di Francesco Oggiano (vanityfair.it, 4 gennaio 2018)
Dalle Stelle alle Star è un attimo. Perché da un gruppo di inesperti ma onesti, il Movimento rischia di passare a una massa di onesti ma famosi. Sul carro dei 5 Stelle, nelle ultime ore, sembra vogliano salire i volti della cosiddetta «società civile».Gregorio De Falco, il capitano di Livorno passato alla Storia per la sua telefonata con Schettino; Gianluigi Paragone, l’ex direttore della Padania rimasto folgorato sulla via di Di Maio; Emilio Carelli, l’ex direttore di SkyTg24; Claudia Federica Petrella, attrice di Casa Surace che aveva denunciato molestie da un regista; e, a tal proposito, Dino Giarrusso, la Iena che ha scoperchiato il caso delle presunte molestie nel cinema italiano. Quasi tutti gli interessati evitano di confermare o smentire le indiscrezioni sulle loro candidature. Ma c’è da immaginarsela, una riunione nella sede milanese della Casaleggio Associati, tra una strigliata di De Falco, un editoriale di Carelli e un’inchiesta di Giarrusso. A presiedere, il più timido Davide Casaleggio. A tirare le fila e richiamare tutti all’ordine, l’inflessibile Rocco Casalino. Sembrano passati anni luce dal 2013, quando dalle Parlamentarie interne erano usciti, nell’ordine, Sergio, commesso in un negozio di articoli per animali; Simone, laureando in Scienze Motorie; Paola, pallavolista professionista; e poi una mamma precaria, un’artigiana, un architetto, qualche impiegato, un geologo, molti disoccupati e tantissimi studenti (tra cui l’attuale candidato premier Luigi Di Maio). Allora Grillo aveva chiuso il recinto. Aveva deciso che alle primarie potevano presentarsi solo quelli che si erano già candidati col Movimento: «Quelli che sono stati con noi per 5 anni, che hanno combattuto sul territorio, che poi non sono stati eletti e si sono candidati». Una dichiarazione d’amore per il passato. Banditi i candidati della società civile, considerati come le foglie di fico usate dagli altri partiti per pulirsi la coscienza. Meglio ragazzi vogliosi, digiuni di politica e fama. Perché l’inesperienza per lui e Casaleggio è un valore. Chi non è esperto non è esperto nel rubare, è il concetto un po’ grezzo ripetuto più volte. Ed è pure più malleabile. Perché i gruppi parlamentari del Movimento sono rimasti più o meno compatti anche per la fiducia cieca degli eletti nei confronti del capo Beppe Grillo. Quei ragazzi e ragazze onesti, che dovevano tutto al Movimento, erano molto più gestibili politicamente di altri candidati con un seguito e una voce loro. Con quanta facilità, De Falco, uno che da una vita dà gli ordini, accetterebbe di votare controvoglia assieme al gruppo 5 Stelle, pena il rischio di espulsione o una multa salatissima? Con quanta disinvoltura, un ex direttore e conduttore di programmi televisivi come Gianluigi Paragone, potrebbe accettare i veti del capo della comunicazione Rocco Casalino prima di concedere una qualsiasi intervista a un giornale italiano? I precedenti esperimenti non sono favorevoli. Una prima incursione nella società civile Beppe Grillo l’aveva già tentata nel 2009. Il movimento era ancora di là da venire, ma il comico dal suo blog appoggiò alle Europee due volti digiuni di politica, ma che considerava puliti: Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe, e Luigi De Magistris, allora pm del caso Why Not. Finì malissimo, con Grillo che fece mea culpa per la scelta e accusò i due di far parte della Casta una volta fattisi eleggere. Peggio ancora finì con altri «famosi» prima esaltati e poi scaricati dal sacro blog: Stefano Rodotà, candidato alla Presidenza della Repubblica e poi, dopo alcune critiche espresse sulla mancanza di democrazia interna al Movimento, bollato come «un ottantenne miracolato dalla Rete»; Milena Gabanelli, candidata anche lei al Quirinale e poi massacrata online in seguito a un’inchiesta di Report sul Movimento. Adesso, Grillo cambia di nuovo e apre i recinti. Per accogliere nella pattuglia parlamentare militanti più preparati, per liberarsi una volta per tutte dei candidati che credono nelle scie chimiche, e per dare legittimazione interna a eventuali futuri Ministri di un governo, si spera, a 5 Stelle. Accoglie anche quelli che non sono mai stati nel Movimento, ma che possono contribuire con la loro immagine onesta e competente. Sono persone con una storia ricca, e un passato prestigioso. Anche loro, stelle del Movimento.