Il cantante emiliano e il presentatore Giancarlo Magalli sono i candidati del web. Il giornalista Sabelli Fioretti ha l’endorsement di Giovanni Toti, mentre il pornostar prese un voto già nel 2013. Ecco quali sono i nomi impossibili che potrebbero conquistare più di una preferenza
di Luca Sappino (espresso.repubblica.it, 16 gennaio 2015)
Niente più Ro-do-tà. Invece di intonarne il nome, scandendo le sillabe, la piazza potrà cantare qualche successo del candidato ideale alla presidenza della Repubblica. Quando i grandi elettori, in Parlamento, cercheranno la quadra su un nome che tenga in piedi il patto del Nazareno, le folle che accorreranno come quando si protestò per la rielezione di Giorgio Napolitano, avranno una proposta a cui difficilmente si potrà dire di no. Matteo Renzi pare stia invitando gli onorevoli del Pd a non prestare troppa attenzione alle sollecitazioni che arrivano dai social network, a non badare ai troll, ma c’è un nome a cui difficilmente si potrà resistere. Anche l’accordo più di ferro, si può sciogliere se dall’altra parte c’è Gianni Morandi. Vero idolo dei social network, Morandi vanta svariate pagine di supporter, di cui almeno due sfiorano i 5mila iscritti. “Gianni Morandi presidente della Repubblica”. Ti piace? Clicca qui, ma soprattutto commenta, apprezza, diffondi le foto del nostro Presidente. Morandi è il più accreditato dei candidati improbabili al Quirinale. Improbabili, è bene precisare, ma che pure potrebbero raccogliere qualche voto. Nel 2013 prima di convergere su Napolitano, dei voti arrivarono per Giovanni Trapattoni e pure, con non poca irriverenza, per Rocco Siffredi: fu dichiarato nullo perché Siffredi non ha 50 anni. Deputati e senatori sono così, come scolari. Impagabile è la faccia di Laura Boldrini, incaricata della lettura delle schede. Le toccò anche dire «Sophia Loren», «Santo Versace», un nostalgico «Mussolini» (così, senza nome), «Gianni Rivera», «Fiorello», «Michele Serra» e «Michele Cucuzza». «Valeria Marini» fu nominata per rappresentare il dissenso rispetto alla candidatura di Franco Marini. Sul blog volevoilrigore un sondaggio indica Morandi come secondo tra i preferiti dai lettori, preceduto solo da Francesco De Gregori e seguito, molto da vicino, da Romano Prodi e Stefano Rodotà, forse più credibili ma poi neanche troppo. Sui social network, invece, il primato di Gianni viene insidiato solo da Giancarlo Magalli. Il conduttore imperversa da tempo, trasformato in un vero e proprio meme, e può vantare alcune comparsate importanti, come quella in un recente video dei The Pils. L’evento facebook per la sua elezione, fissato per giovedì 29 gennaio, quando ci sarà la prima chiama, ha già superato gli 11mila partecipanti. Non sono voti, certo, è uno scherzo, sì, ma sono sempre il doppio delle preferenze che prese Milena Gabanelli, arrivando prima alle quirinarie del blog di Beppe Grillo, nel 2013. La giornalista, che poi rifiutò la candidatura, prese 5.796 voti, dopo di lei Gino Strada si fermò a 4.938, e Stefano Rodotà, che poi divenne il vero candidato, ne prese 4.677. Altra diva, anzi superdiva dello spettacolo, che si ritrova ad esser una candidata alla presidenza, goliardica forse ma di successo, è Raffaella Carrà. 4.500 mi piace su facebook e una petizione su change.org, assai meno fortunata, sono un buon punto di partenza per sperare nel convincimento di alcuni grandi elettori. Sicuramente parte più avanti del Gigi Riva, Rombo di tuono, che vanta una pagina con neanche 2mila supporter, e che punta a raggiungere Diego Armando Maradona, votato da qualche grande elettore prima dell’elezione di Carlo Azeglio Ciampi. Quello che però è più avanti di tutto, e si è già misurato con la chiama dell’aula, è il giornalista Claudio Sabelli Fioretti detto “L’anziano”, già direttore di Cuore e ora conduttore, con Giorgio Lauro, di Un giorno da pecora su Radio 2. Nel 2013 Sabelli prese ben 8 voti, molti più del singolo voto arrivato già nel 2006 (quando furono votati anche Vasco Rossi e Ornella Vanoni). Sabelli per migliorare il risultato ha addirittura abbandonato la conduzione del programma, facendosi sostituire da politici improvvisati conduttori. Lui deve meditare, allenarsi nei moniti, esercitarsi nei discorsi di fine anno e raccogliere sostenitori. Giovanni Toti, Giorgia Meloni, Vladimir Luxuria, il geologo Mario Tozzi: molti sono gli endorsement di peso, già arrivati, che fanno ben sperare.