Diva e Donna, aveva pubblicato uno zuccherosissimo servizio in cui lui e lei, Virginia Saba, si scambiavano bacetti sull’erba di un parco romano. Come succede in questo mondo di serpenti, qualcuno aveva sospettato un’operazione di broadcasting allestita per esigenze poco amiche della verità dal portavoce a cinque stelle di Palazzo Chigi Rocco Casalino. Ma stavolta l’house-organ della real casa di Arcore l’ha buttata sul maliziosetto evocando, per via del volto coperto, il contesto orgiastico di Eyes wide shut. Ma siccome il gossip s’è fatto canone, arte e scienza, e quindi pretende studio, memoria e disciplina, dopo aver rammentato che con la prima fidanzata (la coach Silvia Virgulti) Giggino si era fatto vedere alla messa di Pasqua a San Pietro e con la seconda (l’avvocatessa Giovanna Melodia) a una gita a Mozia, a proposito della terza vale segnalare che fra l’acqua e sapone e le peccaminose mascherate Virginia si è vista pure sfoggiare una felpa della Polizia.
Ed ecco che, cambiando soggetto, ma non guardaroba, né ambito sentimentale, proprio dei pantaloni della Polizia indossava anche la quinta e nuova fidanzata di Salvini, pure lei fotografata appena fuori dalla casa del ministro dell’Interno; sotto la quale erano appostati – ohi ohi – dei fotografi. Come noto, la giovane Francesca Verdini ha preso il posto della starlette Elisa Isoardi, che una volta immortalata in “coccole hot” sotto gli ombrelloni del Papete Beach di Milano Marittima, poco dopo disse addio a Salvini con un nostalgico selfie after sex.
Ora, si perdoni qui il meticoloso trasporto guardone con cui si inseguono i frame narrativi che accompagnano le ingenue esuberanze, ma anche le feroci desolazioni dell’era nazional-populista. Vai a sapere se l’ingegner Casalino o i ragazzi della “Bestia” post-leghista di Luca Morisi conoscono le risorse dell’intimate politics, la teoria della mediatizzazione spasmodica di Esser, la terza dimensione di Meyrowitz o gli studi della politologa Van Zoonen sull’applicazione delle soap opera al potere. Ma certo c’è molto da imparare nel recentissimo I leader e le loro storie di Sofia Ventura (il Mulino): anche con l’aiuto della psicologia e delle neuroscienze, si ha la conferma che là dove si avverte un pieno spesso si nasconde un vuoto.