di Fabiana Salsi (vanityfair.it, 2 aprile 2022)
La fine della guerra in Ucraina per Sean Penn è anche in mano ai miliardari. Anzi, i miliardari secondo lui potrebbero essere decisivi per determinare le sorti del conflitto e dare il colpo finale all’esercito russo. L’attore due volte premio Oscar lo ha appena scritto su Twitter, ipotizzando anche un calcolo: «2 squadroni di F-15 o 16 (ovvero 12 velivoli con una tecnologia migliore dei Mig russi o dei SU) adeguati per piloti ucraini rapidamente addestrabili (3 settimane) costerebbero a un privato circa 300 milioni di dollari», ha scritto Penn. «A questi» ha proseguito «basterebbe aggiungere 200 milioni in difesa missilistica per un totale di 500 milioni». Poi ha continuato con un altro tweet, scrivendo: «Un miliardario potrebbe porre fine a questa guerra in Ucraina. Ovviamente ci sono componenti aggiuntive da considerare, ma credo che valga la pena pensarci».
Insomma chiede una specie di colletta, che ai bilionari del mondo – con tanti americani nella lista, oltre agli oligarchi russi che starebbero trattando per la pace – in fondo costerebbe molto poco. Una soluzione ipotizzabile, e un aiuto decisivo alla resistenza ucraina che proprio Sean Penn è stato tra i primi a supportare. Era in Ucraina per un documentario quando sono arrivati gli invasori russi, poi – dopo essere stato costretto a scappare – in Polonia ha accolto in prima persona i rifugiati. Ora proprio in Polonia, oltre che in Romania, continua a portare aiuti concreti con la Core [Community Organized Relief Effort – N.d.C.], la sua ong nata per offrire aiuti umanitari in tutto il mondo.
Il suo tweet, tra l’altro, non è nemmeno la sua prima presa di posizione contro l’invasione russa dell’Ucraina: alla vigilia degli Oscar aveva, infatti, invitato Hollywood a boicottarli se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non fosse stato invitato a parlare. «Mi auguro che ci sia un boicottaggio e un abbandono della cerimonia», aveva detto Sean Penn alla Cnn. «L’Ucraina è la punta di diamante della lotta per i sogni della democrazia. Se la lasciamo a combattere da sola perdiamo la nostra anima come America». Alla fine Zelensky agli Oscar non c’era. L’Academy ha optato per un minuto di silenzio, e alcune tra le star hanno indossato accessori gialli e azzurri in omaggio alla bandiera del Paese. L’attenzione del mondo, però, è finita sullo schiaffo di Will Smith a Chris Rock.