di Davide Sarsini Novak (agi.it, 30 luglio 2022)
Casual per l’ambiente: l’ultimo appello a indossare un abbigliamento più informale d’estate è arrivato dal premier spagnolo Pedro Sánchez, che venerdì sera si è presentato in conferenza stampa senza cravatta e ha invitato i connazionali a seguire il suo esempio in vista del piano di misure di risparmio energetico che Madrid si appresta a varare. «Ho chiesto ai ministri, a tutti i dipendenti pubblici e vorrei chiederlo anche al settore privato, se non lo ha già fatto, di non indossare una cravatta quando non è necessario», ha riferito l’esponente socialista. Le parole di Sánchez sono risuonate in un giorno in cui a Madrid si registravano 36 gradi e a Siviglia 39. La Spagna non è il primo Paese che fa questo tipo di scelta.
Dal 2005 il Giappone d’estate invita i lavoratori a lasciare a casa giacca e cravatta con un innalzamento da 25 a 28 della temperatura negli uffici pubblici, e nel 2011 ha lanciato la campagna “Super Cool Biz” (traducibile “Affari super freschi”) per promuovere un abbigliamento informale nei periodi più caldi. In Gran Bretagna la recente ondata di caldo ha indotto la Camera dei Comuni a eliminare l’obbligo della giacca per i deputati. Del resto, secondo il ministero italiano della Salute togliere la cravatta nei periodi caldi abbassa di 2-3 gradi la temperatura corporea ed è quindi un semplice gesto di enorme impatto sull’ambiente. In Italia già nel 2007 fu lanciato un appello dall’allora ministra della Salute, Livia Turco, a «tutti gli uffici pubblici e privati italiani a proporre ai propri dipendenti di non usare la cravatta durante le ondate di calore». Tra le prime aziende italiane a promuovere la rinuncia alla cravatta d’estate è stata Eni, con un esperimento lanciato proprio nel 2007 e proseguito negli anni successivi con sempre maggiore incisività.