C’è chi lotta per i diritti Lgbt, chi si dedica ai bimbi bisognosi del continente africano, chi ha il cuore ‘verde’, chi pensa ai giovani e ancora chi, dagli albori, lotta per aiutare i malati di Aids. Ecco il mondo benefico delle star che pensano al prossimo
di Giulia Echites (repubblica.it, 29 gennaio 2017)
Alcuni di loro hanno preso questa decisione guardandosi alle spalle, facendo un veloce bilancio di quella che era stata la loro vita, per altri invece la spinta è arrivata con una presa di coscienza, vale a dire guardando non il proprio mondo ma quello in cui si trovano a vivere gli altri. Altri ancora, invece, hanno semplicemente sentito il bisogno di dare una mano.Quale che sia stato il motivo, comunque, sono tanti i musicisti che hanno scelto di sposare una causa e dare vita alla propria fondazione benefica, magari affiancandosi a organizzazioni già operative da tempo, avviando diversi progetti all’interno della stessa fondazione o anche collaborando con altri artisti. Le ultime in ordine di tempo sono state Tegan e Sara Quinn, gemelle canadesi che compongono il duo indie rock Tegan and Sara. Con la loro fondazione vogliono dare voce alle donne della comunità Lgbt.
La Tegan and Sara Foundation contro “le repressioni della futura amministrazione Trump”. Lo hanno scritto chiaramente nel sito della loro neo nata Onlus: non è un caso se l’organizzazione per garantire “giustizia economica, benessere e rappresentanza alle donne Lgbt” vede la luce proprio adesso. Dopo un più generico “considerato lo stato della politica attuale negli Stati Uniti”, infatti, Tegan e Sara vanno dirette al punto: “combatteremo contro le leggi del presidente Trump”. In effetti più che lo statuto di nascita di una fondazione benefica, quella scritta dalle sorelle canadesi sembra una dichiarazione d’intenti rivoluzionari. “Lavorando con la fondazione possiamo offrire un supporto costante piuttosto che aspettare e reagire alle discriminazioni ogni volta che se ne verifica una”. Lo scorso autunno, per il tour di promozione del loro ultimo album, Love You To Death, Tegan e Sara hanno girato il nord America e questo gli ha permesso di verificare direttamente la situazione in cui si trovano i membri della comunità Lgbt: “abbiamo parlato con i nostri fan che sono anche attivisti, ricercatori e volontari di organizzazioni no profit. Le donne Lgbt vivono spesso in condizioni di povertà, sono isolate o emarginate, soprattutto quelle di colore o i transgender che oltre a ciò devono fare i conti anche con atteggiamenti razzisti”. Per tutto questo Tegan e Sara hanno deciso di dare vita alla loro fondazione, con il non facile obiettivo di “smantellare un sistema che impedisce alle donne Lgbt di realizzarsi pienamente”.
Madonna per il Malawi. “Quando ho scoperto che in questo piccolo Paese nel cuore dell’Africa, il Malawi, oltre un milione di bambini è rimasto orfano a causa dell’Aids, ho provato un senso di responsabilità incontenibile”. È il 2006 quando Madonna decide che è arrivato il momento di fare qualcosa, dare un aiuto concreto, decide cioè di fondare la sua Raising Malawi. Per i bambini quindi soprattutto (ne adotterà anche), ma non solo, Madonna da anni chiede l’aiuto di tutti per raccogliere fondi con i quali costruire ospedali (grazie alla sua mediazione è stato realizzato il primo polo di chirurgia pediatrica), far arrivare i medicinali con cui curare Hiv e malaria, realizzare scuole (finora una scuola elementare, una media e una specifica per le bambine) e programmi per rendere gli abitanti di questo Paese consapevoli di cosa siano le malattie che li affliggono e quali le possibili cure, perché “quello che facciamo noi è coinvolgere le comunità – spiega Madonna – non ci limitiamo a inviare vestiti, cibo, aiuti per poi dire: a presto e in bocca al lupo”. Nel 2008 Madonna ha realizzato e prodotto il documentario I Am Because We Are (si può vedere per intero su YouTube), che ha poi fatto il giro di alcuni importanti festival (Tribeca, Cannes, ad esempio). Sono le immagini dure, violente, reali che descrivono la non vita di famiglie decimate dall’Aids: “molti mi chiedono perché ho scelto il Malawi – dice Madonna nel film – non sono stata io, è stato lui a scegliere me”.
