Schlein sul palco con J-Ax: la tentazione del politico di fare show

Elly Schlein via Instagram

(adnkronos.com, 10 ottobre 2024)

Elly Schlein, che – a sorpresa – è salita sul palco insieme agli Articolo 31 per “rappare” una canzone col celebre gruppo guidato da J-Ax, è solo l’ultima della lista. Ogni mattina un politico sa che deve svegliarsi e mettersi a caccia del consenso. Sin dai tempi della Prima Repubblica non c’è stato leader che non si sia messo in gioco pur di cercare l’empatia con i suoi elettori. Spesso su palcoscenici inediti, ben distanti dai “Palazzi” o dalle “stanze” del potere.

«Un politico non deve mai perdere contatto con il suo socio di riferimento», ammoniva a suo tempo Giulio Andreotti. «Con J-Ax ci siamo conosciuti, mi aveva meso un like a un intervento con la Meloni in cui difendevo il salario minimo, lo ha colpito. Io gli ho risposto citando i primi pezzi dell’album», ha detto la segretaria dem a L’aria che tira parlando della sua esibizione. «Quando mi è arrivato questo invito non ho potuto rifiutare. Non ho mai cantato in vita mia, ieri poi avevo finito tardi in Parlamento con un intervento duro, non ho provato, mi sono buttata», ha spiegato.

Schlein non ha mai fatto mistero del suo lato pop. Con una certa propensione a rompere gli schemi. La sua prima intervista politica, da leader del Pd, l’ha concessa a Vogue. Non proprio il manifesto. Poi, ospite in tv da Alessandro Cattelan, ha suonato al piano Imagine di John Lennon. Ma il più l’ha fatto a una festa de l’Unità a Castiglione del Lago, dove, non contenta del classico comizio, ha imbracciato la chitarra e ha messo in piedi una mini-performance in cui ha suonato Before you accuse me di Eric Clapton e Zombie dei Cranberries.

Ma la leader dem è, appunto, in fondo a una lista di politici-pop che non hanno esitato a mostrare in pubblico il loro lato più inedito per conquistare le simpatie degli elettori. La foto di Aldo Moro elegantissimo, in giacca e cravatta, sulla spiaggia di Terracina con la figlia, appare ormai sempre più sbiadita. Correva l’anno 1973 e da allora i politici ne hanno fatte davvero di tutti i colori. Tra i primi ad abbattere (metaforicamente) i muri del “Palazzo” è Giulio Andreotti. Indimenticabile il suo cameo nel film Il tassinaro, nel 1983, quando sale a bordo del taxi guidato da Alberto Sordi. Andreotti interpreta sé stesso, ed è uno dei primi casi del genere.

I leader che cercano di andare oltre i classici schemi della comunicazione politica sono diversi, soprattutto a sinistra. Così nessuno si stupisce quando, nel 1984, le porte del salotto di Pronto, Raffaella, il seguitissimo programma di Raffaella Carrà su Rai 1, si aprono per ospitare Nilde Iotti. La quale, tra l’altro, coglie l’occasione per sponsorizzare la sua proposta di riduzione del numero dei parlamentari.

Restando dalle stesse parti, un notevole campione della politica-pop resta Massimo D’Alema. Nel 1997 il risotto preparato davanti alle telecamere di Bruno Vespa a Porta a Porta resta negli annali. Per la cronaca, merito o no del risotto, dopo circa un anno D’Alema diventa presidente del Consiglio. Ma il “lider Maximo” fa ancora più notizia quando, da premier in carica, si presenta in prima serata su Rai 1, ospite di Gianni Morandi a C’era un ragazzo. Infinite le polemiche, con accese riunioni della Vigilanza Rai dedicate all’evento. Ma la puntata con D’Alema fa segnare il record di ascolti del programma: quasi dieci milioni di spettatori e il 37% di share. Numeri bulgari.

Ancora in casa Ds, nel 2005 Piero Fassino si commuove incontrando la sua vecchia tata a C’è posta per te, su Canale 5. Anche qui, in prime time e non certo a una Tribuna politica, gli spettatori vedono l’allora segretario della Quercia in lacrime abbracciare tata Elsa che lo chiama “Pierino”. Il format funziona, finalmente il pubblico può conoscere il lato più umano del politico e sentirlo meno distante.

Devono averlo pensato anche Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, che, nel 2006, a qualche mese dal voto, si prestano per l’intervista doppia de Le Iene. «È più semplice fare politica se si ha un bell’aspetto?» è una delle prime domande cui sono inchiodati i due (allora) avversari in campagna elettorale.

C’è poi l’infinita serie di uomini (e donne) politici intervistati in tv, ma all’interno di programmi di intrattenimento. Tra i più gettonati c’è il salotto di Barbara D’Urso su Canale 5, davanti alla quale sfilano praticamente tutti: da Salvini a Di Maio, da Conte a Renzi, fino alla Meloni e a Berlusconi. Del Cavaliere è il record di permanenza nel salotto: un’ora e venti. «Ma io sono una di casa», si giustifica la D’Urso di fronte alle enormi polemiche politiche scoppiate per lo spazio concesso al leader di Fi.

Il campione del genere, però, resta Marco Pannella. Sempre dalla D’Urso, era il 2010, il leader radicale esordisce con un perentorio «comincio io». E prima di salutare, a una sfiancata conduttrice che per tutta l’intervista ha lottato per strappare la parola al suo interlocutore, Pannella chiede insistente: «Ti vuoi iscrivere anche tu ai Radicali? Ne abbiamo bisogno. Ti iscrivi o no?».

Ma la politica-pop fa decisamente un salto di qualità con Matteo Renzi. Il quale, già da sindaco di Firenze, dimostra di che stoffa è fatto. Ospite di Maria De Filippi ad Amici, si presenta in jeans e “chiodo”: «come Fonzie», osservano i cronisti. Ai ragazzi in gara al talent show dispensa consigli: «Non so se perderete o vincere ma non perdete la faccia, che è la cosa più importante».

E infine, last ma assolutamente non least, Silvio Berlusconi. Tra telefonate alle aste tv e passeggiate in bandana, è impossibile elencare i fuori programma, le invasioni di campo, le apparizioni a sorpresa e le scelte clamorose fatte dal Cavaliere, che, più che politico a caccia del pop, è stato il politico-pop per eccellenza.

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