Se il potente ride delle imitazioni quella che piange è la satira

di Filippo Ceccarelli («Il Venerdì di Repubblica», 10 giugno 2016)

Missione compiuta, osmosi raggiunta. Comunque siano andate le elezioni (questa rubrica è stata chiusa due giorni prima del voto), tra i vari rovesciamenti di senso che i tempi recano in omaggio si può contemplare il nuovo ordine, o se si vuole il nuovo equilibrio venutosi a creare tra i personaggi pubblici e la satira che in teoria li sbertuccia, ma nella realtà finisce per consacrarli in un complesso gioco di specchi e rifrazioni a somma zero.meloni-guzzantiNella foto che si vede qui sopra, scattata a Roma durante uno dei suoi ultimi comizi, Giorgia Meloni appare sovrastata dal faccione di Sabina Guzzanti che assai bene la imita enfatizzandone la ribalda espressività e la greve inflessione romanesca. Ebbene, appena salita sul palco, sul maxischermo è comparsa l’enorme, ciarliera e ormai popolarissima caricatura della candidata di Fratelli d’Italia. L’intervento del suo grottesco doppione è durato, nel silenzio dell’Auditorium, circa 20 secondi. Quindi Meloni, che certamente era informata dell’apparizione scenico-proiettiva, ha finto la più ingenua meraviglia e nell’ esprimere la sua gratitudine a chi ha mandato il video, sen’è detta lieta: «È carino, è molto carino!», pure rivendicando che si trattava della «quinta imitazione di fila che mi fanno, io sono la persona più imitata della storia», ma pensa! Ecco. Pochi giorni prima, sempre «a sorpresa», si era presentato nello studio della trasmissione Crozza delle Meraviglie Sergio Marchionne, anche lui privilegiato «bersaglio», tra ovvie e rinforzate virgolette, di una delle più riuscite scimmiottature del comico. Per sei sette volte le telecamere lo hanno inquadrato nella penombra mentre assisteva alla sua parodia felice come un bambino che abbia ricevuto un regalo. E forse lo era, un dono, forse invece no, la faccenda è complicata nei suoi sviluppi come nei suoi esiti. Tra potenti che cercavano la risata e comici che puntavano al potere, l’ibridazione sembra aver dato vita a un nuovo genere ridens che attira attenzione e magari consenso. Cattiva per natura, vocazione e ruolo sociale, la vecchia satira singhiozza in un angolo.

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