
di Simone Matteis (lastampa.it, 1° febbraio 2025)
Il brano delle giovani Betsy Girl, virale su TikTok e YouTube, è al centro delle polemiche, tra chi ci vede messaggi patriarcali e filo-russi e chi, invece, lo difende come prototipo del “soft power”. Tormentone di successo o canzone della discordia? In questi giorni il singolo russo Sigma Boy è tornato prepotentemente a far parlare di sé, attirando le critiche degli integralisti ortodossi di Mosca e venendo additato persino al Parlamento Europeo di Strasburgo, dopo aver conquistato milioni di utenti sulle principali piattaforme social in tutto il mondo.
Svetlana Chertischeva, 11 anni, e Masha Yankovskaya, 12 anni, sono le giovanissime cantanti del duo Betsy Girl, capace in poco tempo di scalare le classifiche con un brano pop lungo poco più di due minuti. «Sigma Boy, tutte le ragazze vogliono ballare con te»: il singolo, pubblicato lo scorso ottobre e diventato ben presto virale, è frutto della creatività di Mikhail Chertishchev, papà di Svetlana, famoso compositore musicale di film d’animazione originario di San Pietroburgo.
In poco più di tre mesi la canzone ha avuto un successo a dir poco strepitoso, accumulando oltre 66 milioni di visualizzazioni su YouTube e raggiungendo la top 10 della prestigiosa classifica hot dance/pop songs di Billboard. Risultati straordinari trascinati anche dalla viralità ottenuta grazie a TikTok, dove il brano si è affermato come base in tendenza per migliaia di videoclip.
Ma cosa significa “Sigma Boy” e, soprattutto, cos’ha scatenato un’ondata di polemiche così accesa attorno a questa canzone apparentemente innocua? Al contrario del più noto maschio Alfa, contraddistinto da un forte carisma e da un’elevata propensione alla socialità, il maschio Sigma indica una persona generalmente introversa, indipendente e sprezzante nei confronti delle aspettative sociali. In sintesi un anticonformista, che però, stando a quanto cantato dalle due giovani artiste russe, sembra attirare il favore femminile. E anche diverse critiche.
Prime fra tutte, quelle mosse dal movimento ultraconservatore Sorok Sorokov, legato ai valori della tradizione ortodossa e sorto nel 2013 dopo lo scandalo delle Pussy Riot. Da Mosca, l’accusa nei confronti del brano è di aver sessualizzato le due cantanti e, più in generale, i bambini, sostenendo come nel testo siano presenti riferimenti piuttosto espliciti a «relazioni romantiche solitamente associate agli adulti, anziché a bambini di 12 o 13 anni».
L’autore del testo, Mikhail Chertishchev, ha ribaltato la questione, sostenendo un principio di malizia negli occhi del movimento, anziché tra le righe della canzone, e ha evidenziato come le polemiche non facciano altro che contribuire al successo di Sigma Boy: «Tutto ciò che viene vietato diventa più intrigante per gli ascoltatori, e le persone iniziano a prestare ancora più attenzione agli artisti».
Ma l’etichetta di canzone proibita è fuoriuscita dai confini russi per essere invocata persino a Strasburgo, nell’emiciclo del Parlamento Europeo. «Conosci Sigma Boy? Se sei una bambina di 11 anni, ad esempio in Germania o anche in Ucraina, probabilmente sì». A dicembre Nela Riehl, eurodeputata tedesca dei Verdi, è intervenuta in aula per mettere in guardia dai messaggi veicolati dal brano, definendolo un «esempio di infiltrazione russa nel discorso popolare attraverso i social media» e responsabile della diffusione di «visioni del mondo patriarcali e filorusse».
Mentre l’Eurocamera discuteva sulla disinformazione e sulla falsificazione storica ad opera di Mosca, nel suo discorso la Riehl evidenziava i rischi per i giovani – specie quelli ucraini –, puntando il dito contro la viralità social: «Il patrimonio culturale ucraino non comprende solo libri di storia e musei, ma anche la lingua, la musica e perfino gli influencer. La Russia prende di mira tutto questo, e l’Unione Europea deve contrastare con forza anche tali subdole infiltrazioni».
Giovedì 23 gennaio, durante l’ultima sessione plenaria, il Parlamento Europeo ha approvato con 480 voti favorevoli la risoluzione che condanna azioni di «disinformazione e falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina». Tra i punti più rilevanti, la richiesta rivolta agli Stati Ue d’intensificare i controlli in ambito digitale per scongiurare i rischi della campagna disinformativa messa in atto dal Cremlino. Nel testo approvato a Strasburgo non si fa cenno a Sigma Boy ma tanto è bastato per rendere nuovamente attuali le parole dell’eurodeputata Riehl, così da innescare la risposta da parte della autorità russe.
Secondo Leonid Slutsky, capo del comitato per gli affari internazionali della Duma, «i politici europei hanno paura dei bambini russi» e «l’Occidente non riesce a placarsi nel suo rifiuto di tutto ciò che è russo». Slutsky ha anche affermato su Telegram che il successo di Sigma Boy dimostra come «il soft power della cultura russa sta trionfando sulla scena pop mondiale», lasciando intendere infine la possibilità di attivare la Procura generale della Federazione russa sul caso che ha investito le Betsy Girl.
Nel frattempo, mentre accuse e critiche continuano a rimbalzare da ogni parte, il motivetto martellante dal sound elettronico delle giovanissime cantanti russe è incastonato fra interpreti del calibro di Katy Perry, Billie Eilish e Ariana Grande. E a San Pietroburgo c’è chi parla già di un nuovo singolo, pronto a far scatenare i teenager di tutto il mondo e ad alimentare nuovamente il filone evergreen delle polemiche.