di Teresa Marchesi (huffingtonpost.it, 24 novembre 2023)
«Tranquilli, non farò l’attore», assicura ridendo Pier Luigi Bersani. L’attore però lo ha fatto davvero una tantum «perché l’ironia è uno strumento di salute mentale”, interpretando ben sette personaggi (tra i quali un salumiere, un fruttivendolo, un cassiere, il testimonial di un manifesto consumista da supermarket, un pensionato giocatore di bocce, un rider canticchiatore) in una strana creatura cinematografica che si colloca tra il videoclip espanso e il musicarello semi-muto, ma ha anche qualcosa del documentario.
In rassegna al Torino Film Festival il 29 novembre, Coupon – Il film della felicità ruota intorno a un brano di Andrea Satta – il musicista-pediatra dei Têtes de Bois – che lancia il suo nuovo album da solista, Niente di nuovo tranne te. A firmarlo è Agostino Ferrente, documentarista pluripremiato che per un altro videoclip di Satta, Alfonsina e la bici, aveva fatto scalpore reclutando nientemeno che Margherita Hack. Me lo ricordo perfettamente: gli dedicai un servizio per il mio Tiggì.
Il mini-film in bianco e nero (18 minuti) è anche un omaggio a Sergio Staino, che ha fatto da tramite tra gli artisti e Bersani, e al grande fumettista scomparso è dedicato. Il cast è bizzarro e godibilmente fuori serie: comprende anche Milena Vukotic, la poetessa Maria Grazia Calandrone e il mitico doppiatore di Alfred Hitchcock, Paolo Lombardi. Si racconta, sul filo di un’ironia surreale, l’ossessione indotta di un consumatore stralunato e romantico (Satta) che compulsivamente compra scatolette di tonno (cui è allergico) al supermarket, per accumulare i punti che gli faranno vincere l’ambito “Coupon della Felicità”. La mercificazione ingannevole della felicità ha convinto Bersani: «Se c’è un modo per essere felici è solo nella relazione con gli altri», dice.
È la Roma agostana e periferica della Togliatti e della Prenestina vista dalla bicicletta, popolata da chi la villeggiatura non se la può permettere, tra senzatetto, bocciofile e centri anziani che s’improvvisano balere. È il popolo dei fuori-sinc nel mondo a colori degli altri, con i dialoghi rimpiazzati dai vecchi cartelli del cinema muto. È un videoclip oversize onirico e tenero, un’elegia anticonsumista che gioca con il repertorio remoto degli anni Cinquanta, con l’arrivo messianico del Supermercato “come in America”, venduto alle massaie come la Terra Promessa.
Pier Luigi Bersani si è prestato al cinema, di recente, anche tra le voci del documentario di Riccardo Milani Io, Noi e Gaber. «Nei confronti del genio di Gaber» dice «avevo covato una segreta polemica: non condividevo la sua convinzione che tutto è moda». Sui Têtes de Bois di Andrea Satta si è documentato: «Sono trent’anni che fanno attivismo artistico nei luoghi di lavoro, nelle aree di servizio, nelle stazioni dismesse, senza mai essere di moda. A questo modo di essere artisti e a questa storia non ho potuto dire di no».