di Irene Bignardi («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 9 giugno 2017)
Avevo sempre creduto che la celebre frase «il cinema è l’arma più forte» fosse stata pronunciata nella neonata Unione Sovietica. A quanto pare invece la dobbiamo a Cecil B. DeMille che, nel 1918, quando ormai i giochi della prima guerra mondiale erano fatti e gli Stati Uniti erano intervenuti nel conflitto, di fronte a un pubblico di duemila eminenti figure del mondo di Hollywood affermò: “Il film è il più potente mezzo di propaganda e manda un messaggio attraverso la cinepresa che non può essere modificato da nessun diplomatico, per quanto abile».Prima che quella frase fosse pronunciata c’erano stati anni di dibattito e di scontri sul tema dell’intervento o meno degli Stati Uniti nella guerra che si combatteva in Europa. Il 6 aprile 1917 gli americani si erano uniti agli alleati per decisione del presidente Wilson. In questa scelta aveva avuto un ruolo fondamentale Hollywood con la sua poderosa macchina di propaganda e le sue star — da Charlie Chaplin a David Wark Griffith, da Mary Pickford a Edwin S. Porter, da Douglas Fairbanks a Roscoe “Fatty” Arbuckle — che si erano messi di buon grado al servizio dell’idea interventista, smentendo le loro vecchie posizioni isolazioniste e lanciando un esplicito messaggio antitedesco in show creati appositamente. E non solo. Altre volte si cercò anche di mettere in ombra le origini di molte eminenti personalità del mondo del cinema, come ad esempio accadde con il produttore Carl Laemmle, imbarazzato per le sue radici tedesche. E guai ai film che fossero anche lievemente critici nei confronti degli alleati europei. Un produttore come William Fox, di origine ungherese, incoraggiò i suoi dipendenti a denunciare chi non era al cento per cento americano… Furono, insomma, gli anni della prima guerra mondiale, una palestra di censura che avrebbe rafforzato i sentimenti politici del mondo del cinema tra le due guerre. E che, agli inizi degli anni Cinquanta, sarebbe tornata utile per la caccia alle streghe maccartista.