Incubus e Jack Johnson i ‘verdi’. Sia la band di Brandon Boyd che Jack Johnson hanno scelto di appoggiare la causa ambientale. I primi con la Make Yourself Foundation, il secondo con la Johnson Ohana Charitable Foundation, l’organizzazione no profit che il musicista hawaiano ha fondato insieme con la moglie Kim. Da quando hanno iniziato, nel 2003, gli Incubus hanno raccolto oltre due milioni di dollari che hanno distribuito tra circa sessanta organizzazioni impegnate “a promuovere l’utilizzo di energia sostenibile e a fare fronte ai disastri naturali, in America e nel resto del mondo”. Ad esempio, dopo lo Tsunami che ha colpito l’Asia nel 2004, la MYF ha donato 100mila dollari alla Croce Rossa, la fondazione ha poi aderito alla campagna Stop Global Warming per fermare il riscaldamento globale e recentemente, per sostenere la causa di Standing Rock, Brandon Boyd ha fatto ricorso all’altra sua passione oltre alla musica, la pittura: ha realizzato una serie dal titolo Water Is Life e i ricavati dalla vendita di ciascuna stampa, numerata ed autografata, sono stati devoluti tutti in favore dei nativi americani, perché venisse riconosciuto il loro diritto all’uso di acqua incontaminata. “Da abitante della Terra, sento come una responsabilità nei confronti della mia unica casa a proteggerla da chi vuole danneggiarla. E per le generazioni future, perché possano vivere in un pianeta migliore”.
Jack Johnson fa cose molto simili: ha utilizzato tutti i ricavati del suo Sleep Through The Static Tour del 2008 per fondare la Onlus con la quale sostiene cause ambientali. Si batte per limitare l’uso della plastica, per sfruttare forme di energia alternativa, per stimolare l’abitudine al riciclo e quella al consumo di cibo a kilometro zero. E non è raro trovarlo con guantoni e sacchi della spazzatura a ripulire le spiagge delle Hawaii o della California.
Elton John è stato pioniere. La sua Aids Foundation è nata nel 1991. Elton John ha descritto la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta come il periodo peggiore della sua vita: “C’era già stato il boom dei casi di Hiv, non so perché fino a quel momento fossi rimasto totalmente indifferente nei confronti della battaglia contro la malattia. Anzi, sicuramente è stato a causa delle mie dipendenze”. Nel 1990 Elton John perde uno dei suoi più cari amici, per colpa dell’Aids. “Ho guardato indietro alla mia vita e mi sono reso conto che non avevo fatto abbastanza”. Oggi la sua fondazione è una delle principali al mondo che si batte perché le popolazioni di qualsiasi Paese possano avere lo stesso accesso alle informazioni e ai mezzi per prevenire il contagio del virus. Finora più di 350milioni di dollari sono stati raccolti dalla Elton John Aids Foundation: “quando poi vai ‘sul fronte’ che sia l’America, l’Ucraina, l’Africa, l’India e vedi cosa hanno fatto i tuoi aiuti, riconosci la gratitudine sul viso delle persone e sei pronto per continuare”.
Lady Gaga per i giovani, perché “nessuno si senta inadatto in questo mondo”. Lady Gaga non ha fatto segreto delle difficoltà che, da adolescente, ha dovuto attraversare nelle relazioni con i coetanei: “so cosa vuol dire essere depressi, sentirsi umiliati, isolati e conosco tanti ragazzi, a prescindere da chi siano, da dove vengono, che si sentono nello stesso modo in cui mi sono sentita io”. Per questo motivo, perché i giovani siano più sicuri, consapevoli e possano “vivere in maniera più coraggiosa” nel 2012 Lady Gaga, insieme con sua mamma, Cynthia Germanotta, ha fondato la Born This Way Foundation (nome preso in prestito dal titolo del suo terzo album). Ne fanno parte ricercatori che studiano programmi contro il bullismo, l’omofobia, che poi discutono in giro per le città, nelle scuole, coinvolgendo i ragazzi perché rendano il mondo “un posto più gentile”. Non c’è niente di male “nell’essere diversi, nel sentire in modo diverso” precisa la cantante, “ognuno ha le sue motivazioni, ciascuna ugualmente valida”.