(huffingtonpost.it, 20 novembre 2017)
Richard Gere è stato un’ottima risorsa per il cinema hollywoodiano. Dopo i grandi successi Ufficiale e gentiluomo e Pretty woman, l’attore ha cominciato ad avere sempre meno ruoli nelle pellicole americane.Sebbene ciò sia naturale nel cinema, l’attore sarebbe convinto che la sua esclusione non sarebbe dovuta all’età, ma ad un altro fattore: la Cina. Oggi principale finanziatore della grande industria cinematografica, il Paese lo avrebbe disprezzato in più occasioni; una tra queste la consegna degli Oscar nel 2003. Come ha dichiarato anche in un’intervista all’Hollywood Reporter: “Ci sono sicuramente film in cui non posso entrare perché i cinesi diranno: non con lui. Recentemente ho avuto un episodio in cui qualcuno diceva che non potevano finanziare un film con me perché avrebbe sconvolto i cinesi”. Attore di fama internazionale, buddista e impegnato sul fronte dei diritti umani, Gere si è schierato contro le Olimpiadi del 2008, esercitando pressioni sulla Cina affinché dichiarasse il Tibet indipendente, e criticando il Paese in numerose interviste. Dopo questo episodio, i rapporti con la Cina si sono irrigiditi e sono diventati sempre più complicati: “C’era qualcosa che avrei dovuto fare con un regista cinese, e due settimane prima che stavamo per girare, ha chiamato dicendo: ‘Scusa, non posso farlo’. Abbiamo ricevuto una telefonata segreta su una linea protetta. Se avessi lavorato con questo regista, alla sua famiglia non sarebbe mai stato permesso di lasciare il Paese, e non avrebbe mai più lavorato”. Gere non si rammarica del fatto che non stia recitando parti in film di successo, ma le sue dichiarazioni sono sembrate una presa di posizione netta contro la Cina: “Non sono interessato a recitare una parte come Jedi invecchiato nella vostra produzione. Sono soddisfatto del successo ottenuto negli ultimi trent’anni tanto da potermi permettere, ora, di fare questi piccoli film”.