di Barbara Acquaviti (huffingtonpost.it, 10 agosto 2015)
Certo, “farebbe un grande spettacolo”. Senza dubbio “avrebbe una grande audience”. Ma il ritorno di Beppe Grillo in Rai semplicemente “non è attuabile”. Perché, spiega Pippo Baudo ad Huffington Post – lui che lo lanciò per primo in Rai –, non si può certo fare finta che sia soltanto un comico: “ormai – sottolinea – è un personaggio politico di primo piano, insieme a Casaleggio è addirittura il fondatore di un Movimento”. Il tema potrebbe essere di quelli oziosi, buoni ad alimentare le chiacchiere da ombrellone. Se non fosse che a lanciare l’ipotesi è stato proprio il diretto interessato in un’intervista al Corriere della Sera. “Un ritorno a viale Mazzini? Non lo escludo”, è stata la sua risposta. Che si sia trattato di semplice provocazione o meno, l’ipotesi di un Grillo show ha trovato per ora il sostegno di Carlo Freccero, consigliere in Rai, non interno al Movimento ma eletto con i loro voti. Pippo Baudo però sceglie un approccio più pragmatico. “Teoricamente sarebbe un grande acquisto, in pratica un gran problema. A quel punto chiunque sarebbe legittimato a chiedere il suo spazio: Renzi, Alfano, Salvini…”.
Certo, ma loro non sono dei comici.
È vero, ma potrebbero comunque partecipare a trasmissioni di intrattenimento. Sul piano pratico scatenerebbe delle reazioni a catena.
È solo un problema di legge sulla par condicio?
Se si dà il via alla loro presenza anche nelle trasmissioni di intrattenimento rischiamo di ritrovarceli ovunque. Si rischierebbe una occupazione violenta, invasiva. Mi immagino il numero delle richieste…
Che ne pensa di personaggi dello spettacolo, come per esempio Adriano Celentano, che fanno endorsement ai politici? Prima Grillo, poi Salvini…
Adriano è un artista straordinario e controcorrente, è uno spirito libero. Un giorno può dire una cosa e poi cambiare idea. Comunque mi piacerebbe rivederlo in Rai.
Lei è tra i simboli della tv pubblica e ha sempre difeso la necessità di attingere alle risorse e alle esperienze interne. Cosa pensa della volontà di svecchiare il pubblico che il dg Campo Dall’Orto ha messo tra le sue priorità?
È giusto che la Rai allarghi la sua sfera di influenza ed è importante guardare ai giovani anche se loro sono più interessati ad altre piattaforme che alla tv. Ma un’azienda pubblica ha il dovere di pensare a nuovi fruitori, senza ovviamente tralasciare quelli dai 50 anni in su.
Il modello può essere quello di Sky?
Sky offre un ventaglio di proposte panoramico. Ma la Rai deve sempre avere un suo imprinting originale. Chi guarda un prodotto Rai deve essere in grado di riconoscerlo.
Lei non è stato mai avulso alla politica. Da siciliano cosa ne pensa di quello che è recentemente accaduto in Sicilia con la Giunta Crocetta?
È stata una polemica bruttissima perché ha riguardato una persona, come Lucia Borsellino, segnata da una tragedia enorme. Inoltre, non c’è alcuna prova che la famosa telefonata ci sia stata, nessuno è stato in grado di produrre quell’audio. Ma certo, la vicenda ha gettato un’ombra molto brutta su tutta la gestione insulare.