di Luca Colantuoni (punto-informatico.it, 16 giugno 2021)
Le opinioni di Roger Waters su politica, religione e capitalismo sono note a tutti, in particolare ai fan che partecipano ai suoi concerti. Non stupisce quindi la risposta data a Facebook dopo aver ricevuto la richiesta di usare un suo brano musicale per una pubblicità su Instagram. Durante un evento in sostegno di Julian Assange, l’ex bassista del Pink Floyd ha usato anche alcune espressioni colorite contro Mark Zuckerberg. Il video dell’intervento è stato pubblicato dallo stesso Waters su Facebook e Instagram. Durante l’incontro pubblico, il co-fondatore dei Pink Floyd ha mostrato e letto una lettera ricevuta da Facebook, con la quale l’azienda di Menlo Park chiedeva di poter utilizzare il famoso brano Another Brick in the Wall, Part 2, dall’album The Wall, in cambio di un’enorme somma di denaro.
In pratica Waters ha mandato Facebook a “quel paese”, sottolineando di non avere alcuna intenzione di prendere parte ad una simile “porcheria”. «Vogliono usarlo [il brano musicale, N.d.R.] per rendere Facebook e Instagram più potenti di quanto non siano già, in modo che possa continuare a censurare tutti noi in questa stanza e impedire che il grande pubblico venga a conoscenza di questa storia su Julian Assange». Roger Waters ha espresso la sua opinione anche su Mark Zuckerberg e la prima versione del suo social network (FaceMash), usata per dare voti alle ragazze: «Come ha fatto questo ********, che ha iniziato con “È carina, le diamo un quattro su cinque. È brutta, le diamo uno su cinque”, a ottenere tanto potere? Eppure eccolo qua, uno degli idioti più potenti del mondo».