di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 23 settembre 2018)
Rihanna è tagliata per le relazioni diplomatiche e d’ora in poi lo farà ufficialmente. Ha già incontrato il principe Harry e Brigitte Macron e in bacheca c’è un’onorificenza per meriti umanitari venuta direttamente da Harvard. Adesso però la cantante e attrice diventa anche ambasciatrice ufficiale del suo Paese d’origine.Barbados, isola caraibica indipendente, ma parte del Commonwealth. Il titolo ufficiale è Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary, ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria. Sarà sua responsabilità promuovere il sistema educativo, il turismo e gli investimenti per l’isola. Mia Amor Mottley, primo ministro di Barbados, ha detto che è stato per lei un onore poter conferire il titolo a Rihanna che «ha già significativamente contribuito ad aumentare il prestigio dell’isola nel mondo». Filantropia e patriottismo sono i termini usati dalla premier che non disdegna di ricordare come la pop star sia anche una donna d’affari, il che non guasta per lo Stato caraibico. Già dieci anni fa Robyn Rihanna Fenty, questo il nome completo della cantante, era stata dichiarata ambasciatrice culturale del suo Paese, ma adesso il ruolo si amplia. Può davvero parlare come una diplomatica in vece del governo del suo Paese. È qualcosa di più rispetto a quanto fanno tante star di Hollywood come ambasciatori di organizzazioni umanitarie e sostenitori di battaglie contro la povertà. La lista è lunga: da George Clooney ad Angelina Jolie, passando per Cate Blanchett che ha sostenuto la causa del popolo Rohingya all’Onu e Ben Stiller che è stato nominato appena qualche mese fa Ambasciatore di Buona Volontà dell’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Lo è anche Pierce Brosnan, per l’Onu in Irlanda, e non poteva essere altrimenti per uno che è stato James Bond, 007 al servizio di sua maestà. C’è chi invece dal mondo dello spettacolo è passato davvero alla carriera diplomatica: Shirley Temple. Sì, la bambina prodigio del cinema statunitense degli anni Trenta da grande è diventata ambasciatrice. “Riccioli d’oro” ha rappresentato gli Stati Uniti non solo sul grande schermo, ma anche al tavolo della diplomazia con il cognome da sposata, Temple Black. Lo ha fatto bene in entrambi i casi. Il presidente Franklin Delano Roosevelt arrivò a dire: «finché il nostro Paese avrà Shirley Temple, noi staremo bene». Lei però pensava di aver fatto molto meglio il secondo come ambasciatrice all’Onu, poi in Ghana e in Cecoslovacchia dagli anni Sessanta agli Ottanta. È stato ambasciatore anche George Bush padre, prima di essere vicepresidente e presidente degli Usa, oltre che capo della Cia. Negli anni Settanta fu a capo della delegazione diplomatica nella Cina comunista, Paese che fino ad allora gli Stati Uniti nemmeno riconoscevano. Irvin Mayfield, trombettista, è ambasciatore culturale di New Orleans. Anche le colleghe cantanti si danno da fare. Annie Lennox è rappresentante Unesco per l’Aids e per molte altre organizzazioni. Ashanti è stata nominata ambasciatrice del Turismo della contea di Nassau, nello Stato di New York. Ogni Paese esalta quello che ha. Per Barbados Rihanna è un tesoro. Pardon, un diamante.